giovedì 30 giugno 2011

Vico Equense - Note a margine del consiglio comunale

Dopo la cronaca asettica del primo consiglio comunale qualche considerazione personale su come si sono svolti i fatti la vorrei fare. A partire dal discorso del sindaco, atteso e auspicato. Gennaro Cinque ha voluto prendere la parola, lo aveva detto e ha mantenuto la promessa. Il suo discorso è stato anche abbastanza incisivo, nel senso che ha chiarito la sua posizione sia nei confronti del Consiglio Comunale, che della Giunta che verrà, che delle minoranze. Ha usato metafore divertenti tipo quella della gatta che per andare di fretta fece i figli ciechi, riferendosi alla lentezza nel nominare la Giunta. Oppure espressioni tipo “h24”, per dire che è a disposizione di chi vuole parlare con lui 24 ore su 24…

Insomma si è abbandonato alla parola, lui che privilegia in assoluto i “fatti”. Credo che su questo gli si debba riconoscere almeno la buona volontà di non chiudersi in un mutismo davvero disarmante per chi cercava di comunicare con lui. Un passo avanti è stato compiuto e bisogna dargliene atto. Certo non ci si poteva aspettare che svelasse le motivazioni profonde che stanno alla base della mancata nomina della giunta in quanto queste sono sempre inconfessabili, visti gli appetiti famelici di chi porta voti con delle aspettative. Il nuovo consiglio comunale, come anche altrove accade, contiene delle incognite e delle dinamiche complicate e Cinque ha effettivamente un bel nodo da sciogliere. Le voci che circolano, non si sa con quanta veridicità o quanta malizia, su alcuni dei nuovi eletti, ma anche sugli esclusi, confermano che sarà difficile mettere insieme una Giunta senza creare problemi nella maggioranza.
Quindi, aspettarsi che il sindaco snocciolasse per filo e per segno cosa sta succedendo tra “loro” mi sembra un po’ ingenuo. Ma almeno che dichiarasse un minimo di difficoltà interna si poteva sperare. Perché è ingenuo (?) anche Cinque quando crede che basti dire che andare di fretta non è buona abitudine. In fretta no, ma in tempi ragionevoli sì, si può. E, sebbene sia vero che Napoli e Milano rappresentano realtà totalmente diverse da Vico Equense, è vero anche che quando si hanno le idee chiare si cammina con una certa speditezza. Probabilmente l’unica idea chiara di Gennaro Cinque è quella di non farsi mettere sotto dai suoi consiglieri e di non dare spazio ai prepotenti, cosa che al momento gli risulta piuttosto difficile ed implica tempi lunghi.
Quanto all’apertura verso le minoranze che saranno ascoltate “h24”, questo bisognerà verificarlo con i “fatti”. In questo “dovrà collaborare anche l’opposizione, stando in comune, leggendo gli atti, facendo proposte, lavorando cioè a tutto campo”. Il Sindaco dice”Venite al Comune, parlate con me, apritevi senza pregiudizi”, ma oltre a fare un ecumenico appello alla pacificazione, mette anche alla prova la minoranza. In questo dimostra intelligenza unita anche a una buona dose di furbizia nel comunicare, rilanciando la palla in segno di sfida. Sapendo bene, però, che sarebbe per certi aspetti inutile la presenza quotidiana in comune sia perché non si trovano interlocutori, sia perché il consenso si crea sul campo, tra i cittadini. E su questo lui è imbattibile…

Lo scivolone serio invece l’ha preso quando ha affermato che bisogna essere concreti se si vuole interloquire con lui, che di chiacchiere non ha bisogno. In caso di polemiche senza senso lui tornerà a tacere. Gli avrei chiesto: chi giudicherà se si è concreti o si stanno facendo polemiche “senza senso”? Nel passato, a cui si è riferito Cinque, non ci sono state polemiche senza senso perchè molti giorni prima del consiglio comunale arrivavano, visti gli atti, quelle che erano le considerazioni della minoranza e si facevano domande e proposte. Erano per lui polemiche senza senso?
Inoltre, come si fa a capire su cosa è propenso a confrontarsi? Lui dice che non bisogna dirgli sempre no. Ma non si è capito a cosa o a chi si riferisse visto che su molte delibere nel quinquennio trascorso ha avuto parecchie aperture di credito e diverse proposte su temi importantissimi come la scuola, l’uscita da terre delle sirene, dal piano sociale di zona. A me sembra che a dire sempre di no sia stato proprio lui che portava in consiglio comunale delle decisioni granitiche sulle quali discutere e confrontarsi era un’inutile perdita di tempo…..

Passiamo alle minoranze. Onestamente non ho capito il rifiuto della Scaramellino alla nomina di Vice-presidente del consiglio. Credo che ci saranno delle spiegazioni pubbliche su questo punto e aspetto di leggerle. A un primo esame direi che forse sono state precipitose, nel senso che, se è vero che si vuole aprire una nuova stagione che non sia solo di “opposizione” si potevano tenere in caldo le dimissioni fino al momento opportuno, quando cioè si sarebbe verificata, se si fosse verificata, l’effettiva rottura dei rapporti per palesi inadempienze del Consiglio Comunale. Si poteva agire di fino, insomma, come fa Cinque… Non si può dire di voler aprire un confronto e rifiutare immediatamente una carica istituzionale offerta su un piatto d’argento. Né si può dire che davvero ci si aspettava di ottenere la Presidenza del Consiglio. Si è fatto un tentativo, ben sapendo però che l’antica abitudine di mettere un rappresentante delle minoranze in un posto così importante per l’ equilibrio tra le parti è andato ormai sparendo dai consessi. In realtà nemmeno a Napoli e a Milano si è verificato. De Magistris con l’indipendente Pasquino, ha scelto dal terzo polo, che non si può definire opposizione, almeno sulla carta. Pisapia poi con Rizzo ha attinto dalla sinistra radicale…

Per chiudere vorrei dire del bell’intervento di Giuseppe Dilengite. L’avvocato si è dilungato sull’importanza della parola come origine e veicolo della civiltà. Senza parole, secondo Dilengite e noi condividiamo, non si arriva ai “fatti” e non si può svilire il confronto affermando che “saper parlare bene non significa anche saper agire bene”. E’ un luogo comune che nasconde il rifiuto deliberato all’ascolto. Perché poi, in soldoni, quando si parla ad esempio di Turismo, come dice Dilengite, non si capisce come mai in città proliferano lavori che non finiscono mai, tipo piazza Kennedy, primo biglietto da visita per i turisti in arrivo e muoiono iniziative di livello internazionale come il “Vico Jazz Festival” per mancanza di fondi. Vuol dire che di chiacchiere sul turismo ne ha fatte tante soprattutto la prima Giunta di Cinque...

Infine, mi si scusasse l’impudenza, ma quando si dice che Cinque è il sindaco dei fatti mi viene da sorridere… e penso al sindaco di un popolo allegrotto e col gusto dello sballo, insomma.
Naturalmente sto scherzando, un po’ di ironia non guasta mai, spero


mercoledì 29 giugno 2011

Vico Equense - Posta Elettronica Certificata per i Consiglieri Comunali

Vico Equense – A breve la Posta Elettronica Certificata (PEC), strumento principe per velocizzare e rendere più economiche le comunicazioni, mantenendo lo stesso valore legale della raccomandata con ricevuta di ritorno, diverrà una realtà per i Consiglieri Comunali. L’annuncio è giunto durante la seduta d’insediamento del Consiglio Comunale. L’Amministrazione in questi ultimi anni ha attivato i processi necessari per la digitalizzazione di tutti i documenti dell’Ente, impegnandosi concretamente a ridurre il consumo di carta permettendo così una riduzione dei costi e mostrando vera considerazione per l’ambiente. “Infatti, - chiarisce il Sindaco Gennaro Cinque -l’attivazione delle caselle di Posta Elettronica Certificata, peraltro a costo zero per l’Ente, consentirà a tutti i Consiglieri Comunali di ricevere e trasmettere, direttamente dal proprio indirizzo mail dedicato, le convocazioni dei Consigli e delle Commissioni, con i relativi allegati, oltre ad atti e documenti ufficiali, riducendo il ricorso alla comunicazione cartacea ed abbattendo costi e tempi delle procedure amministrative.”
La PEC, in apparenza simile alla posta elettronica “tradizionale”, offre un servizio più completo e sicuro, infatti con il sistema di Posta Elettronica Certificata è garantita la certezza del contenuto: i protocolli di sicurezza utilizzati fanno si che non siano possibili modifiche al corpo del messaggio ed agli eventuali allegati; inoltre, in caso di contenzioso, garantisce l’opponibilità a terzi del messaggio; infine la PEC certifica sia la spedizione che il recapito del messaggio di posta elettronica. “L’istituzione della PEC da parte dell´intero Consiglio Comunale - continua il Primo Cittadino –costituisce non solo l’adeguamento alle disposizioni di Legge per la digitalizzazione degli Enti Pubblici, ma un vero passo verso la semplificazione delle procedure e del flusso documentale di interesse collettivo. In tal modo la comunicazione e la consultazione di atti sarà agevole e “user friendly” da parte di tutti i consiglieri comunali che senza distinzione di “casacca” disporranno dei mezzi per essere informati e partecipi alle attività del Comune.”
Comunicato Stampa


martedì 28 giugno 2011

Vico Equense - Nuovo Consiglio Comunale: Matteo De Simone eletto Presidente del Consiglio, Cinque giura sulla Costituzione

