mercoledì 30 gennaio 2013

Vico Equense – Abusivismo, si materializza l’incubo degli abbattimenti. Nel mirino anche il famoso ristorante “’O Saracino”

Sono circa quaranta gli edifici da demolire nel Comune di Vico Equense con sentenza passata in giudicato. La prima ad andare giù nella storia di abusivismi locali è stata una casa a via Montariello, nella frazione di Moiano, ma le ruspe arriveranno anche a Massaquano, dove in questi giorni è previsto l’abbattimento di una villa, a Seiano, e in altre località della cittadina

Vesuviana,
L’abbattimento di via Montariello ha provocato un’ondata di indignazione tra il Moianesi in quanto nella casa abitavano una donna gravemente ammalata e la figlia disabile. In sostanza, dopo anni di inerzia dei proprietari che hanno lasciato il fabbricato allo stato rustico per quasi un decennio, solo dopo un dissequestro per auto-demolizione concesso dalla Procura della Repubblica al proprietario, la casa è stata ultimata in pochi mesi, nella speranza che la sentenza di demolizione fosse annullata per le precarie condizioni fisiche delle occupanti. Lo stratagemma non ha funzionato e le ruspe nei giorni scorsi hanno sonoramente castigato un comportamento forse ritenuto opportunista e intempestivo.

Ora i riflettori sono accesi sul ristorante “O Saracino” costruito sul litorale della Marina di Aequa, nella frazione di Seiano, che ha una storia professionale quasi trentennale e che ha affrontato le difficoltà giudiziarie con rigore e caparbietà, fino all’ultimo. La magistratura nei vari gradi di giudizio e nei ricorsi al TAR intentati dai proprietari, i signori Aiello, ha sempre sentenziato a favore dell’abbattimento. Il ristorante insiste su un suolo demaniale e la concessione di licenza edilizia rilasciata dal Comune nel lontano 1997 era illegittima. Tutta la vicenda pare sia nata in seguito a una denuncia di Armando De Rosa, ex potente Consigliere della Regione Campania, proprietario di un terreno confinante con quello dove è stato edificato il ristorante negli anni ’80. Il lungo percorso legale intrapreso coraggiosamente dalla famiglia Aiello non ha mai trovato riscontri positivi, nonostante il ristorante sia molto affermato e culla di chef stellati, orgoglio della cittadina vesuviana e fonte occupazionale per diverse unità lavorative. Dopo una serie di atti giudiziari, è stata rigettata anche l’ultima estrema richiesta dei sig. Aiello, datata ottobre 2012, di convertire l’abbattimento del ristorante con una sanzione pecuniara. Dagli uffici del Comune, nel mese di dicembre, è arrivata la comunicazione di rigetto dell’istanza e la conferma alla demolizione, da concludersi a dieci giorni dalla notifica. Di fronte alla irremovibilità delle decisioni, i sig. Aiello si sono mobilitati. La rabbia che ha mosso i proprietari si esaspera soprattutto perchè a pochi metri dal loro locale, proprio in quel terreno confinante di proprietà di Armando De Rosa, è stato edificato, pare abusivamente, un manufatto di un migliaio di metri cubi verso il quale non pende alcuna ingiunzione di demolizione, come per altro avviene per una quantità notevolissima di edifici costruiti abusivamente su tutto il territorio vicano. Sono nate diverse iniziative intorno al caso. Riunioni nel locale di Marina Aequa e nella certalissima piazza Umberto I, con la presenza di rappresentanti politici della maggioranza e dell’opposizione e soprattutto una raccolta di firme per scongiurare la demolizione. Nel giro di pochi giorni, quasi quattromila cittadini di Vico Equense hanno sottoscritto la richiesta, segno che la sopravvivenza del ristorante sta a cuore a moltissima gente.

Per ora, comunque, ancora non si è proceduto con l’abbattimento. Il termine ultimo era fissato nella prima quindicina di dicembre ed è scaduto già da un pezzo. Ufficiosamente circola la voce che nel bilancio comunale la spesa per la demolizione, stimata in diverse decine di migliaia di euro, non sia disponibile. Se si valuta che per il solo abbattimento dell’immobile di via Montariello, di dimensioni abbastanza contenute, si sono spesi 50.000 euro, per procedere a tutte le demolizioni di altri edifici più grandi il Comune avrà bisogno di una ingentissima quantità di denaro, che al momento sembra impossibile da reperire in tempi brevi. Il comune infatti si appresterebbe a ricorrere alla Cassa Depositi e Prestiti per mettere mano a una tranche di demolizioni, tra le quali anche quella del ristorante “’O Saracino” di Seiano.
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"
Nelle foto: ristorante "O Saracino" a Merina di Aequa"; la limitrofa proprietà De Rosa con i recenti manufatti ritenuti abusivi

domenica 27 gennaio 2013

Vico Equense - L'intera Penisola Sorrentina avrà le "Case dell'Acqua

Il Sindaco Gennaro Cinque: “Un'opportunità economicamente vantaggiosa e sostenibile”


