giovedì 10 maggio 2018

La strategia del like

A governo ormai quasi fatto, prima di parlarne compiutamente quando ne sarà resa nota la composizione, mi voglio soffermare sulla diffusione in rete dei proclami lanciati in questi due mesi e mezzo dalle elezioni dai vari leader in competizione, una battaglia cruenta a colpi di like. Cominciamo dai vincitori.
Luigi Di Maio. Primo eletto in assoluto, nel dopo elezioni ha pubblicato una serie di video e post su fb, social di riferimento in questa mia riflessione. Il pupillo dei grillini coi suoi post non è un competitor d'eccellenza. Le uscite sul social raramente raggiungono i ventimila like, si fermano a una media di sei/settemila anche dopo giorni di pubblicazione. Solo quello relativo alla formazione del governo, a patto concluso, supera i 50mila like in una sola ora, ma la situazione eccezionale e di grande richiamo giustificherebbe l'interesse smodato per le grandi novità in arrivo.
Matteo Salvini. Primo classificato nella sua coalizione di centrodestra, risulta penalizzato in quanto a like. I suoi numerosi post e video restano nell'alveo dei diecimila, al massimo. Sussulti verso l'alto si osservano solo dopo che il Presidente Mattarella ha annunciato il Governo Neutrale.
Passiamo ai perdenti.
Matteo Renzi. Risulta il vincitore assoluto dei like con delle punte che arrivano a sfiorare gli 80mila like e una media di 20mila durante tutto il periodo post elezioni. Uno in particolare, quello nel quale si dichiarava "orgoglioso" di aver smantellato l'alleanza coi grillini, ha totalizzato la bellezza di oltre 72mila click di piddini in estasi. Questo post viaggiava nelle prime ore addirittura a mille like al minuto in una compulsiva crescita che si allargava in migliaia e migliaia di condivisioni.
Silvio Berlusconi. Re della telecomunicazione, è il peggior concorrente del social, rimanendo fanalino di coda tra i leader con presenze sulla sua pagina che non superano mai i 6mila like. Persino il giorno del grande annuncio del via libera al Governo, il suo composto post esplicativo restava fermo al palo degli ottomila clik.
Questa lettura sui dati che chiunque può verificare è interessante innanzitutto perché dimostra che a maggior numero di like non corrisponde un successo elettorale.
In secondo luogo, basta farsi un giro su Google per capire che i clik, le condivisioni, persino i commenti fanno parte di pacchetti in vendita a prezzi prestabiliti sia da fb che in alcuni siti presenti in rete con le loro offerte in vetrina. Si può entrare nel circuito giusto per diventare leader di qualsiasi cosa a prezzi decisamente più stracciati persino rispetto a quelli di un manifesto. Almeno nel mondo dei clik, in quello reale riuscire a vendere il proprio prodotto è decisamente più difficile.
La tv è rimasta in definitiva campo di prova di maggiore resa dal punto di vista elettorale, pare lo abbiano capito anche Di Maio e soci ex figli della rete. Con le loro facce giovani e il loro aspetto sempre ordinato e pulito, senza glamour, riescono a bucare lo schermo più degli altri anche se cambiano ogni giorno la minestra, facendola apparire sempre gustosa. E per ora sembra andargli alla grande, nonostante il feedback non proprio esaltante nella comunicazione 2.0