Prime scaramucce tra maggioranza e opposizione nel nuovo consiglio comunale di Vico Equense convocato martedì 28 giugno, per la prima volta dopo le elezioni.
Gennaro Cinque, fortissimo nei numeri, ha dato dunque il via ai lavori della nuova consiliatura che si compone di 11 membri di maggioranza, più il Sindaco, e 5 di minoranza.
All'ordine del giorno, primo punto, l'elezione del nuovo Presidente del Consiglio.
La maggioranza si è subito espressa a favore di Matteo De Simone, classe 1975, ex assessore ai lavori pubblici, il più votato alle recenti elezioni amministrative.
La minoranza, composta da Aldo Starace, Claudia Scaramellino, Natale Maresca, Giuseppe Dilengite e Francesco Buonocore, si è detta contraria alla proposta di nomi senza aver prima effettuato, come in democrazia sarebbe sempre auspicabile, un tavolo di discussione per consentire una possibile condivisione delle candidature. La minoranza ha altresì proposto Claudia Scaramellino, ritenendola una figura di equilbrio tra le parti, una donna, finalmente, a ricoprire una carica importante nell'assise.
La maggioranza, nella persona del Consigliere Giuseppe Aiello, ha ribadito che è necessario instaurare un rapporto di rispetto reciproco tra le parti. Ha aggiunto che in sede di riunione anche la maggioranza ha valutato la figura di Claudia Scaramellino. Avendo però deciso di conferire la carica a Matteo De Simone, la Scaramellino poteva accettare la carica di  Vicepresidente. A questo punto la minoranza ha ritirato la candidatura della prof.ssa Scaramellino e la votazione ha avuto il seguente esito: Matteo De Simone voti 11. Claudia Scaramellino voti 5.
Singolare è stata l'elezione del Vicepresidente del Consiglio. Al primo scrutinio tutti, maggioranza e opposizione, hanno votato scheda bianca. Un palese tentativo della maggioranza di capire l'orientamento dell'opposizione e di appoggiarlo in seconda battuta. Al secondo scrutinio, la Scaramellino è stata eletta con 11 voti a favore e 5 schede bianche, ma ha subito dichiarato di rifiutare la carica.
Finalmente, in terza votazione, è stato eletto Francesco Lombardi con 11 voti a favore, e 5 schede bianche.
La minoranza, dietro le quinte, ha giustificato il rifiuto della carica di Vicepresidente ritenendola un "contentino" che non poteva essere accettato.

Si è poi passati al momento solenne del Giuramento sulla Costituzione di Gennaro Cinque. Dpodichè, il sindaco, al suo secondo mandato con esito elettorale plebiscitario, ha fatto leggere dal neoeletto presidente De Simone, un proprio messaggio di saluto ed ha successivamente preso personalmente le parola, fedele a una promessa fatta in campagna elettorale, quella cioè di rompere il suo tradizionale mutismo in Consiglio Comunale.
Nel suo discorso di insediamento Cinque ha auspicato un atteggiamento di discontinuità da parte della minoranza rispetto alla passata consiliatura a suo dire troppo aggressiva e povera di proposte. Ha dato la sua piena disponibilità a collaborare con l’opposizione, "h24". - "L'importante -ha detto il Sindaco- è che le minoranze si esprimano in maniera più concreta possibile al fine di non perdere troppo tempo in chiacchiere e di badare soprattutto ai fatti."
Quanto alla Giunta, Gennaro Cinque ha ribadito di volersi affiancare di persone che svolgano il loro ruolo con dedizione e che si sentano responsabili fino in fondo degli atti e delle scelte che si votano in sede di Giunta e di Consiglio. Su questo punto il Sindaco ha bacchettato anche i suoi consiglieri spronandoli ad essere presenti in comune e a dedicare molto tempo alle commissioni delle quali faranno parte.

De Simone è poi passato alla discussione sulla tassa di soggiorno ed ha esposto gli esiti di un convegno tenutosi a Sorrento anche su questo tema. I sei sindaci della penisola sorrentina, presenti al convegno, non avendo raggiunto un accordo sull’istituzione della tassa, hanno deciso di rimandare la discussione a un prossimo appuntamento
Su questo punto l'opposizione si è spaccata. Dilengite innanzitutto ha ribadito al Sindaco che la parola viene prima dei fatti e che le civiltà sono nate dalle parole. Ha dunque proposto come "fatto" l'istituzione immediata della tassa di soggiorno, a totale carico dei turisti, per dare ossigeno alle poche risorse destinate al turismo nel bilancio comunale. Ciò indipendentemente dalle scelte degli altri comuni della Penisola Sorrentina. Questo renderebbe possibile, a suo dire, il finanziamento di manifestazioni come il "Vico Jazz Festival" che richiama turisti da tutto il mondo ma che quest'anno non verrà riproposta per mancanza di fondi.
Di parere diverso Starace, il quale si è detto sfavorevole alla istituzione di una nuova tassa e ha aggiunto che considera comunque necessario l'adeguamento del Comune di Vico Equense alla scelta che faranno gli altri comuni sorrentini in quanto la nostra città non può rimanere isolata e deve uniformarsi alle scelte del territorio.
Infine, la votazione sulla tassa di soggiorno è stata rinviata al prossimo consiglio comunale e De Simone ha chiuso la seduta.
Maria D'Ordia

Vico Equense - Faito Doc Festival 2011: rassegne e concorsi per il cinema d’autore

Vico Equense – Tra il naturale scenario del monte Faito e lo storico chiostro del Complesso Monumentale della S.S. Trinità e Paradiso, dal 06 al 10 Luglio si svolgerà il ricco programma del “Faito Doc Festival 2011”. Organizzato dal comune di Vico Equense, in collaborazione con l’Associazione Monteamare, la manifestazione giunta alla quarta edizione, affronterà il tema de: “L’identità”. Natura e cultura, due location scelte accuratamente dall’Amministrazione equana, anche, per dare una maggiore fruibilità sia ai partecipanti che al pubblico e sopperire, così, alle varie esigenze nelle diverse ore del giorno. In gara cortometraggi e lungometraggi provenienti dai vari Paesi europei ed extraeuropei, che si raffronteranno nella seziona del: “Concorso cinematografico internazionale”. La premiazione sarà divisa in due momenti: il “Premio del Pubblico” e il “Premio Miglior Documentario”. Quest’ultimo sarà assegnato da una giuria di professionisti: Altugy Ilmaz (TR, giornalista Agos), Stefano Martufi (autore e sceneggiatore), Maurizio Del Bufalo (presidente e coordinatore del festival Cinema e Diritti), Sabrina Varani (direttore della fotografia), Salvatore Fronio (regista) e Maria Grazia Caso (direttrice del Mediterraneo Video Festival). Un momento di confronto produttivo e uno sguardo sul mondo, per ampliare la propria cultura, saranno il filo conduttore degli 11 long e dei 9 short documentari, che saranno proiettati nei cinque giorni di lavori dedicati al cinema d’autore. Il 6 Luglio alle ore 15.30, presso la piazzetta della Funivia di Faito, in anteprima, saranno presentati due film fuori concorso. In serata, invece, alle 18.30, al chiostro della S.S. Trinità avrà inizio il “Faito Doc Festival” con l’apertura di due mostre fotografiche all’interno della Sala Polifunzionale. Oltre ai documentari in concorso, quest’anno, la manifestazione sarà arricchita, anche, da due sezioni speciali: dalla prima edizione del “Vico in video” e dalla rassegna “Campania DOC”. Ancora una novità, prevista per l’edizione 2011 del Festival, sarà la possibilità, per tutti, addetti ai lavori e non, di poter partecipare ad escursioni naturalistiche sul monte Faito. Per la prenotazione e le informazioni delle visite dei percorsi naturalistici è possibile scrivere a: info@faitodocfestival.it.

Elena Pontoriero
Città di Vico Equense

lunedì 27 giugno 2011

Vico Equense - Gennaro Cinque e il Codice Morale

Il 27 luglio a Sorrento c'è stato un incontro nel quale i sindaci della Penisola Sorrentina hanno sottoscritto un codice morale per sostenere le attività agricole e produttive del territorio.

