mercoledì 22 giugno 2011

Vico Equense - "Il mio ambientalismo e il mio difetto di comunicazione" di Franco Cuomo


L’altra sera, parlando con amici, qualcuno tra i presenti, mi faceva notare che tutta una serie di attività che lo scrivente proponeva, non raggiungevano l’obiettivo prefissato perchè erano viziate da un difetto di comunicazione. In pratica, questo mia amico che non a caso è un imprenditore, mi muoveva una critica ben precisa: le tue azioni non hanno successo, perché tu comunichi male. Non ho potuto dargli una risposta subito, proprio perché la risposta doveva necessariamente essere più articolata. Avrei potuto dirgli che per parecchi anni ho insegnato prima Sociologia della comunicazione e poi Sociologia dei processi culturali e comunicativi, non è che significhi molto ma è comunque un fatto. Ma avrei voluto dirgli che per le cose che faccio ( la conversazione verteva sulle mie attività di ambientalista) non è necessario raggiungere un successo operativo perché il mio obiettivo non è come per lui quello di vendere un prodotto. Non è un obiettivo nemmeno quello di generare consenso: il mio obiettivo ( ammesso che io ne abbia uno definito) è quello di attivare una sensibilità estetica che è latitante ai più e che questo non è ascrivibile solamente ad un buon o cattivo processo comunicativo, ma coinvolge ambiti più profondi della sfera culturale umana. Io direi di più: oggi proprio per un malcelato senso della comunicazione a tutti i costi, si finisce per concentrarsi principalmente su una tecnica della comunicazione a discapito di ciò che si vuole comunicare. Da un po’ di tempo a questa parte, dagli anni ‘50 per gli americani e ’60 per gli Europei, è diventato importante studiare la comunicazione non tanto in base ai contenuti che veicola, ma in base ai criteri strutturali con cui la si organizza. Questo pensiero è notoriamente sintetizzato con la frase “ il medium è il messaggio”ed è notoriamente di Herbert Marshall McLuhan. Questa fase oggi ha finito per stancare, perché in questa lunga pratica di comunicazione, la qualità di ciò che si comunicava è scaduta a livelli parossistici. Oggi dunque io guardo con sospetto chi, come quel mio amico imprenditore, mi consiglia ( in buona fede ) di concentrarmi su strategie comunicative, prima che sul contenuto di esse. Inoltre non va dimenticato che oggi, una comunicazione non immediatamente percebile può essere sinonimo di libertà dalla banalità comunicativa fatta di manuali per l’uso, che condizionano le nostre vite come recentemente ha sostenuto Derrick De Kerckhove. Allora credo che sia necessario uscire dall’inganno di comunicare tutto a tutti e tornare ad essere padroni delle nostre parole, delle nostre azioni e dei contenuti di queste, anche quando queste appaiono incomprensibili ai più, perché questa è la condizione primaria per la conquista di una propria identità. Abbiamo bisogno di un testo scritto e paradossalmente, la Rete, rispetto ai vecchi media ha recuperato la parole scritta in un processo di riconoscimento ancora elitario, ma che sta privilegiando la qualità dei contenuti. Un esempio di comunicazione che non si concentra sulle strategie di comunicazione così come sono state intese fino ad ora, ma attiva livelli diversi di sensibilità discorsiva è l’azione artistica. Quanta arte dalla musica alla pittura, dalla performance all’environment, alla letteratura alla poesia è immediatamente comunicativa? Quanta arte cioè si prefigge di attivare processi di consenso intorno alla sua apparizione e/o manifestazione? E non mi riferisco solo all’arte contemporanea, per moltissimi assolutamente incomprensibile e quindi non comunicativa, ma a tutta l’arte che è principalmente un discorso di sensibilità, una Sehnsucht, dicevano i romantici, ovvero un desiderio interiore per qualcosa che si ama e si desidera fortemente ammirare e salvaguardare. Allora, e concludo, non mi importa molto se non comunico bene, se non mi sono prefissato una strategia comunicativa, io difendo l’ambiente e non mi interessa aderire alle strategie comunicative ambientali che vengono diffuse dai media. Oggi le strategie comunicative ambientali sono diventate il nuovo conformismo, l’ambientalismo, così come lo intendo io invece, ma non sono il solo per fortuna, non obbedisce a queste strategie ma costituisce una nuova Sehnsucht e, se lo diceva il romanticismo tedesco che di natura se ne intendeva eccome, io continuerò a difettare di comunicazione.

4 commenti:

mariad ha detto...

Franco perdonami ma c'è qualcosa che non mi convince in questa tuo articolo. Non voglio discutere sulle tue reali intenzioni, ma mi viene da dire che alla fin fine anche tu passi per le strade confomiste della comunicazione. Quando aderisci a una raccolta di firme o sottoscrivi un manifesto non richiami propriamente al romanticismo tedesco, ma ti adegui ai normali e conformisti mezzi di comunicazione, per esempio.
Altra cosa è quando ti esprimi con un libro o con un'opera di pittura.
Poi parli di successo operativ o come di una cosa che non ti interessa, ma una denuncia o un esposto alle autorità preposte non sono mirati a un successo operativo? Penserei il contrario se tu facessi solo una denuncia sociale

franco cuomo ha detto...

Non ci siamo Maria! Non ci siamo proprio. Il successo operativo, non è che non mi interessa, ma non mi muovo solo per quello, non cerco alleanze, ma mi appoggio ad altri se ci sono, ma se non ci sono non fa niente. Eppoi Maria! Esci dagli schemi: le firme, il manifesto, uff, uff, uff.E' mai possibile che pensi sempre alla stessa persona? Non è un'ossessione. No, non ci siamo, non ci siamo proprio.

mariad ha detto...

caro amico mio facevo degli esempi che riguardano te. Non mi riferivo e non pensavo ad altri che sono "solo" conformisti, lo avrei detto. In realtà, penso, che sei tu ad adeguarti, talvolta, e la cosa dipersè non mi sembra che abbia aspetti negativi. Non ci sarebbe nulla di male per me perchè di te penserei che lo fai in modo consapevole e tutto sommato accettabile, visti i temi che ti stanno a cuore. io so che tu non sei conformista...
Per cui ti avrei anche io consigliato le stesse cose del tuo amico

saverio cinque ha detto...

dalle cose che spesso leggo ne vs. dialoghi ho la sensazione che sia più un'ossessione del Cuomo quella di acuire certe appartenenze. Mi senbra proprio che si diverta a mettere zizzanie.........saluti, saverio cinque