Vico Equense - Arriveranno presto in tutta la Penisola Sorrentina i distributori automatici di acqua alla spina, denominati "Case dell'acqua". Una scelta, quella delle amministrazioni comunali interessate, finalizzata a perseguire la sostenibilità ambientale promuovendo l'uso dell'acqua potabile di rete in alternativa a quella minerale commercializzata, che, inevitabilmente, produce grandi quantità di rifiuti plastici. I sei comuni della Penisola Sorrentina, hanno deciso di aderire all’avviso pubblico emanato dalla Provincia di Napoli che scade il 31 gennaio prossimo, stipulando un accordo di partenariato che prevede la Città di Vico Equense quale comune capofila dell'iniziativa. “L’intervento – spiega il Sindaco Gennaro Cinque - ha lo scopo di invogliare la cittadinanza a consumare acqua pubblica, ciò al fine di conseguire la riduzione della produzione di rifiuti derivanti dal packaging in PET delle acque imbottigliate. Il sistema di erogazione prevede che l’utente utilizzi i punti di distribuzione installati servendosi di contenitori propri, con il conseguente vantaggio indiretto di contenere in modo efficace la produzione di rifiuti in plastica registrando anche un notevole risparmio economico. I turisti, invece, potranno utilizzare anche l'erogazione in contenitori in dotazione. Le “Case dell’acqua” sono equipaggiate con un impianto per il trattamento dell’acqua che, prelevata dall’acquedotto comunale, è resa maggiormente piacevole al gusto mediante filtraggio a carbone attivo o addizionamento di CO2 (anidride carbonica) alimentare per quella gassata. L’acqua, erogata sempre refrigerata, viene distribuita a 5 centesimi al litro. Un risparmio notevole, dunque, che si aggiunge alla possibilità di ridurre in maniera considerevole l’uso delle bottiglie di plastica. “La Casa dell’Acqua – continua il Primo cittadino con delega all’Ecologia, che ha promosso l'iniziativa – è un progetto fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale, sempre sensibile alla tematica del rispetto e la tutela dell’ambiente. Un sistema innovativo, igienico e sicuro, attraverso cui, previa attività di filtraggio, refrigerazione e gassificazione dell’acqua proveniente dalla rete pubblica di distribuzione, è possibile attingere acqua naturale o gassata sempre fresca. Un'opportunità per ricordare ancora una volta alla cittadinanza che bere la nostra acqua è una scelta sicura, economicamente vantaggiosa e sostenibile. Abbiamo cercato, insieme agli altri sindaci della Penisola, di fare un discorso unitario. I nostri territori rappresentano un ambito quantitativamente e qualitativamente omogeneo, nel quale possono riconoscersi comuni strategie di sviluppo locale. Ci teniamo a fare squadra e cercheremo sempre più di portare avanti progetti condivisi.” conclude, il Sindaco Gennaro Cinque.
 

sabato 26 gennaio 2013

Vico Equense - Via Montariello, note a margine di un abbattimento

Sul web si sono rincorse accuse e indignazione per l’abbattimento della casa in via Montariello. Insieme a un caro amico, sempre interessati a quanto succede sul territorio, abbiamo guardato la determina di abbattimento dell’immobile, tra l’altro facilmente reperibile in rete sul sito del Comune.

 La storia è descritta con estrema chiarezza in base agli atti depositati ai quali si deve far fede senza ombra di dubbio e cerco di riassumerla brevemente prima di scrivere delle note a margine della vicenda. Naturalmente mi attengo agli atti pubblici che, finora, sono gli unici deputati a raccontare come sia andata questa brutta storia, prestando attenzione soprattutto alle date che scandiscono gli avvenimenti.
- Nel lontano 2004 viene disposto un accertamento relativo a un abuso in via Montariello. L’abuso segnalato consiste in un manufatto su due livelli allo stato rustico. In seguito all’accertamento il manufatto viene sequestrato. In seguito al sequestro viene notificata al proprietario, D’Urso Francesco, l’ordinanza di demolizione e ripristino dei luoghi.

- Non essendoci esito a questa ordinanza, viene aperto un procedimento per abusivismo edilizio a carico di D’Urso Francesco proprietario dell’immobile e nel 2008 la Corte di Appello emette la sentenza di demolizione che viene trasmessa al Comune di Vico Equense e al proprietario. In quel momento, in base alla documentazione, la casa è ancora allo stato rustico e il secondo livello privo di tompagnature (muri esterni, c’è solo lo scheletro)

- Passano ancora tre anni, sette dall’inizio della vicenda, e il 17 giugno 2011 arriva una nuova ingiunzione di demolizione a carico di D’Urso Francesco. Il 5 luglio dello stesso anno, e questo è un fatto molto rilevante, la Procura Generale della Repubblica con una nota chiede al comune di accertare che non vi siano cause di incompatibilità con l’esecuzione della demolizione.

- Il Comune manda i vigili a controllare sul posto per vedere se nel frattempo è cambiato qualcosa nella casa di via Montariello. I Vigili fanno l’accertamento e rilevano che lo stabile è tal quale a quello del 2004, cioè allo stato rustico e disabitato. Non ci sono dunque impedimenti alla demolizione. L’esito di questo accertamento viene inviato dal Comune alla Procura nel luglio 2012, dopo un anno dalla richiesta. Piano piano siamo arrivati a sei mesi fa….

- Non essendoci, fino a sei mesi fa, impedimenti accertati alla demolizione, la Procura conferma la sentenza e invita il comune a mettere urgentemente in bilancio la somma di € 50.000 necessaria per le spese di abbattimento, eventualmente servendosi di un mutuo con la cassa Depositi e Prestiti.

- Il Comune risponde alla procura che non c’è bisogno di un prestito perché ha già messo la somma in bilancio.

