Dopo la cronaca asettica del primo consiglio comunale qualche considerazione personale su come si sono svolti i fatti la vorrei fare. A partire dal discorso del sindaco, atteso e auspicato. Gennaro Cinque ha voluto prendere la parola, lo aveva detto e ha mantenuto la promessa. Il suo discorso è stato anche abbastanza incisivo, nel senso che ha chiarito la sua posizione sia nei confronti del Consiglio Comunale, che della Giunta che verrà, che delle minoranze. Ha usato metafore divertenti tipo quella della gatta che per andare di fretta fece i figli ciechi, riferendosi alla lentezza nel nominare la Giunta. Oppure espressioni tipo “h24”, per dire che è a disposizione di chi vuole parlare con lui 24 ore su 24…
Insomma si è abbandonato alla parola, lui che privilegia in assoluto i “fatti”. Credo che su questo gli si debba riconoscere almeno la buona volontà di non chiudersi in un mutismo davvero disarmante per chi cercava di comunicare con lui. Un passo avanti è stato compiuto e bisogna dargliene atto. Certo non ci si poteva aspettare che svelasse le motivazioni profonde che stanno alla base della mancata nomina della giunta in quanto queste sono sempre inconfessabili, visti gli appetiti famelici di chi porta voti con delle aspettative. Il nuovo consiglio comunale, come anche altrove accade, contiene delle incognite e delle dinamiche complicate e Cinque ha effettivamente un bel nodo da sciogliere. Le voci che circolano, non si sa con quanta veridicità o quanta malizia, su alcuni dei nuovi eletti, ma anche sugli esclusi, confermano che sarà difficile mettere insieme una Giunta senza creare problemi nella maggioranza.
Quindi, aspettarsi che il sindaco snocciolasse per filo e per segno cosa sta succedendo tra “loro” mi sembra un po’ ingenuo. Ma almeno che dichiarasse un minimo di difficoltà interna si poteva sperare. Perché è ingenuo (?) anche Cinque quando crede che basti dire che andare di fretta non è buona abitudine. In fretta no, ma in tempi ragionevoli sì, si può. E, sebbene sia vero che Napoli e Milano rappresentano realtà totalmente diverse da Vico Equense, è vero anche che quando si hanno le idee chiare si cammina con una certa speditezza. Probabilmente l’unica idea chiara di Gennaro Cinque è quella di non farsi mettere sotto dai suoi consiglieri e di non dare spazio ai prepotenti, cosa che al momento gli risulta piuttosto difficile ed implica tempi lunghi.
Quanto all’apertura verso le minoranze che saranno ascoltate “h24”, questo bisognerà verificarlo con i “fatti”. In questo “dovrà collaborare anche l’opposizione, stando in comune, leggendo gli atti, facendo proposte, lavorando cioè a tutto campo”. Il Sindaco dice”Venite al Comune, parlate con me, apritevi senza pregiudizi”, ma oltre a fare un ecumenico appello alla pacificazione, mette anche alla prova la minoranza. In questo dimostra intelligenza unita anche a una buona dose di furbizia nel comunicare, rilanciando la palla in segno di sfida. Sapendo bene, però, che sarebbe per certi aspetti inutile la presenza quotidiana in comune sia perché non si trovano interlocutori, sia perché il consenso si crea sul campo, tra i cittadini. E su questo lui è imbattibile…
Lo scivolone serio invece l’ha preso quando ha affermato che bisogna essere concreti se si vuole interloquire con lui, che di chiacchiere non ha bisogno. In caso di polemiche senza senso lui tornerà a tacere. Gli avrei chiesto: chi giudicherà se si è concreti o si stanno facendo polemiche “senza senso”? Nel passato, a cui si è riferito Cinque, non ci sono state polemiche senza senso perchè molti giorni prima del consiglio comunale arrivavano, visti gli atti, quelle che erano le considerazioni della minoranza e si facevano domande e proposte. Erano per lui polemiche senza senso?
Inoltre, come si fa a capire su cosa è propenso a confrontarsi? Lui dice che non bisogna dirgli sempre no. Ma non si è capito a cosa o a chi si riferisse visto che su molte delibere nel quinquennio trascorso ha avuto parecchie aperture di credito e diverse proposte su temi importantissimi come la scuola, l’uscita da terre delle sirene, dal piano sociale di zona. A me sembra che a dire sempre di no sia stato proprio lui che portava in consiglio comunale delle decisioni granitiche sulle quali discutere e confrontarsi era un’inutile perdita di tempo…..
Passiamo alle minoranze. Onestamente non ho capito il rifiuto della Scaramellino alla nomina di Vice-presidente del consiglio. Credo che ci saranno delle spiegazioni pubbliche su questo punto e aspetto di leggerle. A un primo esame direi che forse sono state precipitose, nel senso che, se è vero che si vuole aprire una nuova stagione che non sia solo di “opposizione” si potevano tenere in caldo le dimissioni fino al momento opportuno, quando cioè si sarebbe verificata, se si fosse verificata, l’effettiva rottura dei rapporti per palesi inadempienze del Consiglio Comunale. Si poteva agire di fino, insomma, come fa Cinque… Non si può dire di voler aprire un confronto e rifiutare immediatamente una carica istituzionale offerta su un piatto d’argento. Né si può dire che davvero ci si aspettava di ottenere la Presidenza del Consiglio. Si è fatto un tentativo, ben sapendo però che l’antica abitudine di mettere un rappresentante delle minoranze in un posto così importante per l’ equilibrio tra le parti è andato ormai sparendo dai consessi. In realtà nemmeno a Napoli e a Milano si è verificato. De Magistris con l’indipendente Pasquino, ha scelto dal terzo polo, che non si può definire opposizione, almeno sulla carta. Pisapia poi con Rizzo ha attinto dalla sinistra radicale…
Per chiudere vorrei dire del bell’intervento di Giuseppe Dilengite. L’avvocato si è dilungato sull’importanza della parola come origine e veicolo della civiltà. Senza parole, secondo Dilengite e noi condividiamo, non si arriva ai “fatti” e non si può svilire il confronto affermando che “saper parlare bene non significa anche saper agire bene”. E’ un luogo comune che nasconde il rifiuto deliberato all’ascolto. Perché poi, in soldoni, quando si parla ad esempio di Turismo, come dice Dilengite, non si capisce come mai in città proliferano lavori che non finiscono mai, tipo piazza Kennedy, primo biglietto da visita per i turisti in arrivo e muoiono iniziative di livello internazionale come il “Vico Jazz Festival” per mancanza di fondi. Vuol dire che di chiacchiere sul turismo ne ha fatte tante soprattutto la prima Giunta di Cinque...
Infine, mi si scusasse l’impudenza, ma quando si dice che Cinque è il sindaco dei fatti mi viene da sorridere… e penso al sindaco di un popolo allegrotto e col gusto dello sballo, insomma.
Naturalmente sto scherzando, un po’ di ironia non guasta mai, spero