Sembra un po' fuori luogo e proprio per gli argomenti trattati, che il sindaco si sia portato dietro Matteo De Simone, come ben si osserva dalle foto inserite su facebook.
De Simone, infatti, ultimamente ha avuto diversi problemi con la giustizia a causa di un atto pubblico falso a corredo del “progetto a sanatoria di opere eseguite in assenza di d.i.a. – trasmissione documenti integrativi."
I lavori furono eseguiti in via Vecchia Belvedere e nel progetto Matteo De Simone attestava falsamente che nel luogo dell’intervento preesisteva un tracciato stradale, mentre in realtà ivi preesisteva soltanto un vialetto pedonale nonché che le opere erano conformi ai vigenti strumenti urbanistici mentre esse non erano consentite dal P.R.G. e dal P.U.T.
L’attestazione falsa di De Simone fu eseguita in qualità di perito agrario nell’esercizio di un servizio di pubblica necessità.
Per questo motivo Matteo De Simone è stato condannato in primo grado a sei mesi di reclusione (con la condizionale) e al pagamento delle spese processuali.
La pena è sospesa.
La sentenza è del 10 marzo 2011 ed è stata depositata il 6 giugno 2011.
Signor Sindaco, mi scusi, ma non poteva portarsi qualcun'altro a Sorrento? Matteo De Simone ha commesso un reato anche contro l'amministrazione comunale o sbaglio...?

Ps Si parla di Matteo De Simone come il futuro Presidente del Consiglio Comunale… Eventualmente, non sarebbe il caso di ripensarci?

Vico Equense - Serate particolari a Montechiaro. Programma

Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni e le arance d'oro splendono tra le foglie scure?...Laggiù andaiamo, padre! (J. W. Goethe: Mignon).

Il programma:
Lunedì 4 luglio 2011
Sagrato della chiesa S. Maria delle Grazie - Montechiaro  
al tramonto... ore 20.45:
Come a Rathaus Platz Wien!
Proiezione in dvd della Missa Solemnis op. 123 di Ludwig van Bethoven
Concertgebouw Orchestra - Direttore Leonard Bernestein
A cura dell'Associazione Aequa 20

Lunedì 11 luglio
Sagrato della chiesa S. Maria delle Grazie - Montechiaro
Al tramonto... ore 20.45:
Tradizionale esposizione di Pane Cafone...Ricotta e Dunga Dunga!
Affabulazione con Scilla Accurso
con brani tratti da Michel Montaigne, Girolamo Gigli, Gabriele Rossetti, Antonio Vignali e Giovanni Piro
Il Dunga Dunga in testi dal 1.500 al Risorgimento...
A cura dell'Associazione Aequa

Lunedì 18 luglio
Sagrato della chiesa S. Maria delle Grazie - Montechiaro
Al tramonto... ore 20.45
Concerto con Silvana Nardiello, mezzosoprano
Pianoforte: Vincenzo Caruso
A cura dell'Associazione Aequa

Vico Equense - Questi i risultati del Codice Morale del sindaco Gennaro Cinque

Un Codice morale per lo sviluppo dell’economia e della cultura della penisola sorrentina nel rispetto dell’ambiente e della vivibilità dei cittadini e degli ospiti della costiera. A volerlo sono i sei sindaci dei comuni di Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, S.Agnello, Sorrento e Massalubrense che domani 27 giugno alle ore 10 si ritroveranno nella sala consiliare del comune di Sorrento per presentare questo codice alla cittadinanza ed alla stampa. Si legge nel manifesto affisso sui muri della città che “Con questa “firma”, il Comune di Vico Equense si è impegnato a “sostenere l’agricoltura come attività di pubblico interesse a tutela del territorio, del suolo e delle acque. Ad orientare il proprio operato perseguendo l’obiettivo di contrastare il progressivo abbandono delle attività agricole che si registra in penisola sorrentina, e a collaborare alla salvaguardia, alla gestione e alla pianificazione del paesaggio, adottando criteri di ottimizzazione energetica, prevenzione dell’inquinamento e minimizzazione dei rifiuti prodotti ecc. ecc.” Sconcerta, ma non meraviglia più l’uso a dir poco sfacciato di queste operazioni. Io conosco l’operato del sindaco Gennaro Cinque, l’ho fotografato e denunciato e ve lo mostro nelle foto che accompagnano l’articolo, per poter dire che ci vuole molta spudoratezza per parlare di morale e moralità relativamente a l’operato realizzato sul territorio di Vico Equenseo a difesa dell’ambiente, come ce ne vuole altrettanta per i sindaci della costiera, Sorrento inclusa, per le devastazioni inferte all’ambiente con scavi che hanno distrutto ettari di aranceti e limoneti e con la leggerezza per controlli inesistenti su privati che sversavano i propri liquami in un golfo che una volta si voleva magico ed incontaminato. Queste operazioni ormai sono diventate il nuovo conformismo: hanno scritto codice morale e non codice etico, come spesso erroneamente si usa, ma se hanno fatto questo distinguo dubito che conoscano la differenza tra morale ed etica, e certamente nello scegliere il primo termine i nostri sindaci hanno fatto propria inconsapevolmente la concezione pericolosamente postmoderna (Lipovetsky, Maffesoli, Bauman,) che attribuisce alla morale una grande varietà di opzioni e che per molti filosofi ha dato il via al crepuscolo di qualsiasi filosofia dei “valori forti”. In pratica, ognuno si costruisce una propria morale ed agisce secondo il proprio interesse. Infatti oggi si parla di morali al plurale, liberandosi – come afferma Zygmunt Bauman “ dalle ultime tracce di “opprimenti doveri illimitati”, “precetti”, e "obblighi assoluti”[…] mentre i politici hanno chiuso definitivamente con le utopie e sono divenuti ultra pragmatici, spingendo verso un individualismo privo di scrupoli” (Bauman, Le sfide dell’etica, pag.8). Un codice morale dunque, anche se suona in maniera altisonante, non significa proprio niente, soprattutto se viene redatto per difendere le attività economiche di privati. Al più, potrebbe significare alla fine continuare a fare man bassa del territorio come è stato fatto fino ad ora ed in più ammantandosi di “rigore etico” che invece è assolutamente, tutta un’altra cosa. Qualcuno potrà dire che questa è una mia opinione: benissimo! Ma allora, anche se è così, abbiate il buon gusto di non ammantare questa operazione discutibilissima e ipocrita per quello che non è, e non sarà mai, ovvero una carta dei diritti per l’ambiente negato, che è invece, eticamente parlando, tutta un’altra cosa. Oggi questa terra che agonizza per gli effetti prodotti dai soli interessi economici di privati senza scrupoli, avrebbe bisogno urgente di una vera Carta dei diritti per l’ambiente negato, nella quale al mare, al verde, all’aria, alle specie viventi (flora e fauna) venisse riconosciuto lo stesso rispetto e la stessa dignità che si deve alla persona e dove i reati contro queste realtà fossero perseguibili non come reati contro l’ambiente, ma come reati contro la persona. Non mi sembra che con questa operazione si voglia andare in questa direzione, si parla enfaticamente di recupero dell’agricoltura, prevedo il nascere di altri sempre soliti piccoli ristorantini dovunque, spacciati per agriturismo e agricoltura a km 0. Smascherare ed avversare queste operazioni discutibili è quello che ogni cittadino consapevole dovrebbe fare.
Franco Cuomo - Cronache da Agharta
Foto di Franco Cuomo: il nuovo viadotto di Seiano


sabato 25 giugno 2011

Vico Equense - Il sindaco Cinque compie 50 anni.

Domenica 26 giugno, come tutti sanno, è il compleanno del Sindaco di Vico Equense Gennaro Cinque. Doveroso fargli gli auguri, soprattutto perchè "Telearredo" compie 50 anni, un compleanno importante che fa un po' da spartiacque tra la prima e la seconda "età" della vita.
Ho letto la simpatica nota sul suo blog personale dove il sindaco in persona racconta della sua infanzia, dell'adolescenza, della scuola, della famiglia. Naturale il suo orgoglio per essere persona che si è fatta da sè e glielo riconosciamo. Naturale anche la grande soddisfazione di vedere laureate le due figliole. Però non ho letto nulla riguardo alla sua esperienza politica, il che forse non guasta in un racconto intimista, dove i personaggi principali sono la famiglia,  il matrimonio e il lavoro. Eppure, l'esperienza politica, l'ascesa veloce alle più alte cariche cittadine sono una parte importantissima della sua esistenza e sembra strano che nel suo blog, sul quale trovano ampio spazio le imprese fatte per "il bene del paese", proprio i suoi anni da sindaco siano esclusi dalle "memorie".
Sarebbe stato interessante leggere anche di questa sua incredibile esperienza "al servizio dei cittadini", soprattutto per capire in che termini ha influito su di lui, se lo ha cambiato, se è sicuro che tutto abbia funzionato come si aspettava. Oppure, se c'è qualcosa di cui si è pentito, quali errori non commetterebbe più.