- Nel frattempo però, cosa era successo? D’Urso Francesco aveva chiesto il dissequestro dell’immobile impegnandosi a demolire egli stesso il manufatto a sue spese. Per cui, vista la nuova situazione, nell’ottobre 2012, cioè tre mesi fa, fu concessa dalla Procura l’autorizzazione alla auto-demolizione e l’immobile fu dissequestrato.

- Quando i vigili, un mese dopo, vanno a verificare se il sig. D’Urso abbia effettivamente abbattuto l’immobile, trovano una sorpresa. Il secondo livello era stato completato e risultava anche abitato. Approfondendo la situazione si viene a sapere che D’Urso Francesco nel mese di novembre, cioè dopo un mese dal dissequestro, ha venduto il terreno e di conseguenza la relativa abitazione soprastante, alla madre, sig.ra De Rosa Maria, che completati i lavori si è insediata nell’appartamento insieme alla figlia. Scatta immediatamente un nuovo sequestro. Il giudice incaricato ingiunge senza mezzi termini la demolizione dell’immobile, che come sappiamo è andato giù la settimana scorsa.

Tutta la storia induce a qualche riflessione.
Nell’ultima fase i proprietari hanno commesso una serie di errori abbastanza grossolani. In pochi mesi l’immobile viene venduto dal figlio alla mamma e costruito in fretta e furia. La signora vi si insedia stabilmente, forse sperando che, essendo una donna molto malata con figlia disabile, i giudici prima di procedere con l’abbattimento aprano un nuovo procedimento a carico dei nuovi proprietari e, una volta constatato che l’abitazione era occupata da persone socialmente e fisicamente deboli, annullino il provvedimento. Ma le cose non sono andate così.
 Il giudice, a nostro avviso, non può essere accusato di accanimento in quanto appena un anno prima aveva disposto un accertamento per verificare che non vi fossero cause ostative alla demolizione. Se in pochissimo tempo la casa viene venduta e completata e diventa dimora stabile, dopo un dissequestro per auto-demolizione, si può intravedere furbizia e malafede, non si va ancora a verificare chi ci abita e in quali condizioni fisiche o di disagio si trova.
Chi ha materialmente demolito la casa, il Comune, non può essere accusato di aver fatto un’ingiustizia in quanto doveva abbattere per ordine della magistratura, non poteva assolutamente sottrarsi. I Vigili e i funzionari del comune inoltre avevano l'obbligo di segnalare alla Procura della Repubblica come stavano le cose dopo il dissequestro onde evitare il rischio di gravissime conseguenze penali per se stessi.
Certo è nn po’ difficile pensare che la famiglia D’Urso abbia fatto tutto da sola, ci saranno stati dei cattivi consiglieri che l'hanno indotta a sbagliare completamente il percorso, e proprio per questo solo con loro deve prendersela. Inutile cercare altri colpevoli.
In conclusione resta il rimpianto per una casa abbattuta in danno a una famiglia già provata dalla sorte, e per la quale si accende un umano senso di solidarietà, compresa la nostra, e si spera in un concreto sostegno da parte delle autorità comunali.
Ma ciò che ingenera il senso di ingiustizia a fronte di migliaia di gravissimi altri abusi perpetrati a Vico e in Penisola Sorrentina, è che in anni e anni non si è mai legiferato nulla sul tema, né per un condono tombale, né per abbattere senza discriminazioni per nessuno. Oggi tutto dipende dalle capacità degli avvocati di allontanare il problema, oppure dalla casualità dei fatti che certe volte è nefasta e altre no o dalla volontà del giudice di aprire o meno un fascicolo… insomma da situazioni che con la soluzione vera dei problemi non c’entrano niente.
E di questo solo devono rammaricarsi i sig. D’Urso, vittime di un’illusione che è diventata un incubo, al di là delle pacche rassicuranti sulle spalle che avvocati, amministratori e malinformati elargiscono a piè sospinto durante i procedimenti. E l’unica morale che se ne può trarre è che rimane fondamentale risolvere il problema alla radice, mettendo fine alle sofferenze con una legge che faccia chiarezza sugli abusi passati e futuri, fuori da uno stato confusionale totale che fa bene, forse, solo agli avvocati e che può ingenerare, come in questo caso, inutili rimpalli di responsabilità. 

mercoledì 23 gennaio 2013

Vico Equense - Festa di congedo all’Hotel Aequa per lo storico chef Clemente Barba

