“E’ stato raso al suolo il ballatoio sulla facciata laterale della chiesa dei Santissimi Ciro e Giovanni per realizzare una scala che non era necessaria”. E’ questa una delle molteplici accuse che Franco Cuomo, coordinatore “Verdi ambiente e società” fa ai tecnici del Comune di Vico Equense che si stanno occupando della ristrutturazione dell’area prospiciente alla chiesa patronale. “Il basolato in pietra lavica – continua Cuomo - non andava, inoltre, sistemato come è stato fatto, ma a cardamone e senza cemento interstiziale. Evidentemente il Servizio sul territorio del Comune di Vico Equense che fa capo all'ingegnere Paolo Guadagno non ha avuto il tempo di documentarsi bene”. L’opera è, infatti, stata realizzata con la tecnica “in house”. “Il progetto è stato eseguito con l’utilizzo delle risorse interne del Comune - ha spiegato il sindaco Gennaro Cinque - fondamentale è stata l’intesa con la Sovrintendenza che ha condiviso ogni parte del progetto”. I lavori non sono ancora finiti, il termine è previsto per il mese di aprile. La superficie sarà ricoperta interamente da pietre vesuviane, recuperate da altri interventi sul territorio, conteggiate, stoccate e riutilizzate. Un primo lotto di 650 metri quadrati, di fronte all’ingresso principale, è già funzionale dal 31 gennaio scorso, ultimato e aperto in occasione della festività patronale. Per la seconda parte, che continua dal portone principale all’ingresso orientale della chiesa, si dovrà aspettare qualche mese. Ma l’andamento dei lavori, che è costato anche la vita ad un secolare platano, rimosso per lasciare spazio al cemento, proprio non va giù ai membri dei Vas, sebbene il Comune faccia sapere che vuole mantenere inalterata l’antichità dei luoghi. “La grande gradinata non mi sembra che ci sia mai stata – continua Franco Cuomo - lo spazio che ora è stato rimosso, invece, esisteva da quando fu fatta la strada attuale, cioè le vie San Ciro e Domenico Caccioppoli che intersecano il corso Umberto I, ovvero da quando, abbattendo un muro che conteneva il vecchio casale e la chiesa stessa, quest’ultima si affacciò sul già citato corso Umberto. Ci sono documenti fotografici inoppugnabili che forse andavano consultati”.
(Fonte: Ilenia De Rosa da il Roma)
Dal blog dell'Associazione "Per Vico e i suoi Casali"
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