Ora Gennaro Cinque si appresta a portare avanti l'opera iniziata un quinquennio fa. E' previsto per martedì 28 giugno l'insediamento del nuovo Consiglio Comunale. Si spera che questa volta inizi con un discorso del Sindaco, per smentire il suo tradizionale mutismo. Potrebbe cominciare con una relazione introduttiva nella quale siano argomentati i motivi per i quali, a più di un mese dalle elezioni, la nuova Giunta non è stata ancora varata. Magari mettendo a nudo le reali difficoltà incontrate in questi giorni per arrivare a una sintesi che soddisfi tutti. E mettendo a tacere le voci e i pettegolezzi di piazza e di stampa. A poche ore dal primo Consiglio Comunale, non si sa nemmeno chi sia il Presidente dell'Assise. E nel merito, questa volta il Sindaco ascolterà anche l'opposizione o continuerà ad ignorare qualsiasi istanza che venga dalle minoranze?

Il risultato elettorale è stato inequivocabile e Cinque ha tutto il diritto di fare le scelte che vuole grazie al consenso strabiliante ottenuto. Cionondimeno, la sua maggiore forza potrebbe assumerla proprio con un atto di grande democrazia, designando alla Presidenza del Consiglio Comunale un candidato unanimamente accettato. Sarebbe un primo passo per cominciare un dialogo che in passato non c'è mai stato. Nella passata consiliatura, l'opposizione ha mille volte chiesto chiarimenti sulle scelte dell'amministrazione senza mai avere risposte. Ha inviato note di tutti i generi, ha fatto interrogazioni, interpellanze al Consiglio comunale. Niente da fare, nessuno nella Giunta era interessato a fornire risposte esaustive. Cambieranno le cose, ci sarà maggiore ascolto da parte del Sindaco e della Giunta? Qualcuno diffonde la voce che le cose cambieranno soprattutto perchè in consiglio comunale, sui banchi dell'opposizione, siedono due avvocati importanti che conoscono la legge e con i quali Gennaro non può esporsi più di tanto.
A me sembra improbabile che il Sindaco si lasci intimorire tanto facilmente. Per quella che è stata la mia impressione Gennaro Cinque va tranquillamente per la sua strada e non si dà troppo pensiero per ciò che accade intorno a lui, nè nella sua maggioranza nè nell'opposizione. Se si accorge che non ci sono le condizioni per andare avanti a modo suo, lascia e manda tutti a quel paese... lo ha fatto in passato e lo farebbe in futuro. Perciò se un'auspicabile inversione di tendenza dovesse esserci nel modo di gestire il potere, questa sarebbe frutto solo di una sua scelta personale, di un suo ripensamento, di una sua libera apertura alle istanze delle minoranze.
Nel secondo mezzo secolo di vita, Gennaro Cinque maturerà un nuovo atteggiamento? Difficile crederci, ma nulla è impossibile. Martedì mattina avremo un primo assaggio.
Nel frattempo gli porgo sentiti auguri di felice compleanno.
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Pompei. Sequestro al Teatro Romano: inizia l’operazione “Archeologia pulita” di Antonio Irlando

“Saranno il maestro Riccardo Muti e l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini a inaugurare, il 10 giugno, il Teatro grande degli scavi di Pompei, rinato grazie ai lavori di restauro durati 15 mesi. L’iniziativa si pone l’obiettivo di rilanciare il sito archeologico più visitato del mondo anche nelle vesti di sede prestigiosa di kermesse internazionali”. Così annunciava un anno fa il quotidiano Il Mattino.
Quasi un anno dopo, il 19 giugno, lo stesso giornale, fa uno scoop: “La Guardia di Finanza ha sequestrato il materiale scenico del Teatro Grande di Pompei (impianto luci, tubi innocenti, assi dei gradoni e del palco). L’ordine è stato emesso dalla Procura di Torre Annunziata per l’inchiesta avviata nel luglio del 2010 sul restauro dell’arena della città archeologica”.
Qualche tempo prima, in un ampio reportage il Corriere della Sera del 25 maggio 2010 denunciava lo scempio che l’indagine della Procura, che ora entra nel vivo, dovrebbe spiegare con cifre e responsabilità: “Già il rumore non lascerebbe dubbi: i martelli pneumatici producono quelle vibrazioni perforanti inequivocabili. Ma poi basta scavalcare una piccola recinzione ed ecco che sì, diventa complicato credere ai propri occhi. I martelli pneumatici diventano quasi un dettaglio nel terribile cantiere del Teatro Grande di Pompei, invaso da betoniere, bob kart, ruspe, cavi, levigatrici e chi più ne ha ne metta. Nel condominio sotto casa vostra sarebbero più prudenti nel fare i lavori. E invece qui, roba di archeologia del II secolo avanti Cristo, gli operai si muovono in mezzo alle rovine come elefanti dentro una cristalleria”.
L’Osservatorio Patrimonio Culturale spiegò, con grande coraggio e chiarezza, in una lettera all’ex ministro Bondi, cosa stava avvenendo negli scavi di Pompei: ”La gravità è facilmente e banalmente dimostrabile, in particolare nella cavea, che, rispetto ad una qualsiasi foto o disegno di diversi momenti della vita degli scavi, risulta completamente costruita ex novo con mattoni in tufo di moderna fattura».
Ancora il racconto del Corriere della Sera “E basta un giro attorno al teatro per crederci. Oppure per non riuscire a credere ai propri occhi. A guardarlo adesso il Teatro Grande di Pompei sembra uno scherzo. Un’ illusione informatica di chi si è divertito a giocare con un’ immagine. Come quando, chessò, si mettono i baffi alla Gioconda”.
Il Gazzettino Vesuviano, in tutto questo non ha mai smesso di anticipare sistematicamente dalle sue colonne e con il suo gruppo facebook Stop Killing Pompeii Ruins quanto di volta in volta riportato dalla stampa nazionale. Senza mai allentare la presa ha denunciato e continua a raccontare le malefatte ai danni del patrimonio archeologico pompeiano.
L’allora commissario straordinario all’area archeologica, nominato con decreto attuato dalla Protezione Civile di Guido Bertolaso, sotto la cui gestione i lavori al “nuovo” Teatro Grande passarono da un appalto iniziale di circa cinquecentomila euro ad oltre sei milioni, dichiaro con enfasi, in un comunicato stampa della soprintendenza diffuso il giorno 11 giugno del 2010: “E’ una serata storica per la rinascita del sito archeologico, festeggiamo stasera la riapertura di un teatro straordinario, e in un momento sicuramente non facile per le arti italiane questa è la risposta che arriva da Pompei, che si afferma sempre più come luogo di elaborazione e proposta culturale, palcoscenico del mondo in cui la bellezza in tutte le sue espressioni è la vera protagonista”. Questa è stata anche l’ultima dichiarazione del super commissario agli scavi, rimosso dal governo proprio nel giorno del concerto di Muti. Quanto accaduto all’uomo ritenuto da Bondi il “salvatore di Pompei” resta ancora molto strano. Durante i suoi 18 mesi e nei sei mesi precedenti dell’ex prefetto Renato Profili, a Pompei si spendono 79 milioni di euro. Certamente non pochi. Nonostante l’inviato del “New York Times” continuava a chiedersi, girando per Pompei dopo il crollo della “Schola Armaturarum e di altre numerose parti: “Ma dove sono stati spesi tutti questi soldi?”. Mentre un giornalista giapponese, ingenuo e non ancora profondo conoscitore dell’Italia, voleva sapere: “Sono stati individuati i responsabili del degrado e della distruzione di Pompei e quali provvedimenti sono stati presi nei loro confronti?”
Che dire a entrambi? Che dire a coloro (gli eventuali agognati Privati), che vogliono contribuire, con soldi e idee, a salvare Pompei per salvare l’immagine dell’intero Paese, soprattutto nel mondo? Che dire al Ministro Galan che è riuscito a scucire al Governo ben 105 milioni da spendere tra Pompei (oltre 50), Napoli e i Campi Flegrei per salvare il patrimonio archeologico napoletano? Che dire ai giovani archeologi che non lavorano a Pompei, mentre solo un archeologo (proprio uno solo) è nell’organico degli scavi? E che dire al mondo che ci biasima e ci deride per come trattiamo il Patrimonio Culturale che tutti, ipocritamente, continuano a definire il “nostro petrolio”?
Forse è necessario che le indagine aperte dalla Magistratura su Pompei giungano al più presto a conclusioni nette che permettano di aprire una salutare operazione “Archeologia Pulita”. Se vi sono responsabilità che si accertino, se vi sono responsabili che si individuino. Un grande progetto per salvare Pompei dal degrado, dalla distruzione ed anche dalla cattiva gestione ancora non è operativo. Sgombrare al più presto le nubi di grandi scandali all’orizzonte, giova a Pompei, alla cultura, all’Italia, alla giustizia, all’economia della provincia di Napoli e ai giovani che sentono parlare di “petrolio” che, però, ancora non da il lavoro che potrebbe.
Sono decenni che periodicamente si ripropone il tema del coinvolgimento dei “privati” per salvare Pompei e non è quasi mai accaduto nulla. Forse la colpa è di una gestione degli scavi che proprio non funziona da molto tempo. I soldi, per ammissione del neo ministro Galan, pienamente condivisibile, sono un secondo problema. Le conclusioni delle diverse indagini della magistratura potranno ridare slancio (ancora una volta la politica ha fallito) al progetto e all’attuazione di una nuova, corretta e giusta gestione del più grande patrimonio culturale dell’umanità.
Antonio Irlando per Il Gazzettino Vesuviano