Dopo oltre trent’anni di lavoro appassionato presso le cucine dell’Hotel Aequa, va in pensione lo chef Clemente Barba, con l’ affettuoso commiato dei proprietari dell’albergo e del personale tutto.
C’è commozione ed emozione nel salone principale dell’albergo mentre ci si stringe intorno allo chef per l’ultima fotografia di gruppo. Lui si abbandona ai ricordi con chi gli chiede del suo passato e racconta che da giovanissimo non pensava per niente a questo percorso lavorativo. Aveva cominciato addirittura come camionista a 18 anni, nel campo dei trasporti. Poi un ingaggio su una nave da crociera, lontano dai fornelli. La svolta avviene quando un parente lo chiama in qualità di aiuto cuoco in un albergo di Pacognano e in questo modo comincia la sua onorata carriera di chef. Dopo altre brevi esperienze, infatti, approda alle cucine dell’Hotel Aequa a Vico Equense dove ha la fortuna di fare da assistente a Ciro De Simone, quotatissimo chef degli anni 70/80. E’ con De Simone che Clemente Barba si specializza nella preparazione di piatti tradizionali e nelle ricette più originali ed elaborate, al punto da prenderne il posto, quando questi si ritira dall’attività.
Barba dimostra creatività e ingegno nella preparazione e nella cura dei menu del ristorante dell’Aequa. Tutto quello che mette in tavola è gustoso, preparato con ingredienti naturali e con prodotti stagionali, spesso provenienti dagli orti della generosa terra vicana. Il suo piatto forte, come ricorda egli stesso e i degustatori delle sue prelibatezze, sono gli agnolotti ripieni di ricotta, salsiccia e provola affumicata serviti con un ottimo ragù. Un piatto con ingredienti tipici della Penisola Sorrentina.
Dopo tanti anni dietro ai fornelli, Clemente Barba dunque si congeda dal luogo di lavoro, ma non esclude che in futuro potrà ancora collaborare. Nel frattempo avrà più tempo per stare con la moglie, Maria, la "sua" cuoca preferita, e coltiverà il suo orto a Fornacelle. Lo staff che si è formato con lui continuerà la sua opera all’Hotel Aequa, ma sentirà la mancanza di un maestro bravissimo, esperto e disponibile.
Maria Dordia per "Il Gazzettino Vesuviano"
Nella foto: lo chef Clemente Barba

martedì 22 gennaio 2013

Vico Equense - SIAE: aperto uno sportello a Vico Equense

Il servizio partirà il 23 gennaio 2013

Vico Equense - Da domani, mercoledì 23 gennaio 2013, sarà operativo presso il comune di Vico Equense, lo sportello S.I.A.E. (Società Italiana degli Autori ed Editori). Lo sportello sarà aperto tutti i mercoledì, dalle ore 9:00 alle ore 14:00, presso il complesso monumentale della Santissima Trinità e Paradiso. L’ufficio attivo per iniziativa del sindaco, Gennaro Cinque, consente di poter espletare le pratiche S.I.A.E. in città. Il Primo cittadino ha rilevato l’importanza dell’operazione che consente di avvicinare i servizi ai cittadini e semplificare alcuni loro problemi come il pagamento dei diritti d’autore.
info@gennarocinque.com

venerdì 18 gennaio 2013

Vico Equense - Demolizione in via Montariello, Gennaro Cinque "Personalmente mi impegnerò a cercare un'alternativa per questa famiglia che già vive nella sofferenza"

Oggi purtroppo ho il cuore diviso a metà, da un lato la carica istituzionale e la doverosa osservazione della legge, dall'altro il personale e profondo dolore legato a ciò che sta per accadere questa mattina.
La delicata vicenda umana che coinvolge la famiglia che abita l’immobile di via Montariello, oggetto della demolizione in danno disposta dalla Procura Generale, desta sentimenti di profondo dispiacere e vedrà come sempre l’amministrazione vicina a coloro che soffrono e pronta agli interventi umanitari necessari ad alleviarne, per quanto possibile, i disagi. Tuttavia va ben distinto il percorso di solidarietà da quello giuridico che ha condotto all’odierna determinazione da parte degli Organi di Giustizia, che non solo è assolutamente ineccepibile, ma è stato anche caratterizzato da comportamenti gravissimi, che non possono essere giustificati né tollerati nemmeno considerando il più profondo disagio sociale, e dai quali non possiamo che prendere le dovute distanze. Nessun disagio può mai giustificare la violazione della legalità, e soprattutto le condotte indifendibili che nello specifico hanno assunto gli interessati, che sono quelli di una sfida alle Istituzioni ed alla Magistratura. Ciò nonostante mi auspico che tutto questo non farà venir meno la necessaria solidarietà umana, verso chi soffre disagi profondi, da parte della collettività e dell’Amministrazione, ma che ha determinato l'inevitabile procedimento in corso. Sono certo che anche la collettività Vicana, profondamente sana e rispettosa delle leggi, questa mattina si sentirà dilaniata, divisa in due e comprenderà bene il messaggio che deriva dalla dolorosa vicenda che sta per compiersi. Spero che tutti faremo quanto “in positivo” è possibile e dovuto per alleviare i disagi e le sofferenze della famiglia coinvolta. Stringiamoci in una catena di solidarietà infinita intorno a questi nostri concittadini in profondo disagio. Personalmente mi impegnerò a cercare un'alternativa per questa famiglia che già vive nella sofferenza, ma difronte a quanto sta per succedere bisogna doverosamente piegarsi al rispetto della legge e delle istituzioni.
info@gennarocinque.com

mercoledì 16 gennaio 2013

Vico Equense - Mobilità. Potenziato il servizio autobus con nuove linee

Vico Equense - Per andare incontro alle esigenze di quanti devono avere la certezza di raggiungere al mattino i luoghi di studio e di lavoro, da lunedì 14 gennaio 2013, sono attivi due servizi delle autolinee Curreri. Il primo collega la Penisola Sorrentina a Napoli. La partenza è alle ore 05:55 dalla stazione della Circumvesuviana di Sorrento per Napoli Piazza Garibaldi e Centro Direzionale, con fermata in tutti i centri della penisola fino a Castellammare di Stabia. A Vico Equense ferma alla Stazione della Circumvesuviana alle ore 6:15. L’orario della corsa di ritorno è alle ore 16:00 dal Centro Direzionale ed alle 16:05 da Piazza Garibaldi, con fermata in tutti i centri della Penisola Sorrentina. Il biglietto si può acquistare sul bus. Il servizio sarà attivo dal lunedì al venerdì, tranne il sabato, la domenica e i festivi. Il secondo servizio, invece, prevede la partenza alle ore 07:25 dalla stazione della Circumvesuviana di Vico Equense, per la Stazione della Circumvesuviana di Sorrento, con sosta negli altri comuni della Penisola Sorrentina. Anche in questo caso, il biglietto si potrà comprare direttamente sul mezzo. Il servizio sarà attivo dal lunedì al sabato, tranne la domenica e i festivi. Inoltre, c’è la possibilità di abbonamenti per entrambe le tratte. 
 

