venerdì 20 settembre 2013

Vico Equense – Servizi Sociali di Zona: rientro obbligatorio, ma il comune non rinuncia al vaucher


Colloquio con Marinella Cioffi, Assessore alle Politiche sociali del Comune di Vico Equense.

Allora Assessore Cioffi, continua la polemica sul Piano Sociale di Zona. Cosa c'è che non vi convince?
Tutto l’impianto della 328 del 2000 ha tanti punti di forza ma anche molte criticità. Se è vero che intorno alla persona fragile si costruisce una rete di tutele e servizi, è anche vero che nel Piano Sociale di Zona il soggetto utente deve sottostare a un sistema precostituito in maniera passiva, non ha la possibilità di scegliere l’assistenza che preferisce.
Avete quindi finora optato per il vaucher...
E uno dei punti di forza della stessa legge. La persona in difficoltà sceglie a chi affidarsi, non a casaccio o tra gli amici degli amici come a volte qualcuno insinua, ma tra enti qualificati ad erogare il servizio.
Chi  garantisce per questi enti qualificati?
Non si viene accreditati solo perché si conosce qualcuno, assolutamente no!  Ci sono dei criteri ben precisi che vengono fissati a livello regionale. I vaucher sono una garanzia di qualità. Tanto che sono stati subito inseriti in realtà sensibili alle innovazioni, come alcuni comuni della Toscana. Ma anche a Salerno. 
La Regione Campania purtroppo ha lasciato libero arbitrio sul vaucher. Eppure il vaucher non è una piccolezza, un dettaglio, perché, e mi ripeto, garantisce la qualità a monte delle prestazioni e la libertà dell’utente di scegliere l’ente che trova più rispondente alle sue esigenze. Anche di cambiarlo, se insorgono difficoltà. Questo mette in atto una forma di concorrenza tra gli enti erogatori che non si appiattiscono sulla quotidianità delle prestazioni, ma si specializzano, si perfezionano per rimanere a livelli competitivi. E non mi pare poco, soprattutto se si pensa che per i piani di zona si fanno gare triennali di appalto e nel frattempo non si garantisce sempre un vero controllo di qualità delle prestazioni erogate.
Eppure la normativa regionale impone la scelta del Piano Sociale di Zona.
La legge dice questo. Però è necessario spiegare perché l’amministrazione di Vico Equense ha sempre messo in campo le sue fortissime perplessità sui piani sociali di zona. Al momento per noi ci sono due nodi ancora da sciogliere.  Innanzitutto bisogna chiarire se si fa davvero economia di scala.
Cioè?
La normativa dice che le funzioni dei singoli comuni relative ai servizi sociali vanno distaccate agli uffici sovra comunali, nel nostro caso a Piano di Sorrento.  Cioè è previsto il distacco funzionale e materiale del personale.  Questo significa che negli uffici di Piano dovrebbe andare il personale già esistente nei comuni. Ma ciò in realtà non avviene.  Si fanno nuove assunzioni e le risorse economiche si disperdono invece che essere ottimizzate.
Qual è l’altro nodo?
La normativa regionale stabilisce anche che il comune capofila deve “preferibilmente” essere quello più popoloso, nel quale scegliere il dirigente d’ambito. Nel nostro ambito Vico Equense  è il comune più popoloso e avrebbe diritto al dirigente.  A Piano invece c’è un coordinatore, sempre lo stesso ( Gennaro Izzo, ndr), rinominato, che costa 97.000 € annui, quando avrebbe potuto tranquillamente insediarsi il nostro responsabile dei servizi sociali (Arturo Manganaro, ndr) senza ulteriori aggravi economici per la collettività. Pur apprezzando il lavoro svolto finora, noi riteniamo che debba essere costruito un nuovo piano più rispondente alla normativa, perché crediamo che le regole vadano rispettate sempre e non solo a senso unico. 
Per essere più chiara sulla dispersione delle risorse economiche aggiungo che Vico Equense, essendo il comune più popoloso, deve sborsare in proporzione un bel capitale, più di 400.000 € a favore del Piano Sociale di Zona. Lo stesso capitale utilizzando il vaucher è servito a gestire al meglio le istanze, anche quando sono aumentate e a razionalizzare e ottimizzare le spese.  Per esempio, nel Piano Sociale di Zona venivano assistiti solo quattro nostri ragazzi-adulti diversamente abili. Oggi al Madonnelle ne ospitiamo sedici. Quello che incideva di più sui costi era rappresentato dal trasporto degli assistiti per quattro volte al giorno, da Vico a Sorrento e viceversa.Investendo nel vaucher noi abbiamo procurato un enorme sollievo a ben sedici famiglie, migliorando enormemente anche la qualità della vita degli assistiti.
Come andrà a finire dunque questa diatriba?
Gli altri comuni hanno votato a maggioranza per un no secco a Vico Equense capofila.  Abbiamo allora chiesto di avere almeno il dirigente d’ambito, ma non è arrivata alcuna risposta. Per ora tutto si è fermato, anche se comunque rientreremo nel piano sociale di zona e ci atterremo alla legge. A gennaio si concluderà un percorso e se ne inizierà un altro, ma insisteremo con forza sull’utilità del vaucher  che ha assicurato ai nostri assistiti prestazioni di ottimo livello in loco e  senza lunghe attese. Naturalmente sarà il Consiglio Comunale a deliberare su ogni scelta dell’amministrazione. Certo gradiremmo da parte degli altri comuni delle posizioni meno arroccate. Quando si fanno dei percorsi insieme bisogna trovare delle linee comuni senza scartare a priori alcune scelte. Vico Equense è il comune che sborsa più soldi per il Piano Sociale di Zona. Non prenderne atto è un errore che va assolutamente evitato.
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"
Nella foto l'Assessore Marinella Cioffi