Roma - Le donne in rete. Esempi di futuro. Convegno “Mc Luhan, tracce del futuro” organizzato da Maria Pia Rossignaud

Le donne online nel giorno medio aumentano dell’11,2%, con 5,6 milioni di utenti attivi di sesso femminile, principalmente tra i 35 e i 54 anni (2,6 milioni) e tra i 25 e i 34 anni (1,4 milioni). Ma cresce, rispetto all’anno scorso, persino, la presenza online delle bambine tra i 2 e gli 11 anni (+30,9%), delle giovani 18-24enni (+14,6%) e delle 55-74enni (+15,7%), lo rivela Audiweb realizzatore e distributore di dati sulla audience online

Dati promettenti se pensiamo che nel mese di aprile 2011 sono stati 26,6 milioni il totale degli utenti attivi che si sono collegati a internet almeno una volta tramite computer, con un incremento del 12,4% su base annua e circa 694 mila utenti unici in più rispetto a marzo 2011. Sicuramente internet è diventato un mezzo indispensabile per la vita quotidiana costituendo uno strumento indispensabile per l’innovazione delle imprese e la loro internazionalizzazione competendo così sul mercato globale.
Di tutto questo e di molto altro si è parlato in occasione del convegno “Mc Luhan, tracce del futuro”, organizzato da Media Duemila, Osservatorio Tuttimedia e Sapienza, Università di Roma, per celebrare i cento anni dalla nascita del grande massmediologo Marshall McLuhan, colui che predisse la grande rivoluzione digitale già negli anni ’60, teorico del “villaggio globale” e che non mancò di anticipare anche i pericoli che la rete poteva nascondere offrendo così, già allora, gli strumenti che oggi sono necessari e prevedibilmente opportuni per sfruttare al meglio le potenzialità della connessione globale. “È infatti l’uomo che deve ritornare al centro dell’attenzione” ha dichiarato durante il convegno Maria Pia Rossignaud, organizzatrice dell’evento, direttrice di MediaDuemila e vicepresidente di TuttiMedia “È vero che esiste la tecnologia, ma bisogna riportare l'uomo al centro perché è il cervello il luogo dove nascono le idee''.
“Il problema centrale” ha sottolineato il presidente dell’Ansa, Giulio Anselmi “è però, oggi, innanzitutto la qualità”. Per Anselmi la conoscenza delle nuove tecnologie è ormai, ad esempio, dote indispensabile di un giornalista, “ma” ha specificato, “la macchina è la macchina. A fare la differenza è l’intelligenza della persona. Il cervello, per cominciare”.

Sottolineando che i dati in rete “oggi hanno un valore economico sempre più importante” Mario Frullone, direttore ricerche della Fondazione Ugo Bordoni ha spiegato come sia “fondamentale tutelarsi attraverso l’uso consapevole della tecnologia per proteggerci dal rischio di perdere alcuni tra i nostri diritti. L’economia di internet, infatti, ha raggiunto in Italia, nel 2010, un valore di circa 31,6 miliardi di euro, pari al 2,0% del PIL, valore che nel 2009 era pari a 28,8 miliardi di euro, ovvero 1,9% del PIL. Questo dato sarà più che raddoppiato entro il 2015. Nel resto d’Europa la situazione è ancora più marcata. In Gran Bretagna ad esempio l’economia di internet vale 7,2% del PIL, mentre in Francia raggiungerà nel 2015 il 5,5%. È per questo che diventa oggi più che mai importante realizzare un futuro possibile e sostenibile non solo fuori dalla rete ma anche online”.
Intelligenza connettiva
Questo incontro, che ha visto confrontarsi grandi esperti di comunicazione con le problematiche delle nuove tecnologie, è stato infatti l’occasione per lanciare gli Atelier di intelligenza connettiva che hanno stimolato la partecipazione attiva di studenti, esperti, ricercatori, gente comune sui problemi della comunicazione globale. Un laboratorio di idee per collegare menti fuori dalla rete nell’era di Internet.
Gli Atelier di intelligenza connettiva hanno rappresentato in quest’occasione un importante momento di confronto per l’elaborazione di nuove proposte su temi focali di attualità e avranno lo scopo di avviare ricerche, sostenute da borse di studio, in collaborazione con la Sapienza, l’Osservatorio TuttiMedia e Media Duemila, e di creare, inoltre, seminari itineranti su McLuhan in altre Università Italiane.
“Con gli Atelier” ha dichiarato Maria Pia Rossignaud “abbiamo provocato la connessione tra menti aumentate, non tecnologiche, affinché si condivida un problema e se ne immaginino le soluzioni”. Molte le proposte e i progetti futuri perché da qui si cominci a parlare dentro e fuori internet di sostenibilità, di qualità, di accessibilità.
“Le potenzialità della rete sono infinite” ha aggiunto Derrick de Kerckhove (sociologo canadese, docente all’Università di Toronto e di Napoli, direttore scientifico di Media Duemila, nonché collaboratore per oltre dieci anni di McLuhan) “e la trasparenza, con la massima circolazione possibile delle informazioni, deve esserne una caratteristica essenziale. Infatti, dopo l’era del petrolio il futuro dell’economia si baserà sulla velocità di internet”. E tutti devono esserne consapevoli.
Anche se oggi il digital divide è ancora una realtà che non può essere ignorata è necessario aprire le porte della conoscenza e il web, come scambio di idee e contenuti pensati da uomini e donne che vivono dentro e fuori internet, deve, con le dovute regole, ripensare la comunicazione prevedendo adesso il suo futuro. L’innovazione, infatti, è la carta vincente per la crescita anche nelle imprese in una economia come quella italiana dove le aziende senza lavoratori dipendenti, secondo gli ultimi dati Istat, sono circa 3 milioni e corrispondono al 65,2% del totale delle imprese attive e il 95% delle imprese ha meno di 10 dipendenti e impiega il 47% dell’occupazione totale. Nel 2009 infatti le imprese attive nell’industria e nei servizi sono 4,5 milioni e occupano complessivamente circa 17,5 milioni di addetti, un dato che può far riflettere perché l’innovazione globalizzata non sia una offesa concettuale ma il presupposto per il rilancio dell’economia per l’imprenditoria femminile, ma non solo.
Al convegno erano presenti tra gli altri: il già citato Derrick de Kerckhove; James Fox, ambasciatore del Canada a Roma; Vincenzo Vita, senatore italiano; Arrigo Levi, consigliere Presidenza della Repubblica; Luigi Frati, Rettore Sapienza Università di Roma; Mario Morcellini, direttore del Dipartimento di comunicazione e ricerca sociale Sapienza; Francesco Passerini Glazel, presidente dell’Osservatorio TuttiMedia; Norman Doidge, ricercatore in psichiatria e psicanalisi per il Columbia University; Philippe Cahen, autore del libro Segnali deboli; Giulio Anselmi, presidente Ansa; Paolo Liguori, direttore TgCom; Abdullah Alrefaee, professore di New Media (Al-Imam Mohammed Bin Saud Islamic University, Saudi Arabia). Tecnologia e cittadini Gianpaolo Balboni (Telecom Italia); Mario Frullone FUB. Ha moderato Gianpiero Gamaleri, autore della prima monografia dedicata a McLuhan.

