ECCO A CHI AFFIDA I LAVORI PUBBLICI IL NOSTRO CARO SINDACO:
Lavori in Via Leucosia, interdittiva per le ditte: "Vicine alla camorra"
Provvedimento antimafia del Prefetto diNapoli, si va verso la revoca dell’appalto. Il Comune dovrá revocare l’affidamento alla Cem e alla Aequa Mar di Castellammare. Gli accertamenti furono disposti per appurare legami tra le due imprese e la malavita stabiese. I lavori erano stati affidati dal Comune di Salerno A luglio il blitz degli uomini della Dia SALERNO. Il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, ha firmato l’interdittiva per le due imprese di Castellammare di Stabia impegnate nella realizzazione dei lavori di difesa della costa. Il provvedimento è stato inviato al Comune di Salerno, che ha appaltato l’opera.
La Cem e la Aequa Mar, con sede a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, sarebbero riconducibili a persone legate alla criminalitá organizzata, benché in regola con la documentazione antimafia e intestate a imprenditori incensurati. Ora, sulla scorta della decisione presa da Napoli, il Comune dovrá provvedere alla revoca dell’affidamento dei lavori.
Il provvedimento prefettizio scaturisce dalle risultanze dell’a ccertamento compiuto nel luglio scorso all’interno del cantiere di lungomare Colombo. Gli agenti della Direzione investigativa antimafia di Salerno, guidati dal vicequestore Claudio De Salvo, avevano dato esecuzione al decreto di accesso per verifiche antimafia, emesso dal prefetto di Salerno Sabatino Marchione. A far suonare il campanello d’allarme che aveva messo in moto la procedura di verifica erano stati i legami di parentela dei rappresentanti delle due ditte stabiesi con personaggi ritenuti legati al clan Cesarano, egemone nella zona di Castellammare e Pompei. Inoltre, andava appurata la natura delle forniture, provenienti in gran parte proprio dall’area stabiese e da quella nolana, ritenute a forte rischio di infiltrazioni.Un sistema, quello delle forniture, che spesso serve ad aggirare la normativa antimafia, coinvolgendo, nella spartizione della torta di un grande appalto, ditte che non avrebbero i requisiti necessari per partecipare direttamente alla realizzazione dei lavori. Proprio come quello del ricorso al sistema del nolo a freddo dei mezzi. Non a caso, i controlli della Dia si erano incentrati anche sui macchinari e sul personale impiegato nel cantiere. Ed era stata acquisita la documentazione relativa ai flussi dei materiali necessari per realizzare l’opera di difesa a mare. Del resto, è proprio intorno alle forniture che ruota il grosso dell’affare, dal momento che per questo tipo di interventi il 90 per cento dei costi è relativo ai materiali utilizzati.
La procedura prevista dalla normativa sul contrasto alle infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici prescrive, a questo punto, la revoca dell’appalto.Nel caso specifico, tuttavia, si pone il problema dei lavori giá realizzati: una parte consistente dell’i ntervento, infatti, è giá stata portata a termine dalle imprese che sono finite nel mirino della Prefettura partenopea.
Nel corso dell’operazione condotta dalla Dia all’interno del cantiere, nel luglio scorso, erano emerse soltanto delle violazioni di carattere amministrativo. In particolare era stato appurato come i camion viaggiassero spesso con carichi superiori a quelli previsti. La documentazione acquisita, invece, era stata analizzata in un secondo momento e trasmessa alla Prefettura di Napoli.
ECCO A CHI AFFIDA I LAVORI PUBBLICI IL NOSTRO CARO SINDACO.
Lavori in Via Leucosia, interdittiva per le ditte: "Vicine alla camorra"
Provvedimento antimafia del Prefetto diNapoli, si va verso la revoca dell’appalto. Il Comune dovrá revocare l’affidamento alla Cem e alla Aequa Mar di Castellammare. Gli accertamenti furono disposti per appurare legami tra le due imprese e la malavita stabiese. I lavori erano stati affidati dal Comune di Salerno A luglio il blitz degli uomini della Dia SALERNO. Il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, ha firmato l’interdittiva per le due imprese di Castellammare di Stabia impegnate nella realizzazione dei lavori di difesa della costa. Il provvedimento è stato inviato al Comune di Salerno, che ha appaltato l’opera.
La Cem e la Aequa Mar, con sede a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, sarebbero riconducibili a persone legate alla criminalitá organizzata, benché in regola con la documentazione antimafia e intestate a imprenditori incensurati. Ora, sulla scorta della decisione presa da Napoli, il Comune dovrá provvedere alla revoca dell’affidamento dei lavori.
