Un Codice morale per lo sviluppo dell’economia e della cultura della penisola sorrentina nel rispetto dell’ambiente e della vivibilità dei cittadini e degli ospiti della costiera. A volerlo sono i sei sindaci dei comuni di Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, S.Agnello, Sorrento e Massalubrense che domani 27 giugno alle ore 10 si ritroveranno nella sala consiliare del comune di Sorrento per presentare questo codice alla cittadinanza ed alla stampa. Si legge nel manifesto affisso sui muri della città che “Con questa “firma”, il Comune di Vico Equense si è impegnato a “sostenere l’agricoltura come attività di pubblico interesse a tutela del territorio, del suolo e delle acque. Ad orientare il proprio operato perseguendo l’obiettivo di contrastare il progressivo abbandono delle attività agricole che si registra in penisola sorrentina, e a collaborare alla salvaguardia, alla gestione e alla pianificazione del paesaggio, adottando criteri di ottimizzazione energetica, prevenzione dell’inquinamento e minimizzazione dei rifiuti prodotti ecc. ecc.” Sconcerta, ma non meraviglia più l’uso a dir poco sfacciato di queste operazioni. Io conosco l’operato del sindaco Gennaro Cinque, l’ho fotografato e denunciato e ve lo mostro nelle foto che accompagnano l’articolo, per poter dire che ci vuole molta spudoratezza per parlare di morale e moralità relativamente a l’operato realizzato sul territorio di Vico Equenseo a difesa dell’ambiente, come ce ne vuole altrettanta per i sindaci della costiera, Sorrento inclusa, per le devastazioni inferte all’ambiente con scavi che hanno distrutto ettari di aranceti e limoneti e con la leggerezza per controlli inesistenti su privati che sversavano i propri liquami in un golfo che una volta si voleva magico ed incontaminato. Queste operazioni ormai sono diventate il nuovo conformismo: hanno scritto codice morale e non codice etico, come spesso erroneamente si usa, ma se hanno fatto questo distinguo dubito che conoscano la differenza tra morale ed etica, e certamente nello scegliere il primo termine i nostri sindaci hanno fatto propria inconsapevolmente la concezione pericolosamente postmoderna (Lipovetsky, Maffesoli, Bauman,) che attribuisce alla morale una grande varietà di opzioni e che per molti filosofi ha dato il via al crepuscolo di qualsiasi filosofia dei “valori forti”. In pratica, ognuno si costruisce una propria morale ed agisce secondo il proprio interesse. Infatti oggi si parla di morali al plurale, liberandosi – come afferma Zygmunt Bauman “ dalle ultime tracce di “opprimenti doveri illimitati”, “precetti”, e "obblighi assoluti”[…] mentre i politici hanno chiuso definitivamente con le utopie e sono divenuti ultra pragmatici, spingendo verso un individualismo privo di scrupoli” (Bauman, Le sfide dell’etica, pag.8). Un codice morale dunque, anche se suona in maniera altisonante, non significa proprio niente, soprattutto se viene redatto per difendere le attività economiche di privati. Al più, potrebbe significare alla fine continuare a fare man bassa del territorio come è stato fatto fino ad ora ed in più ammantandosi di “rigore etico” che invece è assolutamente, tutta un’altra cosa. Qualcuno potrà dire che questa è una mia opinione: benissimo! Ma allora, anche se è così, abbiate il buon gusto di non ammantare questa operazione discutibilissima e ipocrita per quello che non è, e non sarà mai, ovvero una carta dei diritti per l’ambiente negato, che è invece, eticamente parlando, tutta un’altra cosa. Oggi questa terra che agonizza per gli effetti prodotti dai soli interessi economici di privati senza scrupoli, avrebbe bisogno urgente di una vera Carta dei diritti per l’ambiente negato, nella quale al mare, al verde, all’aria, alle specie viventi (flora e fauna) venisse riconosciuto lo stesso rispetto e la stessa dignità che si deve alla persona e dove i reati contro queste realtà fossero perseguibili non come reati contro l’ambiente, ma come reati contro la persona. Non mi sembra che con questa operazione si voglia andare in questa direzione, si parla enfaticamente di recupero dell’agricoltura, prevedo il nascere di altri sempre soliti piccoli ristorantini dovunque, spacciati per agriturismo e agricoltura a km 0. Smascherare ed avversare queste operazioni discutibili è quello che ogni cittadino consapevole dovrebbe fare.
Foto di Franco Cuomo: il nuovo viadotto di Seiano
Nessun commento:
Posta un commento