Livia Serlupi Crescenzi

giovedì 23 giugno 2011

Vico Equense - Una corona di alloro, un minuto di silenzio per tutti i caduti in guerra

Vico Equense – Il 28 Giugno i rappresentanti dell’Associazione “Combattenti e Reduci Amm. Carlo Cattaneo”, della sezione di Sant’Anastasia di Napoli, porgeranno il loro simbolico saluto ai caduti di tutte le terre. Alle ore 10.30, si svolgerà una piccola cerimonia presso la Piazzetta di Via Filangieri, della città di Vico Equense, dove è situato il Monumento cittadino dedicato alle tante vittime di guerra. In presenza delle autorità civili e militari, cinquanta membri dell’Associazione adageranno una corona di alloro ai piedi dell’opera scultorea intitolata ai caduti, per continuare ad onorare la loro memoria.
Elena Pontoriero
Città di Vico Equense

Vico Equense - Il nuovo Presidente Donato Aiello rilancia l'Associazione Pro Loco partendo dagli itinerari turistico-culturali

Riparte finalmente l’Associazione Pro Loco di Vico Equense, con una nuova serie di iniziative per gli appassionati di itinerari storico-culturali, turistici e gastronomici. L’attuale nuovo Presidente dell’associazione, Donato Aiello, coadiuvato da professionisti e personalità della cultura locale, rilancia l’idea dei percorsi itineranti sul territorio di Vico arricchendola di proposte di indubbio interesse turistico e culturale.
Le proposte si articolano attraverso quattro percorsi tematici quali l’Archeologia, la Storia locale, la Ruralità e il Paesaggio. In primo piano ci sono Il centro Antico, il Monte Faito, il Casale di Preazzano e di Monte Comune, la Marina d’Aequa, tutti meta di escursioni turistiche con l’assistenza di una guida. Non mancheranno, per la gioia dei partecipanti, soste di carattere gastronomico tese alla valorizzazioni dei prodotti tipici locali quali il Provolone del Monaco ed altre delizie del palato.
La prima data è fissata per sabato 2 luglio. Il percorso è articolato nel Centro Storico di Vico Equense e prevede la visita, guidata da Ornella Colandrea e Laura Mastursi, dell’antico convento della S.S. Trinità e Paradiso con l’annesso Museo Mineralogico di grandissimo interesse scientifico. Si proseguirà con la Cattedrale della S.S. Annunziata, la Cappella dell’Assunta e del Monte dei Morti, il Castello Giusso e i suoi giardini. L’itinerario si conclude presso la “Villa La Quiete” per un aperitivo e la degustazione di prodotti tipici locali.
Gli altri itinerari previsti per tutta l’aestate 2011, vanno dalla visita guidata presso la Villa Stevenz-Venier di Preazzano alla casa del Monaco e ai caseifici Albano/Cilento. Non mancheranno le passeggiate naturalistiche sul Monte Faito e a Preazzano.
La presentazione delle iniziative sarà il tema del convegno “Conoscere Vico Equense”e si terrà venerdì 1° luglio presso la splendida struttura della S.S. Trinità e Paradiso Il convegno è aperto alle associazioni culturali locali, agli operatori turistici e, soprattutto, ai turisti e ai cittadini di Vico Equense.
Maria D'Ordia


mercoledì 22 giugno 2011

Vico Equense - La storica avventura del “Vico Equense Calcio”

Vico Equense – Poco meno di trenta giorni per rivivere un sogno lungo cinquantatre anni. Patrocinato dalla Regione Campania, dal comune di Vico Equense e in collaborazione con l’A.S.D. e il Circolo Sportivo-Culturale della città equana, dal 17 al 19 Luglio si svolgerà l’evento “Premio ExC Vico Equense”, che avrà come tema principale: il gioco del calcio. Tre giorni di lavori per riportare alla memoria di chi, in prima persona, ha segnato la storia della squadra dagli albori fino ad oggi e dei tanti tifosi che l’hanno sostenuta e continuano a sostenerla dal 1958. “La manifestazione vuole dare un giusto riconoscimento a tutti coloro che, a titolo di presidenti, dirigenti, allenatori e giocatori, hanno militato nel Calcio Vico in questi cinquant’anni”- spiega il responsabile dell’organizzazione Dott. Giuseppe Visconti – “numerosi saranno gli sportivi presenti nei tre giorni del “Premio ExC Vico Equense”, per rimettere in “campo” quelle formazioni che li hanno resi protagonisti di incontri calcistici memorabili. Partite che sono impresse nei ricordi di tutti quelli che hanno seguito, con passione, le vicende del Vico Calcio, sia nei momenti esaltanti che in quelli meno fortunati” conclude il coordinatore dell’evento. L’iniziativa, promossa dallo storico capitano Ciro De Gennaro, vuole essere un momento di aggregazione e socializzazione che sarà, anche, immortalata grazie alla collaborazione del Servizio Commerciale delle Poste Italiane S.p.a., che ha predisposto un annullo speciale, datato 19.07.2011, dedicato all’avvenimento sportivo. Domenica 17 luglio, presso la Villetta Comunale in Via Nicotera, avrà inizio la manifestazione con l’apertura della mostra fotografica e la proiezione di filmati d’epoca. Il giorno 18 si disputerà il torneo di calcio-balilla, giocato col sistema del doppio a volo con numero massimo di 36 coppie. L’ultima giornata sarà, invece, dedicata alla premiazione e alla consegna del folder per il bollo riservato, presso il Chiostro del Complesso Monumentale della S.S. Trinità.
Elena Pontoriero
Città di Vico Equense

Vico Equense - "Il mio ambientalismo e il mio difetto di comunicazione" di Franco Cuomo


L’altra sera, parlando con amici, qualcuno tra i presenti, mi faceva notare che tutta una serie di attività che lo scrivente proponeva, non raggiungevano l’obiettivo prefissato perchè erano viziate da un difetto di comunicazione. In pratica, questo mia amico che non a caso è un imprenditore, mi muoveva una critica ben precisa: le tue azioni non hanno successo, perché tu comunichi male. Non ho potuto dargli una risposta subito, proprio perché la risposta doveva necessariamente essere più articolata. Avrei potuto dirgli che per parecchi anni ho insegnato prima Sociologia della comunicazione e poi Sociologia dei processi culturali e comunicativi, non è che significhi molto ma è comunque un fatto. Ma avrei voluto dirgli che per le cose che faccio ( la conversazione verteva sulle mie attività di ambientalista) non è necessario raggiungere un successo operativo perché il mio obiettivo non è come per lui quello di vendere un prodotto. Non è un obiettivo nemmeno quello di generare consenso: il mio obiettivo ( ammesso che io ne abbia uno definito) è quello di attivare una sensibilità estetica che è latitante ai più e che questo non è ascrivibile solamente ad un buon o cattivo processo comunicativo, ma coinvolge ambiti più profondi della sfera culturale umana. Io direi di più: oggi proprio per un malcelato senso della comunicazione a tutti i costi, si finisce per concentrarsi principalmente su una tecnica della comunicazione a discapito di ciò che si vuole comunicare. Da un po’ di tempo a questa parte, dagli anni ‘50 per gli americani e ’60 per gli Europei, è diventato importante studiare la comunicazione non tanto in base ai contenuti che veicola, ma in base ai criteri strutturali con cui la si organizza. Questo pensiero è notoriamente sintetizzato con la frase “ il medium è il messaggio”ed è notoriamente di Herbert Marshall McLuhan. Questa fase oggi ha finito per stancare, perché in questa lunga pratica di comunicazione, la qualità di ciò che si comunicava è scaduta a livelli parossistici. Oggi dunque io guardo con sospetto chi, come quel mio amico imprenditore, mi consiglia ( in buona fede ) di concentrarmi su strategie comunicative, prima che sul contenuto di esse. Inoltre non va dimenticato che oggi, una comunicazione non immediatamente percebile può essere sinonimo di libertà dalla banalità comunicativa fatta di manuali per l’uso, che condizionano le nostre vite come recentemente ha sostenuto Derrick De Kerckhove. Allora credo che sia necessario uscire dall’inganno di comunicare tutto a tutti e tornare ad essere padroni delle nostre parole, delle nostre azioni e dei contenuti di queste, anche quando queste appaiono incomprensibili ai più, perché questa è la condizione primaria per la conquista di una propria identità. Abbiamo bisogno di un testo scritto e paradossalmente, la Rete, rispetto ai vecchi media ha recuperato la parole scritta in un processo di riconoscimento ancora elitario, ma che sta privilegiando la qualità dei contenuti. Un esempio di comunicazione che non si concentra sulle strategie di comunicazione così come sono state intese fino ad ora, ma attiva livelli diversi di sensibilità discorsiva è l’azione artistica. Quanta arte dalla musica alla pittura, dalla performance all’environment, alla letteratura alla poesia è immediatamente comunicativa? Quanta arte cioè si prefigge di attivare processi di consenso intorno alla sua apparizione e/o manifestazione? E non mi riferisco solo all’arte contemporanea, per moltissimi assolutamente incomprensibile e quindi non comunicativa, ma a tutta l’arte che è principalmente un discorso di sensibilità, una Sehnsucht, dicevano i romantici, ovvero un desiderio interiore per qualcosa che si ama e si desidera fortemente ammirare e salvaguardare. Allora, e concludo, non mi importa molto se non comunico bene, se non mi sono prefissato una strategia comunicativa, io difendo l’ambiente e non mi interessa aderire alle strategie comunicative ambientali che vengono diffuse dai media. Oggi le strategie comunicative ambientali sono diventate il nuovo conformismo, l’ambientalismo, così come lo intendo io invece, ma non sono il solo per fortuna, non obbedisce a queste strategie ma costituisce una nuova Sehnsucht e, se lo diceva il romanticismo tedesco che di natura se ne intendeva eccome, io continuerò a difettare di comunicazione.

martedì 21 giugno 2011

Vico Equense – Il Banco di Santa Croce diventa “Oasi Blu”. Scettici gli ambientalisti. Mario Balestriere rassicura:” Nessun pericolo di speculazioni. Solo maggiore tutela per i meravigliosi fondali.”