Il provvedimento prefettizio scaturisce dalle risultanze dell’a ccertamento compiuto nel luglio scorso all’interno del cantiere di lungomare Colombo. Gli agenti della Direzione investigativa antimafia di Salerno, guidati dal vicequestore Claudio De Salvo, avevano dato esecuzione al decreto di accesso per verifiche antimafia, emesso dal prefetto di Salerno Sabatino Marchione. A far suonare il campanello d’allarme che aveva messo in moto la procedura di verifica erano stati i legami di parentela dei rappresentanti delle due ditte stabiesi con personaggi ritenuti legati al clan Cesarano, egemone nella zona di Castellammare e Pompei. Inoltre, andava appurata la natura delle forniture, provenienti in gran parte proprio dall’area stabiese e da quella nolana, ritenute a forte rischio di infiltrazioni.Un sistema, quello delle forniture, che spesso serve ad aggirare la normativa antimafia, coinvolgendo, nella spartizione della torta di un grande appalto, ditte che non avrebbero i requisiti necessari per partecipare direttamente alla realizzazione dei lavori. Proprio come quello del ricorso al sistema del nolo a freddo dei mezzi. Non a caso, i controlli della Dia si erano incentrati anche sui macchinari e sul personale impiegato nel cantiere. Ed era stata acquisita la documentazione relativa ai flussi dei materiali necessari per realizzare l’opera di difesa a mare. Del resto, è proprio intorno alle forniture che ruota il grosso dell’affare, dal momento che per questo tipo di interventi il 90 per cento dei costi è relativo ai materiali utilizzati.
La procedura prevista dalla normativa sul contrasto alle infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici prescrive, a questo punto, la revoca dell’appalto.Nel caso specifico, tuttavia, si pone il problema dei lavori giá realizzati: una parte consistente dell’i ntervento, infatti, è giá stata portata a termine dalle imprese che sono finite nel mirino della Prefettura partenopea.
Nel corso dell’operazione condotta dalla Dia all’interno del cantiere, nel luglio scorso, erano emerse soltanto delle violazioni di carattere amministrativo. In particolare era stato appurato come i camion viaggiassero spesso con carichi superiori a quelli previsti. La documentazione acquisita, invece, era stata analizzata in un secondo momento e trasmessa alla Prefettura di Napoli.
questo commento è arrivato nella mia posta. Essendo tratto da una testata on line, http://lacittadisalerno.gelocal.it/dettaglio/articolo/5158780 l'ho pubblicato anche se mi è stato spedito anonimamente. Vorrei precisare, cmq, che i lavori della scogliera soffolta,dati in appalto alle ditte citate nell'articolo, correggetemi se sbaglo, sono stati appaltati direttamente dalla Provincia e che, se così è, il sindaco non c'entra nulla. La cosa grave è, semmai, che ditte in forte sospetto di affiliiazione camorristica, stiano entrando ormai da molto tempo nel nostro territorio. E su questo il sindaco Cinque ha il dovere di essere rigorosissimo e intransigente. Se c'è puzza malefica di camorra, ha il potere di impedire che queste e altre ditte mettano piede nel suo paese.
A seguito di alcuni articoli apparsi sulla stampa di qualche mese fa sulla CEM, sotto indagine da parte della Procura di Salerno ( che allego alla presente ) in merito ad un provvedimento del Prefetto di Napoli contro la Camorra , precisamente : << lo scorso 18 ottobre il prefetto di Napoli ha firmato l’interdittiva per le due imprese di Castellammare di Stabia impegnate nella realizzazione dei lavori di difesa della costa (la CEM e la Aequa Mar) le quali, benché in regola con la documentazione antimafia e intestate a imprenditori incensurati, sono risultate riconducibili a persone legate alla criminalità organizzata; il provvedimento del Signor Prefetto di Napoli è stato inviato al Comune di Salerno, che ha appaltato l’opera e dovrà provvedere alla REVOCA dell’affidamento dei lavori ( la procedura prevista dalla normativa sul contrasto alle infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici prescrive, a questo punto, la revoca dell’appalto) .
