E’ incredibile, ma vero. L’angolo della metafora dà fastidio a qualcuno!
Naturalmente non per questo verrà chiuso. Anzi…
Ma a chi può dare fastidio una così marginale rubrica in un piccolo blog personale? Probabilmente a chi si mette al centro dell’attenzione, a chi crede di essere nei pensieri degli altri giorno e notte o forse a chi è profondamente insicuro, fragile.
In realtà l’angolo dalla metafora è uno spazio di ricreazione, uno stop alla quotidianità, allo stress di situazioni vissute controvoglia in quella pesante aria di serietà professorale che dobbiamo assumere per sembrare credibili agli occhi del mondo. Le varie presidentesse, gli scarponi, le galline vecchie, gli scarrafoni, le gatte, le mamme, le malatone di sesso, i principini e i principi consorti, se si guardano nel verso giusto, rispecchiano solo quegli atteggiamenti naturali, e irresistibilmente comici, che siamo costretti a tenere (anche quando nessuno ci obbliga) durante la vita reale per sembrare più seri. E quindi, essi, i protagonisti delle metafore, sono tutti noi, nessuno escluso. Di volta in volta rappresentativi di quelle passioni, di quei rovelli, di quelle fisse che ci assalgono quotidianamente e diventano anche un po’ ossessive e maniacali, per certi aspetti. Non saperle tradurre, almeno quando si può, in farsa, in risata, in paradosso, non aiuta a essere obiettivi. Io adoro quelle persone che sanno ridere di se stesse prima che degli altri e che scaricano la tensione guardando il proprio quotidiano come sprofondati nella poltrona di un teatro. Hanno maggiore consapevolezza, credo, dei propri limiti e sanno dare la giusta misura alle cose. Ma so di non essere in buona compagnia, purtroppo.
Nel caso delle metafore del lunedì (…solo dei proverbi dal gusto popolare, luoghi comuni triti e ritriti) scattano invece strani meccanismi di autodifesa, qualcuno addirittura si indigna. Qualcuno che, pur non alzando un dito in difesa di uomini e donne per bene, allegramente e quotidianamente calunniati sul serio, si agita scompostamente non appena percepisce una pallida allusione a se stesso, anche alla lontana, di traverso, indirettamente. E come pensa di cavarsela? Nel modo più comico possibile, cioè autocelebrandosi, gonfiando il petto come un uccello vanitoso e lanciando anatemi come un predicatore illuminato e profetico…
Naturalmente non per questo verrà chiuso. Anzi…
Ma a chi può dare fastidio una così marginale rubrica in un piccolo blog personale? Probabilmente a chi si mette al centro dell’attenzione, a chi crede di essere nei pensieri degli altri giorno e notte o forse a chi è profondamente insicuro, fragile.
In realtà l’angolo dalla metafora è uno spazio di ricreazione, uno stop alla quotidianità, allo stress di situazioni vissute controvoglia in quella pesante aria di serietà professorale che dobbiamo assumere per sembrare credibili agli occhi del mondo. Le varie presidentesse, gli scarponi, le galline vecchie, gli scarrafoni, le gatte, le mamme, le malatone di sesso, i principini e i principi consorti, se si guardano nel verso giusto, rispecchiano solo quegli atteggiamenti naturali, e irresistibilmente comici, che siamo costretti a tenere (anche quando nessuno ci obbliga) durante la vita reale per sembrare più seri. E quindi, essi, i protagonisti delle metafore, sono tutti noi, nessuno escluso. Di volta in volta rappresentativi di quelle passioni, di quei rovelli, di quelle fisse che ci assalgono quotidianamente e diventano anche un po’ ossessive e maniacali, per certi aspetti. Non saperle tradurre, almeno quando si può, in farsa, in risata, in paradosso, non aiuta a essere obiettivi. Io adoro quelle persone che sanno ridere di se stesse prima che degli altri e che scaricano la tensione guardando il proprio quotidiano come sprofondati nella poltrona di un teatro. Hanno maggiore consapevolezza, credo, dei propri limiti e sanno dare la giusta misura alle cose. Ma so di non essere in buona compagnia, purtroppo.
Nel caso delle metafore del lunedì (…solo dei proverbi dal gusto popolare, luoghi comuni triti e ritriti) scattano invece strani meccanismi di autodifesa, qualcuno addirittura si indigna. Qualcuno che, pur non alzando un dito in difesa di uomini e donne per bene, allegramente e quotidianamente calunniati sul serio, si agita scompostamente non appena percepisce una pallida allusione a se stesso, anche alla lontana, di traverso, indirettamente. E come pensa di cavarsela? Nel modo più comico possibile, cioè autocelebrandosi, gonfiando il petto come un uccello vanitoso e lanciando anatemi come un predicatore illuminato e profetico…
:))))
8 commenti:
Sai qual'è il problema?
Semplicemente il fatto di conoscere colui che scrive e se colui che scrive è in contrasto con me, tutto ciò che esprime sarà contro di me.
Un po di autoanalisi...
Gallna vecchia fa buon brodo non allude alla saggezza?
Ogni scarpa diventa scarpone non è la gioventù che si allontana?
E' questo il senso della metafora...
Avrei tanto da dire sulla capacità di fare ironia....
Ma....ci sarà tempo...
Salve,
apprezzo molto la rubrica del lunedì dedicata alla metafora...fa ridere ed entra nella vita di ognuno di noi...nel nostro quotidiano.
Ogni scarrafone è bello a mamma soia....ma perchè non è vero forse??
Aggiungo: meno male che c'è la mamma che ci difende...sopratutto quando ci infiliamo in situazioni indifendibili..
:))
Buonasera,
sono Patrizia...vi ricordate di me ??
Si...si...sono proprio io la purpetella candidata..
Questa campagna elettorale mi sta proprio divertendo.
Mangio a sbafo di tutti i candidati...destra, sinistra, centro....e poi...chi li vota??
Con questa crisi....almeno si magna.
A volte alle cene ci porto pure i miei elettori e faccio finta di offrire pranzi e cene.
Vota Patrizia la purpetella cca' te vizia.
ESEMPIO DI METAFORA IRONICA SU SE STESSI
Grazie
cara patrizia, bentornata!
Però com'è la storia lei è candidata e mangia a sbafo dei cndidati? Non dovrebbe offrire lei le cenette? Che fa la "gnorri" con i suoi elettori?
Lggendo l'angolo della metafora tutti possono sorridere, tutti possono sentirsi colpiti direttamente o pensare che la mtafora colpisce il proprio vicino di sedia, il proprio vicino di casa o il proprio collega...
E se qualcuno si è direttamente offeso...non chiedo scusa perchè l'unica persona esposta in questa vicenda sono io che m sono ridicolizzata agli occhi di tanti che leggono le mie vicende...
Lasciamo da parte le vicende politiche...sono altra cosa...
Ci saranno luoghi e modi per parlarne....
Ci sarà il tempo della conta...ed il rispetto delle diversità...
Spero sappiate che cos'è il congresso di un partito...vero???
A presto
Forse la prossima volta si dovrà dire su : "ten' a cora e paglia" ca comm' passe nu cerine avvicin subbete s'appicce
mo andiamo a nanna...
:)))
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