domenica 13 gennaio 2013

Vico Equense - Dal 14 gennaio bus da Vico Equense all’Università di Monte Sant’Angelo

Vico Equense - Da lunedì 14 gennaio 2013, il collegamento autobus tra la Penisola Sorrentina e il Polo Universitario di Monte Sant’Angelo, gestito dall’azienda Universal Autoservizi e rivolto agli studenti che quotidianamente devono raggiungere il complesso per seguire corsi e lezioni, effettuerà due fermate a Vico Equense presso la stazione della Circumvesuviana, alle ore 06,25 ed alle ore 07,00. Le corse di ritorno da Fuorigrotta-università sono previste alle ore 14,00 ed alle ore 16,10, con fermata a Vico Equense. Siamo soddisfatti per questo importante risultato. Non è sicuramente la soluzione a tutte le problematiche legate al trasporto pubblico, ma in questo modo sarà garantita ai giovani una valida alternativa alla Circumvesuviana. Questa amministrazione, insieme a quelle dei Comuni dell'intera Penisola Sorrentina, ha lavorato per tutelare studenti e pendolari cercando di garantirgli il raggiungimento dei luoghi di studio e di lavoro con minori difficoltà.


Vico Equense - IL SINDACO SCAPPA DI FRONTE AI PROBLEMI VERI DELLA CITTÀ'!