Alla luce di tutto ciò, ritengo a mio avviso che sia giusto informare l’intera collettività di Scalea e le massime istituzioni calabresi, sui fatti “inquietanti” che riguardano la società campana CEM che l’amministrazione comunale di Scalea ha affidato e concesso per 90 anni GRATUITAMENTE tutta l’area di Torre Talao per ” la costruzione e la gestione del Porto”. Pertanto, con la presente invito formalmente il Sindaco di Scalea a verificare se ciò che è riportato sulla “stampa campana” risulta a verità. Inoltre, in qualità di Consigliere Comunale chiedo che venga richiesta al Prefetto di Cosenza un’informativa riservata sulla società CEM di Castellamare di Stabia affidataria del progetto. Infine un appello alla città << Cari concittadini, stiamo attenti a chi consegnamo le “chiavi” della nostra città !>>
A seguito di alcuni articoli apparsi sulla stampa di qualche mese fa sulla CEM, sotto indagine da parte della Procura di Salerno ( che allego alla presente ) in merito ad un provvedimento del Prefetto di Napoli contro la Camorra , precisamente : << lo scorso 18 ottobre il prefetto di Napoli ha firmato l’interdittiva per le due imprese di Castellammare di Stabia impegnate nella realizzazione dei lavori di difesa della costa (la CEM e la Aequa Mar) le quali, benché in regola con la documentazione antimafia e intestate a imprenditori incensurati, sono risultate riconducibili a persone legate alla criminalità organizzata; il provvedimento del Signor Prefetto di Napoli è stato inviato al Comune di Salerno, che ha appaltato l’opera e dovrà provvedere alla REVOCA dell’affidamento dei lavori ( la procedura prevista dalla normativa sul contrasto alle infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici prescrive, a questo punto, la revoca dell’appalto) .
Alla luce di tutto ciò, ritengo a mio avviso che sia giusto informare l’intera collettività di Scalea e le massime istituzioni calabresi, sui fatti “inquietanti” che riguardano la società campana CEM che l’amministrazione comunale di Scalea ha affidato e concesso per 90 anni GRATUITAMENTE tutta l’area di Torre Talao per ” la costruzione e la gestione del Porto”. Pertanto, con la presente invito formalmente il Sindaco di Scalea a verificare se ciò che è riportato sulla “stampa campana” risulta a verità. Inoltre, in qualità di Consigliere Comunale chiedo che venga richiesta al Prefetto di Cosenza un’informativa riservata sulla società CEM di Castellamare di Stabia affidataria del progetto. Infine un appello alla città << Cari concittadini, stiamo attenti a chi consegnamo le “chiavi” della nostra città !>>
A seguito di alcuni articoli apparsi sulla stampa di qualche mese fa sulla CEM, sotto indagine da parte della Procura di Salerno ( che allego alla presente ) in merito ad un provvedimento del Prefetto di Napoli contro la Camorra , precisamente : << lo scorso 18 ottobre il prefetto di Napoli ha firmato l’interdittiva per le due imprese di Castellammare di Stabia impegnate nella realizzazione dei lavori di difesa della costa (la CEM e la Aequa Mar) le quali, benché in regola con la documentazione antimafia e intestate a imprenditori incensurati, sono risultate riconducibili a persone legate alla criminalità organizzata; il provvedimento del Signor Prefetto di Napoli è stato inviato al Comune di Salerno, che ha appaltato l’opera e dovrà provvedere alla REVOCA dell’affidamento dei lavori ( la procedura prevista dalla normativa sul contrasto alle infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici prescrive, a questo punto, la revoca dell’appalto) .
Alla luce di tutto ciò, ritengo a mio avviso che sia giusto informare l’intera collettività di Scalea e le massime istituzioni calabresi, sui fatti “inquietanti” che riguardano la società campana CEM che l’amministrazione comunale di Scalea ha affidato e concesso per 90 anni GRATUITAMENTE tutta l’area di Torre Talao per ” la costruzione e la gestione del Porto”. Pertanto, con la presente invito formalmente il Sindaco di Scalea a verificare se ciò che è riportato sulla “stampa campana” risulta a verità. Inoltre, in qualità di Consigliere Comunale chiedo che venga richiesta al Prefetto di Cosenza un’informativa riservata sulla società CEM di Castellamare di Stabia affidataria del progetto. Infine un appello alla città << Cari concittadini, stiamo attenti a chi consegnamo le “chiavi” della nostra città !>>
7 commenti:
ECCO A CHI AFFIDA I LAVORI PUBBLICI IL NOSTRO CARO SINDACO:
Lavori in Via Leucosia, interdittiva per le ditte: "Vicine alla camorra"
Provvedimento antimafia del Prefetto diNapoli, si va verso la revoca dell’appalto. Il Comune dovrá revocare l’affidamento alla Cem e alla Aequa Mar di Castellammare. Gli accertamenti furono disposti per appurare legami tra le due imprese e la malavita stabiese. I lavori erano stati affidati dal Comune di Salerno A luglio il blitz degli uomini della Dia
SALERNO. Il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, ha firmato l’interdittiva per le due imprese di Castellammare di Stabia impegnate nella realizzazione dei lavori di difesa della costa. Il provvedimento è stato inviato al Comune di Salerno, che ha appaltato l’opera.
