martedì 8 novembre 2011

Vico Equense - Angela Barba, presidente del Comitato “ART.32”, chiede al sindaco un atto di responsabilità.

Qualcuno li ha definiti agit prop, altri li vedono come ambientalisti estremi. In realtà il Comitato “Art. 32” è costituito da un gran numero di normalissimi e pacifici cittadini, molti dei quali elettori dell’attuale sindaco Cinque, che si sono visti piazzare alcuni ripetitori di fronte casa, alcuni a soli 11 metri, e vicino alla scuola frequentata dai loro bambini. Da questo nasce la dura, ma legittima e trasversale protesta, supportata da oltre 1.600 frme raccolte appena s prospettò l’nstallazione degli impianti. A parlarne oggi è la prof Angela Barba, presidente del Comitato “Art. 32”.
Prof ssa Barba, cosa ha messo in allarme i cittadini?
“Durante la manifestazione del 14 settembre sotto il comune, il sindaco ha ricevuto una nostra rappresentanza. In quella occasione ci ha tranquillizzato affermando, tra le altre cose, che i campi elettromagnetici non avrebbero superato il limite massimo di 1.8 volt/metro grazie alle “microcelle”, antenne di nuova generazione”.
Invece?
“Invece, gli atti documentali hanno smentito completamente le dichiarazioni del Sindaco. Il dato più preoccupamte che abbiamo ricavato dall’esame della documentazione è che, nel caso di alcune abitazioni, la soglia di CEM potrebbe superare i 5.5 volt/metro e che le antenne non sono microcelle ma le tradizionali antenne situate nelle comuni SRB. Per questo motivo, pochi giorni dopo la manifestazione popolare è nato il Comitato “Art.32” che si prefigge lo scopo di tutelare la salute dei residenti del centro storico di Vico Equense e di tutte quelle aree comunali interessate da radiazioni elettromagnetiche. E si batterà per la rimozione degli impianti.”
Quale strada ha percorso il comitato e quali strategie metterà in campo?
“Art.32” ha chiesto aiuto e sostegno ad altre associazioni come i Codacons, Cittadinanza Attiva, In movimento per Vico, VAS. Ha attenuto l’appoggio di PD e SEl. Inoltre ha consultato tecnici specializzati e si è affidato ad uno studio legale prospettando un ricorso al TAR e una class action. Il Comitato ha interessato alla questione l’ARPAC e la Soprintendenza ai Beni Artistici e Culturali. E sono in via di organizzazione varie iniziative per informare la cittadinanza sul problema delle antenne.”
Qualcuno insinua che siate animati solo dall’avversione a Gennaro Cinque, confinando la vostra battaglia nelle fila dell’opposizione.
“E’ importante sottolineare che siamo avulsi da qualsivoglia logica partitica, anzi alcuni di noi in passato hanno sostenuto e votato il sindaco Cinque. Non siamo strumentalizzati da nessuno in quanto conduciamo una battaglia finalizzata esclusivamente alla difesa del nostro sacrosanto diritto alla salute che percepiamo come leso. Al di là delle norme nessun esperto può attestare su basi scientifiche che l’inquinamento da elettrosmog non sia dannoso a lungo termine. Ci preoccupiamo soprattutto per i bambini e per le persone già debilitate da patologie, poiché tra gli effetti di questi campi elettromagnetici vi è lo sviluppo di malattie cancerogene”.
Un primo grande risultato è quello di aver ottenuto la rimozione delle antenne dal torrino dell’orologio. Ora cosa vi aspettate dal sindaco?
“ Noi auspichiamo che la rimozione sia definitiva e che non si tratti di una soluzione temporanea, come la richiesta di variante del progetto chiesta dalla Vodafone Omnitel sembra far credere. Noi esortiamo il Sindaco e l’amministrazione comunale a delocalizzare gli impianti, individuando un sito maggiormente distante dalle abitazioni e dal centro storico. Ribadiamo che la nostra protesta non è dettata da un atteggiamento di opposizione fine a se stesso. Né tantomeno siamo spinti da un’anacronistica posizione anti-tecnologica. Inoltre non ci prestiamo e non ci presteremo mai a nessuna strumentalizzazione. L’unica e vera ragione che ci spinge è la difesa del nostro inalienabile diritto alla salute, che per noi non può e non deve essere barattato con nessun beneficio economico! E’ per questo che come cittadini ancora fiduciosi nelle istituzioni ci auguriamo che, applicando il principio di precauzione, il sindaco recepisca le nostre legittime istanze”.
Foto: i segni della protesta popolare a Vico Centro
Foto di Maria D'Ordia

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