Ancora sul Consiglio Comunale, il comunicato di IMV inviatomi via mail

Nel corso del Consiglio Comunale del 9 gennaio il gruppo consiliare di IN Movimento per Vico, assieme agli altri consiglieri di opposizione, è stato costretto ad abbandonare l'aula per dare un forte segno di sdegno e di protesta nei confronti del Sindaco, il cui comportamento è intollerabile e volgare.
Non è la prima volta che il Sindaco dimostra, con le parole e con i fatti, il suo disprezzo nei confronti del ruolo del Consiglio Comunale e delle istituzioni democratiche, assumendo atteggiamenti autoritari, ma non autorevoli, e calpestando sistematicamente i principi fondamentali su cui si regge il confronto democratico con i consiglieri di opposizione e di maggioranza.
Egli è stato assente ingiustificato in numerose altre occasioni e, come allora, anche questa volta il tentativo di giustificare l'assenza da parte di alcuni consiglieri di maggioranza e del Presidente del Consiglio (mentre cercavano disperatamente ed inutilmente di contattarlo al telefono), adducendo impegni in altre sedi, è apparso francamente patetico.
Questa volta l'assenza è stata ancora più grave, in relazione alla qualità ed all'importanza dei temi in discussione.
Si doveva parlare, ad esempio, del Regolamento dei Controlli interni voluto dal Governo. Si tratta di un regolamento che affida ai funzionari comunali un importante potere di controllo sugli atti amministrativi, conferendolo loro grandi responsabilità. E' una Legge che rafforza la separazione fra i poteri della Politica, che sono esclusivamente quelli di programmare e di dare indirizzi, e quelli degli Uffici Comunali, che sono quelli di mettere in atto le linee di indirizzo. Insomma, una sconfessione netta di quanto fatto dal nostro Sindaco in questi anni che, invece di programmare e di dare indirizzo, ha interferito pesantemente sulla gestione della macchina comunale, al punto di trasformarsi in una sorta di capo cantiere.
Si doveva parlare dell'istituzione dell'Albo delle imprese di fiducia del Comune e del relativo regolamento di attuazione. Un argomento importantissimo voluto dal nostro Movimento, la cui finalità è quella di rendere, da un lato, oggettiva la scelte delle imprese chiamate a svolgere lavori per il Comune e, dall'altra, di dare impulso al mondo del lavoro nel settore dei Lavori Pubblici, indicando la strada dell'associazione delle imprese e dell'avvalimento per consentire anche alle nostre imprese locali di partecipare ad opere pubbliche importanti e non solo ai piccoli lavori di manutenzione od alle somme urgenze, come accade oggi.
Si doveva parlare degli incendi estivi, che la scorsa estate hanno distrutto una parte importantissima del patrimonio boschivo del nostro territorio. L'emergenza di questa estate ha dimostrato che il problema non può essere affrontato con la vigilanza affidata ad associazioni volontaristiche "amiche", ma che occorrono interventi più radicali, a partire dall'obbligo di pulizia dei fondi agricoli e boschivi. Ed il nostro gruppo era pronto a dare il suo contributo.
Si doveva parlare anche delle infiltrazioni della malavita. All'indomani della sparatoria di ferragosto avvenuta alla spiaggia di Vico, teatro della quale è stato il pontile costruito in violazione del Codice della navigazione e costato alla comunità 260mila euro, lo sconcerto e la preoccupazione nell'opinione pubblica sono stati evidenti ed sono state aggravate da successive notizie di stampa circa arresti di taglieggiatori, dichiarazioni di pentiti su mazzette chieste nel corso di lavori, e così via. Si decise quest'estate di discuterne in Consiglio Comunale e, da parte della maggioranza, si propose di invitare parlamentari della zona in un Consiglio Comunale aperto. Non solo quell'impegno non è stato mantenuto, ma quell'argomento, inserito poi nei vari ordini del giorno di consigli comunali ordinari, non è stato mai discusso perché ripetutamente rinviato.
Si pensava che il giorno 9 gennaio si potesse finalmente discutere dell'argomento e che il Sindaco relazionasse, come suo preciso dovere istituzionale, sulle iniziative intraprese e su quelle da intraprendere.
Invece no. Il Sindaco ha preferito sottrarsi, senza alcuna giustificazione, al confronto.
A quel punto, tutti i consiglieri di opposizione hanno ritenuto inutile qualsiasi discussione sul tema e sono usciti dall'aula.
Evidentemente, il Sindaco non ha percepito l'importanza del tema. D'altronde, che sia così lo dimostra la lettera da lui inviata al Prefetto, in cui in sostanza si attribuisce alle dichiarazioni delle opposizioni, più che ai fatti in sé, lo sconcerto della popolazione.
Inoltre, sia le dichiarazioni in aula del Vico Sindaco, che il documento approvato dai consiglieri di maggioranza che le successive dichiarazioni del Sindaco alla stampa dimostrano il livello di inadeguatezza culturale su questo tema. Si confonde il tema delle infiltrazioni camorristiche con quello della sicurezza pubblica, chiedendo semplicemente un aumento del controllo del territorio da parte delle Forze dell'Ordine, peraltro necessario.
Abbiamo assistito ad affermazioni non dimostrate sulla presunta immunità dei nostri territori dalle infiltrazioni camorristiche. "A Vico la camorra non c'è, è rimasta ai margini della nostra Città, è un'invenzione delle opposizioni". Noi non sappiamo se a Vico la camorra ci sia , se ci sia il racket, se ci sia l'usura, se ci sia il riciclaggio dei capitali. Non abbiamo le certezze di Sindaco, Vicesindaco e maggioranza.
Vorremmo essere sicuri che questi fenomeni non appesantiscano ed ammorbino la vita democratica, civile ed economica della nostra Città. Sappiamo però che i camorristi, i taglieggiatori, gli usurai, i riciclatori non camminano per strada con una divisa particolare, non indossano la maglietta per farsi riconoscere.
Sappiamo anche che a Vico c'è stata una sparatoria di Camorra. Sappiamo anche che alcuni immobili sono stati acquistati dalla Camorra. Sappiamo anche che alcuni lavori e forniture sono stati effettuati da un'impresa colpita da informativa antimafia. Sappiamo anche che la Sarim è stata vittima di un tentativo di estorsione e la stessa cosa sarebbe accaduta ad imprese che lavorano nell'edilizia, così come letto sui giornali.
Insomma, non saremmo così sicuri come il Sindaco e qualcosa faremmo.
Questo avremmo voluto dire al Sindaco in Consiglio ed avremmo voluto fare delle proposte concrete per capire, individuare ed eventualmente contrastare il fenomeno, così come fatto con successo in tante Città del Mezzogiorno governate da Sindaci seri e sensibili. Gli strumenti ci sono e sono ben sperimentati ed efficaci: sportello antiracket ed antiusura e Consulta anticamorra.
Ma se il Sindaco non usa mai la parola camorra e continua a sottrarsi al confronto, se trova scuse inverosimili per non partecipare al Consiglio Comunale, se scrive lettere al Prefetto trasformando il problema in una questione solo di aumento delle forze di Polizia, se accusa l'opposizione di gettare fango sulla Città, se continua su questa linea, non c'è spazio per un confronto.
Il Sindaco faccia autocritica.
Dica che il problema va affrontato senza preclusioni mentali e noi siamo pronti a dare il nostro contributo.
IN Movimento per Vico
Nella foto: le sedie vuote della minoranza
Foto di Maria D'Ordia 

sabato 12 gennaio 2013

Vico Equense - Misure contro la criminalità

Difendere la tradizionale tranquillità e civiltà dei ritmi urbani della città di Vico Equense