La Cem e la Aequa Mar, con sede a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, sarebbero riconducibili a persone legate alla criminalitá organizzata, benché in regola con la documentazione antimafia e intestate a imprenditori incensurati. Ora, sulla scorta della decisione presa da Napoli, il Comune dovrá provvedere alla revoca dell’affidamento dei lavori.
Il provvedimento prefettizio scaturisce dalle risultanze dell’a ccertamento compiuto nel luglio scorso all’interno del cantiere di lungomare Colombo. Gli agenti della Direzione investigativa antimafia di Salerno, guidati dal vicequestore Claudio De Salvo, avevano dato esecuzione al decreto di accesso per verifiche antimafia, emesso dal prefetto di Salerno Sabatino Marchione. A far suonare il campanello d’allarme che aveva messo in moto la procedura di verifica erano stati i legami di parentela dei rappresentanti delle due ditte stabiesi con personaggi ritenuti legati al clan Cesarano, egemone nella zona di Castellammare e Pompei. Inoltre, andava appurata la natura delle forniture, provenienti in gran parte proprio dall’area stabiese e da quella nolana, ritenute a forte rischio di infiltrazioni.Un sistema, quello delle forniture, che spesso serve ad aggirare la normativa antimafia, coinvolgendo, nella spartizione della torta di un grande appalto, ditte che non avrebbero i requisiti necessari per partecipare direttamente alla realizzazione dei lavori. Proprio come quello del ricorso al sistema del nolo a freddo dei mezzi. Non a caso, i controlli della Dia si erano incentrati anche sui macchinari e sul personale impiegato nel cantiere. Ed era stata acquisita la documentazione relativa ai flussi dei materiali necessari per realizzare l’opera di difesa a mare. Del resto, è proprio intorno alle forniture che ruota il grosso dell’affare, dal momento che per questo tipo di interventi il 90 per cento dei costi è relativo ai materiali utilizzati.
La procedura prevista dalla normativa sul contrasto alle infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici prescrive, a questo punto, la revoca dell’appalto.Nel caso specifico, tuttavia, si pone il problema dei lavori giá realizzati: una parte consistente dell’i ntervento, infatti, è giá stata portata a termine dalle imprese che sono finite nel mirino della Prefettura partenopea.
Nel corso dell’operazione condotta dalla Dia all’interno del cantiere, nel luglio scorso, erano emerse soltanto delle violazioni di carattere amministrativo. In particolare era stato appurato come i camion viaggiassero spesso con carichi superiori a quelli previsti. La documentazione acquisita, invece, era stata analizzata in un secondo momento e trasmessa alla Prefettura di Napoli.
ECCO A CHI AFFIDA I LAVORI PUBBLICI IL NOSTRO CARO SINDACO.
Lavori in Via Leucosia, interdittiva per le ditte: "Vicine alla camorra"
Provvedimento antimafia del Prefetto diNapoli, si va verso la revoca dell’appalto. Il Comune dovrá revocare l’affidamento alla Cem e alla Aequa Mar di Castellammare. Gli accertamenti furono disposti per appurare legami tra le due imprese e la malavita stabiese. I lavori erano stati affidati dal Comune di Salerno A luglio il blitz degli uomini della Dia
SALERNO. Il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, ha firmato l’interdittiva per le due imprese di Castellammare di Stabia impegnate nella realizzazione dei lavori di difesa della costa. Il provvedimento è stato inviato al Comune di Salerno, che ha appaltato l’opera.
La Cem e la Aequa Mar, con sede a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, sarebbero riconducibili a persone legate alla criminalitá organizzata, benché in regola con la documentazione antimafia e intestate a imprenditori incensurati. Ora, sulla scorta della decisione presa da Napoli, il Comune dovrá provvedere alla revoca dell’affidamento dei lavori.
