Quell'altare "salvato" a Vico Equense: curò lei il restauro
Era un pomeriggio dei primi di febbraio del 2000. Antonio Irlando non lo dimenticherà mai. Stava camminando a Vico Equense e davanti agli occhi gli appare Susanna Agnelli, in compagnia di Mario D'Urso. "Un incontro della provvidenza" racconta ancora oggi con l'enfasi napoletana questo architetto con il pallino dei beni culturali. "Un incontro che mi ha fatto scoprire una donna meravigliosa e salvare un patrimonio storico:"
"Credo di aver forzato un po' la mano" dice Antonio Irlando. E spiega:"Credo che Mario D'Urso preferisse mangiare il gelato. Ma la signora Agnelli lo ha tacitato e non ha esitato a venire a visitare l'altare". E una volta lì, Susanna Agnelli non ha esitato di nuovo: per scoprire l'altare si è inginocchiata incurante della polvere e dei detriti". Ricorda Irlando:" La sua sciarpa di cachemire bianca era diventato uno straccio da cantiere, ma lei non se ne curava".
Antonio Irlando pensava già di scriverlo nella agenda della storia, ma la senatrica Agnelli gli dice." Scriverò un pezzo sulla rubrica che ho su Oggi per questo altare". L'architetto aveva sperato ben di più. E non poteva immaginare che sulla sua rubrica Susanna Agnelli avrebbe cominciato in prima persona una crociata per l'altare:" Aiutatemi a trovare i soldi", scrisse infatti. E scese in campo la Banca europea degli investimenti: 220 milioni di vecchie lire. Ma non solo, "La senatrice si curò in prima persona di selezionare le ditte e curare i lavori di restauro" spiega Irlando con un magone nel cuore: proprio di recente aveva invitato Susanna Agnelli a tornare a Vico Equense a vedere il suo altare. Questa volta inutilmente.
(al.ar)
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