Vico Equense - Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale si è discusso delle iniziative di contrasto alla criminalità organizzata, a seguito dell’agguato di Ferragosto alla Marina di Vico. La maggioranza ha letto la lettera che inviai al Prefetto, subito dopo quella vicenda. In essa chiedevo di rafforzare la presenza delle forze dell’ordine sul territorio, confermando che l’Amministrazione comunale è fermamente impegnata nel contrastare qualsiasi forma d’illegalità, ed in primis la penetrazione di soggetti non raccomandabili sul territorio. Un tema ben ripreso nel documento poi votato, purtroppo, dalla sola maggioranza, per abbandono della seduta da parte della minoranza. Mi farò ancora con più forza portavoce presso le sedi idonee per incrementare la vigilanza notturna delle pattuglie, istituire posti di polizia e del corpo forestale dello Stato sul territorio, rafforzare posti di blocco e controlli nei weekend. Sottrarsi al dibattito, usando la mia assenza, non danneggia l'amministrazione o il sindaco, rispetto ai quali ogni critica è lecita, ma fa un torto alla Città di Vico Equense. La popolazione di questa Città si è da sempre distinta per avere isolato e ripudiato le devianze criminali che per tali ragioni non hanno mai attecchito il nostro territorio. Fenomeni di microcriminalità sono stati individuati, emarginati e smantellati dalle forze dell'ordine tanto da evitarne ogni radicamento e ramificazione. Il fenomeno isolato, consumatosi la notte del 14 agosto alla Marina di Vico, di vendetta criminale tra bande estranee al contesto vicano, va depurato dalle speculazioni di chi ritiene di colpire l'amministrazione comunale e invece danneggia un popolo e una città che hanno grande dignità. È necessario ed indispensabile rafforzare la vigilanza, tutelare la tradizionale tranquillità e civiltà dei ritmi urbani della città di Vico Equense, e stroncare sul nascere ogni tentativo d’infiltrazione, rinforzando la presenza dell'Arma dei Carabinieri nella fascia oraria che va dalle 24.00 alle 7.00 mediante pattuglie di controllo; istituendo un presidio di Polizia, per il quale metteremo a disposizione uno degli immobili comunali per l’allocazione. Occorre aumentare i posti di controllo all'ingresso ed uscita del paese che oggi risultano essere limitati ed insufficienti; bisogna istituire un presidio del Corpo Forestale tra Moiano e Ticciano. Infine è indispensabile un piano di controllo mediante la Polizia Municipale durante i week end fino alle ore 1.00, prolungando nel periodo estivo fino alle ore 1.30.

Tengo a precisare, e chi mi conosce lo sa, che amo lavorare in silenzio, senza il frastuono del vanto. Le diverse azioni intraprese per combattere le eventuali infiltrazioni della camorra sono al protocollo dell’ente, riportano date di invio e contenuti, non mi sono preoccupato di farne uno strumento di propaganda. Ho ritenuto scrivere a Sua Eccellenza il Prefetto quale Autorità preposta, ma anche ai dirigenti Scolastici del territorio per condividere con loro il mio pensiero e fare una precisa richiesta perché sono convinto che bisogna combattere l’illegalità a tutti i livelli, partendo dal basso, dai giovani e anche dai bambini. Siamo chiamati ad unire forze e intenti in azioni sinergiche e condivise, nelle quali ognuno di noi svolge un ruolo fondamentale di contrasto e informazione. Con questa convinzione ho chiesto ai Dirigenti Scolastici, a titolo personale e laddove non già previsto, l’inserimento nel POF 2012/2013 di progetti di educazione alla cittadinanza improntati sulla legalità, l’onestà e la dignità civile. Perché credo che abbiamo l’obbligo morale di lavorare ogni istante a favore della cultura della legalità. Ecco perchè la Scuola rappresenta il primo grande luogo di formazione e confronto. Dobbiamo, tutti, mettere in campo azioni che allontanino i giovani da distrazioni pericolose e insegnino loro i reali valori di una vita onesta, dignitosa e all'insegna della crescita umana e culturale. La nostra priorità consiste nell’alzare una linea di demarcazione tra ciò che è legale e ciò che non lo è. Tra chi rispetta i diritti degli altri e le istituzioni e chi non lo fa. Dobbiamo educare alla legalità affinchè l’illecito non trovi mai spazio per insinuarsi. Tutti insieme, senza posizioni, differenze o colore politico.

mercoledì 9 gennaio 2013

Vico Equense – Lotta alla criminalità: Gennaro Cinque assente al Consiglio Comunale. Le minoranze abbandonano l’Aula.

Un Consiglio Comunale carico di tensione quello che si è tenuto stamane a Vico Equense. Uno degli argomenti, la lotta alla criminalità organizzata, ha dato la stura alla insofferenza delle minoranze che, sdegnate per l’assenza del Sindaco Gennaro Cinque, hanno abbandonato l’aula prima di votare un documento preparato dalla maggioranza.
Già da molti mesi l’argomento era relegato ai punti più remoti all’ordine del giorno. L’allarme era scattato in seguito all’agguato a Marina di Vico che aveva visti coinvolti soggetti della malavita di Castellammare di Stabia nella notte di Ferragosto. Finalmente se ne è discusso nel primo consiglio comunale del 2013, ma non si è riusciti ad arrivare a un accordo e a un documento condiviso da maggioranza e opposizione per l’assenza del Sindaco che ha mandato la minoranza su tutte le furie.

Il primo a prendere la parola con un' interrogazione sull’argomento camorra è stato l’avv. Dilengite il quale ha posto una serie di quesiti che da mesi attendono risposta. Una risposta politica, secondo l’avvocato Dilengite, e non tecnica, principalmente su alcuni appalti nei quali era ben nota la presenza di ditte collegate alla malavita. Dilengite ha riaperto la questione del parcheggio interrato di piazza Mercato e sulle vicende giudiziarie che hanno coinvolto una delle ditte appaltate. Se dal punto di vista tecnico il Comune ha seguito un iter corretto, Dilengite si chiede perché il Comune stesso, in entrambi i giudizi amministrativi di primo e di secondo grado non si sia costituito (Parte Civile). E perché, una volta assodato che era ragionevole presumere connivenze camorristiche di una delle ditte appaltate, non ha pensato immediatamente di revocare l’aggiudicazione dell’appalto, come fatto in altre occasioni, per esempio per la via Antignano. Dilengite ha voluto anche puntualizzare con forza che non stava muovendo alcuna accusa di connivenze del Comune o di suoi rappresentanti con organizzazioni malavitose, ma poneva l’accento sulla mancanza di un comportamento “virile”, vigoroso, del Comune di fronte a situazioni che di fatto costituivano un pericolo per il territorio di Vico Equense.