Il Banco di Santa Croce diventerà uno specchio di mare delimitato e protetto dalle aggressioni esterne dei pescatori di frodo e degli avventori poco accorti alla salvaguardia dell’ambiente. Questo è quanto si propone il Comune di Vico Equense che, con una delibera del mese di marzo, ha dato il via alla costituzione dell’Oasi Blu. “La zona marina compresa tra il Bikini e Capo Orlando -dice Mario Balestriere, uno degli ideatori del progetto “Banco di Santacroce, risorsa ambientale e attrattore turistico” -è già da molti anni considerata Zona di Tutela Biologica (ZTB) ma, nonostante sia riconosciuta a livello accademico e scientifico internazionale come zona di pregio altissimo, grazie alla incredibile biodiversità presente nei fondali, non è abbastanza controllata. Benchè sia cresciuta notevolmente la sensibilità intorno al sito e la Capitaneria di Porto eserciti una lodevole azione di controllo, ci sono ancora troppi pescatori di frodo che la fanno franca, persino con le micidiali reti a strascico. E troppi avventori che irresponsabilmente ancorano barche di tutti i tipi danneggiando il prezioso fondale. Con la delibera di marzo si metterà fine a tutto questo perché l’Oasi Blu andrà sotto la tutela del Comune di Vico Equense che ne garantirà la salvaguardia in tutti i sensi.”
Nel Progetto Preliminare approvato con la delibera sono descritte le caratteristiche che assumerà il Banco di Santa Croce e le norme di garanzia con le quali si proteggerà flora e fauna. In futuro l’Oasi Blu, finanziata totalmente con i fondi POR Campania, sarà circoscritta da boe segnalate sulle carte nautiche che limiteranno solo ai mezzi autorizzati la navigazione. Verranno inoltre realizzati dei dissuasori sommersi della pesca illegale e una nuova linea di ormeggio che garantirà ancoraggi sicuri.
Secondo Mario Balestriere la tutela del sito verrà garantita anche da una regolamentazione rigorosa che stabilirà itinerari e numero di immersioni quotidiane:“Il Banco di Santa Croce diventerà in pratica un attrattore turistico di gran pregio in grado di ampliare l’offerta nel territorio di Vico Equense. L’idea è quella di creare nuove opportunità turistiche potenziando e regolamentando l’attività dei diving di Castellammare e di Vico Equense. Adesso nel sito c’è un unico posto di ancoraggio, del tutto insufficiente. Il sito è di indubbia bellezza, in alcuni punti lo spettacolo è di quelli che tolgono il fiato. E’ giusto che gli appassionati possano immergersi e godere di tante bellezze quando lo desiderano. Ma gli ancoraggi e le immersioni devono essere regolamentate e sorvegliate. Per questo si prevede di realizzare tre ormeggi a impatto ambientale zero. Due saranno appannaggio dei diving e uno a disposizione delle associazioni e degli appassionati e sottoposto allo stesso regolamento degli altri.”
Il progetto e la delibera di Giunta hanno suscitato non poche perplessità nell’ambito ambientalista, soprattutto per quanto riguarda i diving che potrebbero assumere il monopolio delle immersioni. Oggi i sub non devono sottostare ad alcun regolamento. Il timore è che le regole favoriscano solo pochi imprenditori che potrebbero gestire tutto lo specchio del Banco di Santa Croce. Si teme anche per l’effettiva salvaguardia naturale del sito che verrà sottoposto a una maggiore pressione dovuta allo sfruttamento turistico intensivo.
“Chi si è appassionato all’idea dell’Oasi Blu, sia in Comune che tra gli esperti del settore, sia l’ Associazione MAREVIVO -conclude Mario Balestriere- ha a cuore innanzitutto che il Banco di Santa Croce diventi un luogo protetto in maniera efficiente, cosa che non si è potuto garantire finora. Il fatto che possa diventare anche attrattore turistico non inciderà sulla primaria necessità di preservare la flora e la fauna marina. Non ci sarà monopolio o speculazione da parte di nessuno e di nessun genere. Il nostro interesse è innanzitutto quello di salvaguardare questo fondale meraviglioso e nel contempo valorizzare una risorsa naturale immensa. E per questo ci impegneremo. Le regole saranno scritte da un comitato formato da persone di grande esperienza nel settore e quanto prima presenteremo il progetto in una manifestazione pubblica di informazione.”
Maria D’Ordia per Il Gazzettino Vesuviano

martedì 14 giugno 2011

Vico Equense - Il sentiero della Sperlonga ed il Banco di Santa Croce di Franco Cuomo

Come Verde Ambiente e Società sono profondamente rattristato per le sorti che sta subendo l’ambiente del mio paese, sto parlando di Vico Equense in Costiera Sorrentina. Preoccupa tutto quello che viene presentato da questa amministrazione come progettualità relativa all’ambiente: mi riferisco a due delibere del 27 maggio 2011 il cui oggetto è per una, la 113 “il recupero valorizzazione ed energizzazione secondo la procedura GEO BIO del sentiero della Minerva ( La Sperlonga n.d.r.).Approvazione progettazione” per 250 mila euro con fondi POR Campania, per l’altra, la 109: “ Faito: la montagna dei bambini” per un ammontare di 750 mila euro, ma ancora di più, preoccupa un un progetto di tutela e di sviluppo di un sito marino di eccezionale valore naturalistico e biologico. Si tratta della formazione sottomarina nota come banco di Santa Croce, situata nel territorio di Vico Equense ad una distanza di circa 0.5 miglia dal promontorio di Punta Capo d’Orlando. Questo progetto, al pari degli altri presenta numerosi interrogativi circa la gestione dei siti e le operazioni che si vogliono fare su di essi. Come non pensare immediatamente alle dichiarazioni della proprietaria dei Bikini, signora Scarsella quando dice: “«Per chi ha l’hobby delle immersioni, […] il nostro centro subacqueo Bikini Diving organizza immersioni guidate alla scoperta dei fondali del Banco di Santa Croce, un’oasi sommersa di flora e fauna marina che ha ottenuto il riconoscimento di riserva naturale. Si ha modo di ammirare il blu intenso degli abissi che si fonde con l’esplosione di colori della vegetazione marina. C’è anche la possibilità di noleggiare una barca da 16 metri per una giornata o per l’intero weekend, dotata delle attrezzature necessarie per effettuare le attività di diving» . Denunciare tutto alla Procura della Repubblica? Non basta, se alle spalle non c’è la volontà della popolazione di salvare il posto dove vive: nessun giudice prenderà mai seriamente un esposto, se non ravvisa l’interesse di una parte che si sente lesa e minacciata dagli interventi che si denunciano. Se la cura e la difesa del Banco di Santa Croce devono essere affidate agli interessi economici e privatistici dei proprietari dello stabilimento in questione, con tutto quello che questi hanno realizzato di mostruosamente abusivo sull’arenile, c’è da temere seriamente sulle sorti del sito marino cosi debolmente protetto. Potrei continuare con la lista delle mie preoccupazioni, ma mi rendo conto che apparirei patetico e forse inadeguato ai tempi che corrono. Il mio obiettivo oggi, sarebbe quello che la popolazione di questo posto, in un sussulto di dignità eroica, potesse costituirsi parte civile per la difesa di un ambiente naturale che vedo sempre più minacciato da operazioni economiche discutibili, che ne minano la semplice esistenza. Dovremmo avere la sensibilità ambientale dei tedeschi, purtroppo invece abbiamo l’interesse dei soldi dei levantini, perché siamo sempre stati un po’ morti di fame, un po’pezzenti dello spirito avvelenati dal cattolicesimo e dall’ l'idolatria del superfluo, e sto citando Nietzche di Così parlò Zarathustra che certamente non si sbagliava rispetto ai popoli mediterranei.
FRANCO CUOMO VAS - COSTIERA SORRENTINA
Nella foto: il Sentiero della Sperlonga

domenica 12 giugno 2011

Vico Equense - "Il referendum è la medicina per la buona politica" di Antonio Irlando

Domenica e lunedì si voterà per tutti i quattro referendum proposti. La Corte Costituzionale ha reso vana la strategia del Governo di annullare il referendum sul nucleare con una norma “per lo scopo”, contenuta nella recente “legge omnibus”. All’unanimità i 13 supergiudici hanno sentenziato che il quesito referendario è ammissibile. Infatti, la nuova legge, ha spiegato la Corte, “non soddisfa” la richiesta dei promotori del referendum che è la “mera ablazione della nuova disciplina, in vista del chiaro ed univoco risultato normativo di non consentire l’inclusione dell’energia nucleare fra le forme di produzione energetica”.
La sentenza è chiara, semplicemente chiara. Leggendola si percepisce che è stato “sentenziato” anche il principio, secondo cui le alchimie normative non possono e non devono avvilire la buona sostanza delle iniziative democratiche.
Il referendum, nonostante i denigratori che albergano all’occorrenza in ogni latitudine, è autentica partecipazione diretta dei cittadini per contribuire a buone scelte di gestione del Bene Comune. Votare per esprimere la propria opinione, gratifica l’elettore, migliora la politica, esalta la democrazia reale. Su questioni vere che ci riguardano tutti è giusto esserci, liberi da condizionamenti ideologici e da strategie politiche. Esserci con una buona idea e con l’atteggiamento responsabile di chi decide immaginando il bene migliore per la propria famiglia, per quella dei propri figli e del vicino.
Ogni cittadino, contrariamente alla politica che spesso non decide, ha quasi sempre un’idea per decidere. Ogni cittadino ha un’opinione per stabilire se è giusto separare un bene pubblico primario (l’acqua) dalla gestione pubblica, senza compromettere il principio che l’acqua è un bene universale da somministrare senza disservizi e soprattutto senza lucro. Ogni cittadino ha le idee chiare sul principio che ognuno è uguale all’altro dinanzi alla legge e valutare se è giusto che un governante può avere privilegi di casta. Ogni cittadino sa bene che l’energia elettrica è fondamentale per garantire la vita contemporanea ad ognuno. Però, ha anche iniziato ad imparare, da quanto di catastrofico accade nel mondo, che uno sviluppo ecocompatibile, rispettoso del “Creato” e più sicuro per la sopravvivenza di tutti, non è solo un’ipotesi di vita, ma un obiettivo globale che si può e si deve raggiungere.
E’ giusto chiedersi se l’astensionismo sarà, anche questa volta, l’arma per decretare il fallimento dell’istituto del referendum che dal 1995 ha registrato 24 fallimenti consecutivi?
Se consideriamo le elezioni amministrative di Napoli e Milano come due “referendum”, c’è da essere prudenti sull’esito fallimentare delle consultazioni dei prossimi giorni.
Il voto napoletano, in un colpo solo, con l’elezione del sindaco De Magistris, ha annientato lunghi anni di opprimente “Bassolinismo” e di inquietante ascesa del “Cosentinismo”.
E’ stato votato “Si” al “quesito referendario” che ha riguardato la scelta di “legalità contro i poteri politici collusi con la malavita”, in una città che non ne ricordava più nemmeno i termini. Il voto milanese ha “denudato il re”, più di ogni fantasiosa esibizione di “bunga bunga”.
E’ stato votato “No” al “quesito referendario” che chiedeva: “Berlusconi è il più amato dai milanesi e dagli italiani”. Infatti, da alcuni giorni, si parla già di “dopo Berlusconi”, di “primarie” per sceglierne l’erede. Chi avrebbe scommesso che un “referendum” travestito da elezioni amministrative, per decisione dello stesso premier, poteva essere capace di avviare una nuova fase della politica, sia a destra che a sinistra?
Per la partecipazione al voto dei referendum, il presidente Napolitano è stato chiaro ed ha ricordato: “Sono un elettore che fa sempre il suo dovere”. Anche il maggiore partito di governo, il Pdl, ha indicato una linea chiara: “Libertà di coscienza degli elettori”, anche se molti ministri, “a titolo personale”, hanno fatto sapere che in quei giorni faranno qualcosa di diverso da andare a votare.
Questa volta il ricorso alla “fuga al mare” sembra non essere l’argomento forte per dire agli elettori come comportarsi. E’ solo prudenza per non subire gli eventuali contraccolpi che potrebbero far crollare i “muri pericolanti” di partiti e leader, in pericolo di sopravvivenza? Oppure si tratta di maturità cresciuta nei partiti o di maggiore responsabilità dei cittadini? Quest’ultima domanda non può non tener conto del fatto che, entrambi i comportamenti, dovrebbero essere le facce della stessa medaglia. Vi è raffigurato un paese che cresce in partecipazione e responsabilità dei cittadini. Sono anche presenti i partiti, luoghi destinati a sparire se continueranno ad essere abitati da marziani, del tutto incompatibili con i terrestri.
Ma sarà proprio tutto vero? Pensare ed agire positivo, esprimere liberamente le proprie opinioni con un voto ai quesiti referendari, significa ricreare le cellule di una buona società. Vivendo ispirandosi a “buoni valori”, smarriti elementi fondanti della nostra centenaria civiltà, ed elaborando progetti di sviluppo condivisi, è possibile far nascere aggregazioni di persone, da cui immaginare che nascano nuovi partiti.
Il referendum può essere il medicinale per curare e far riprendere il cammino e la parola alla democrazia paralizzata. L’antibiotico per distruggere il virus mortale per la speranza, rappresentato dalla cattiva politica, fatta da cattivi partiti.
I buoni effetti collaterali che derivano dalla partecipazione ai referendum sono consigliati proprio a tutti.
Antonio Irlando
da "Il Gazzettino Vesuviano"

sabato 11 giugno 2011

Vico Equense - Villetta Paradiso. Silvio Tommolillo mi invia questa mail che pubblico volentieri, scusandomi per il ritardo

Villetta Paradiso- Il progetto di un’ascensore
Apprendo da notizie diffuse a mezzo stampa e online che il progetto di una ascensore nella villetta Paradiso ha contaminato anche gli esponenti consiliari di opposizione
La tempestività della loro decisione , da fare invidia al dirigismo berlusconiano, frutto di un metodo di decisionismo politico che tarda a scomparite , mi lascia più che perplesso.
Mi chiedo quanti incontri , quante verifiche e confronti sono stati avviati con la cittadinanza, con le rappresentanze sociali e produttive (associazioni commercianti, albergatori) le associazioni ambientaliste di Vico Equense., quale sforzo è stato fatto per rendere una scelta politica la più rappresentativa degli interessi globali e la più condivisa. Le elezioni sono finite, siamo oltre i tempi di un pura e generica propaganda elettorale.
E’ tempo di entrare nello specifico, definire tutte le sfaccettature di un programma politico, darne corpo e sostanza con la partecipazione più ampia alla sua realizzazione.
Quale progetto di futuro e quale sviluppo sociale economico turistico proponiamo.?
Forse non è più vincente proporre il ripristino, la messa in sicurezza l’illuminazione delle vecchie scale che conducono alle spiagge di Vico e Equa? Renderle un piacevole percorso sia di giorno che di sera per raggiungere le nostre Marine?
Che il progetto della ascensore sia stata elaborata da un idea di una amministrazione di centrosinistra non è motivo o argomentazione per sostenerlo fino alla noia.
Sono trascorsi oltre 15 anni , valutare le cose e i fatti con senso critico e non fideistico distingue una forza politica laica da una integralista una progressista da una conservatrice.
L’idea di rilanciare la nostra Vico Equense nella sua dimensione di Paese che con tutte connotazioni di Paese accogliente, geloso delle proprie bellezze naturale, difensore delle proprie tradizioni e amante dei luoghi dell’anima come felicemente definite dal mio amico Franco mi avvince.
Questo è il mio Paese che ho conosciuto 40 anni fa quando con mio padre e mia madre e una nidiata di sorelle venivamo a trascorrere l’estate. Un amore per un Paese antitetico al caos e urbanizzazione sfrenata di una Città come Napoli. Non è il ricordo romantico di un sessantenne, ma la constatazione di una crisi di un sistema di sviluppo incapace di formulare proposte alternative alla crisi , incapace di formulare una politica di civiltà e una politica dell’umanità.
I l sopravento del homo oneconomicus o meglio homo demens sul homo sapiens, del giorno per giorno dei politici ridotti all’andamento , all’economia al culto della crescita non dà più speranza di futuro, non ha più volontà di rigenerazione democratica,
SALVIAMO IL SALVABILE, in un zona devastata dalla cementificazione e deturpamento del nostro territorio.
Concludo con una frase di Heidegger “ La nostra origine non è dietro di noi, è davanti a noi”
Silvio Tommolillo
P.S. Ai miei amici consiglieri, un invito che il vostro movimento sia meno ostinato e più contrario
Un abbraccio