Finito l’intervento di Dilengite si è passati al primo punto all’ordine del giorno, ma è scattata l’ira dei Consiglieri di minoranza nel momento in cui si è preso atto che il Sindaco Gennaro Cinque non sarebbe arrivato in tempo per partecipare alla discussione sulla lotta alla criminalità e, nonostante le giustificazioni del Presidente del Consiglio Matteo De Simone che comunicava la necessaria presenza del Sindaco a una riunione presso la Napoletana-Gas, si è scatenata la bagarre. Per primo Dilengite ma poi anche Starace, Maresca, Scaramellino hanno abbandonato l’aula in preda alla collera e allo sdegno.
La maggioranza ha proseguito il lavoro, pur rammaricandosi per l’abbandono dei suddetti consiglieri.

Il vicesindaco Migliaccio ha voluto ribadire che saranno prese tutte le strade necessarie a proteggere cittadini e territorio dalle infiltrazioni camorristiche, pur senza alzare la voce o dimostrare virilità. L’assessore Ferrara ha risposto alle domande di Dilengite sulla piazza Mercato, sia pure in sua assenza, dando una spiegazione “tecnica” e tralasciando quella “politica” alla quale l’avvocato teneva tanto. Il consigliere Savarese ha dato lettura di un documento inviato da Gennaro Cinque al Prefetto all'indomani dell'agguato alla Marina di Vico con delle richieste circostanziate di intervento delle autorità preposte.
Infine, è stato approvato un pacchetto di attività di contrasto alla criminalità, letto dalla Consigliera Eusebio, che avrebbe potuto essere migliorato con il contributo di tutti. Invece, l’unanimità si è raggiunta con l’assenza delle minoranze.
In conclusione, dopo tanti mesi di attesa, un argomento importantissimo per il benessere sociale di Vico Equense è stato trattato nel peggiore dei modi per diversi motivi, tra i quali soprattutto l’assenza del Sindaco Cinque che avrebbe potuto e dovuto presenziare e mandare piuttosto un delegato alla Napoletana-Gas.
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"
Nella foto: le sedie vuote della minoranza

venerdì 4 gennaio 2013

Vico Equense - Il Cielo in una stanza

Vico Equense – Il nuovo anno inizia nel migliore dei modi per l’Assessorato alle politiche sociali del Comune di Vico Equense, rappresentato da Marinella Cioffi. Infatti, la Fondazione con il Sud ha concesso al “Cantiere Sociale”, diretto dallo psicologo Giuseppe Errico, un finanziamento per la realizzazione del progetto “Il Cielo in una stanza. Struttura diurna e residenziale per l’accoglienza e il rafforzamento dell’integrazione sociale di persone svantaggiate, anche con disagio psichico.” La Fondazione con il Sud è un ente non profit privato nato nel novembre 2006 (come Fondazione per il Sud) dall’alleanza tra le fondazioni di origine bancaria e il mondo del terzo settore e del volontariato per promuovere l’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno, in altre parole favorire percorsi di coesione sociale per lo sviluppo. Non a caso, il progetto sovvenzionato consiste nella costituzione e l’avviamento di una struttura permanente di accoglienza diurna e residenziale per la prestazione di servizi socio-sanitari ed educativi a favore di soggetti deboli e per la cura ed il rafforzamento dell’integrazione sociale delle persone disagiate. Il centro si troverà in via Madonnella, e sarà dotato di uno spazio utile per le diverse attività dedicate agli utenti (laboratori, corsi, atelier). Si tratta di un percorso di cura, riabilitazione e progressiva acquisizione di autonomia, in un ambiente di vita caratterizzato da relazioni personalizzate, serene e rassicuranti. La struttura, sarà gestita dall’associazione Movimento Famiglie, in collaborazione con i servizi sociali del Comune di Vico Equense, vari enti pubblici e del terzo settore locale: Azienda Sanitaria Locale Napoli 3 Sud, Università degli studi di Napoli “Federico II”, Cantiere Sociale, Associazione Obiettivo 1, Associazione IPERS, Agenzia Arcipelago Onlus, Cooperativa sociale La Locanda, Cooperativa sociale Il Delfino, Unitre, Associazione AISERV, Caritas Parrocchiale SS. Ciro e Giovanni di Vico Equense, Abili diversamente. All’iniziativa contribuiscono numerosi operatori ed esperti operanti nelle diverse aree sociosanitarie (cura, prevenzione, riabilitazione). L’obiettivo, è il superamento e la cura della situazione di disagio nel rispetto della centralità della persona e della specificità di caratteristiche, convinzioni e bisogni individuali, consentendo al disagiato d’essere protagonista attivo del proprio processo di guarigione in funzione del benessere psico-emozionale, dell’integrazione sociale e dell’autonomia personale. Si prevedono inoltre, dal secondo anno di attività e a seguito di un’intensa attività di formazione di base, anche la messa in campo di un programma mirato di riabilitazione, educazione e/o convivenza rivolto a giovani e agli adulti sul tema del “dopo di noi”.

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