Il provvedimento prefettizio scaturisce dalle risultanze dell’a ccertamento compiuto nel luglio scorso all’interno del cantiere di lungomare Colombo. Gli agenti della Direzione investigativa antimafia di Salerno, guidati dal vicequestore Claudio De Salvo, avevano dato esecuzione al decreto di accesso per verifiche antimafia, emesso dal prefetto di Salerno Sabatino Marchione. A far suonare il campanello d’allarme che aveva messo in moto la procedura di verifica erano stati i legami di parentela dei rappresentanti delle due ditte stabiesi con personaggi ritenuti legati al clan Cesarano, egemone nella zona di Castellammare e Pompei. Inoltre, andava appurata la natura delle forniture, provenienti in gran parte proprio dall’area stabiese e da quella nolana, ritenute a forte rischio di infiltrazioni.Un sistema, quello delle forniture, che spesso serve ad aggirare la normativa antimafia, coinvolgendo, nella spartizione della torta di un grande appalto, ditte che non avrebbero i requisiti necessari per partecipare direttamente alla realizzazione dei lavori. Proprio come quello del ricorso al sistema del nolo a freddo dei mezzi. Non a caso, i controlli della Dia si erano incentrati anche sui macchinari e sul personale impiegato nel cantiere. Ed era stata acquisita la documentazione relativa ai flussi dei materiali necessari per realizzare l’opera di difesa a mare. Del resto, è proprio intorno alle forniture che ruota il grosso dell’affare, dal momento che per questo tipo di interventi il 90 per cento dei costi è relativo ai materiali utilizzati.
La procedura prevista dalla normativa sul contrasto alle infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici prescrive, a questo punto, la revoca dell’appalto.Nel caso specifico, tuttavia, si pone il problema dei lavori giá realizzati: una parte consistente dell’i ntervento, infatti, è giá stata portata a termine dalle imprese che sono finite nel mirino della Prefettura partenopea.
Nel corso dell’operazione condotta dalla Dia all’interno del cantiere, nel luglio scorso, erano emerse soltanto delle violazioni di carattere amministrativo. In particolare era stato appurato come i camion viaggiassero spesso con carichi superiori a quelli previsti. La documentazione acquisita, invece, era stata analizzata in un secondo momento e trasmessa alla Prefettura di Napoli.
questo commento è arrivato nella mia posta. Essendo tratto da una testata on line, http://lacittadisalerno.gelocal.it/dettaglio/articolo/5158780
l'ho pubblicato anche se mi è stato spedito anonimamente.
Vorrei precisare, cmq, che i lavori della scogliera soffolta,dati in appalto alle ditte citate nell'articolo, correggetemi se sbaglo, sono stati appaltati direttamente dalla Provincia e che, se così è, il sindaco non c'entra nulla.
La cosa grave è, semmai, che ditte in forte sospetto di affiliiazione camorristica, stiano entrando ormai da molto tempo nel nostro territorio. E su questo il sindaco Cinque ha il dovere di essere rigorosissimo e intransigente. Se c'è puzza malefica di camorra, ha il potere di impedire che queste e altre ditte mettano piede nel suo paese.
Questo commento è arrivato anche a me anonimo, ritengo però il sindaco responsabile, perchè lui può impedire
Porto Scalea… chi è la CEM?
A seguito di alcuni articoli apparsi sulla stampa di qualche mese fa sulla CEM, sotto indagine da parte della Procura di Salerno ( che allego alla presente ) in merito ad un provvedimento del Prefetto di Napoli contro la Camorra , precisamente : << lo scorso 18 ottobre il prefetto di Napoli ha firmato l’interdittiva per le due imprese di Castellammare di Stabia impegnate nella realizzazione dei lavori di difesa della costa (la CEM e la Aequa Mar) le quali, benché in regola con la documentazione antimafia e intestate a imprenditori incensurati, sono risultate riconducibili a persone legate alla criminalità organizzata; il provvedimento del Signor Prefetto di Napoli è stato inviato al Comune di Salerno, che ha appaltato l’opera e dovrà provvedere alla REVOCA dell’affidamento dei lavori ( la procedura prevista dalla normativa sul contrasto alle infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici prescrive, a questo punto, la revoca dell’appalto) .
Alla luce di tutto ciò, ritengo a mio avviso che sia giusto informare l’intera collettività di Scalea e le massime istituzioni calabresi, sui fatti “inquietanti” che riguardano la società campana CEM che l’amministrazione comunale di Scalea ha affidato e concesso per 90 anni GRATUITAMENTE tutta l’area di Torre Talao per ” la costruzione e la gestione del Porto”. Pertanto, con la presente invito formalmente il Sindaco di Scalea a verificare se ciò che è riportato sulla “stampa campana” risulta a verità. Inoltre, in qualità di Consigliere Comunale chiedo che venga richiesta al Prefetto di Cosenza un’informativa riservata sulla società CEM di Castellamare di Stabia affidataria del progetto.
Infine un appello alla città << Cari concittadini, stiamo attenti a chi consegnamo le “chiavi” della nostra città !>>
Il Consigliere Comunale
Palmiro Manco
Porto Scalea… chi è la CEM?
A seguito di alcuni articoli apparsi sulla stampa di qualche mese fa sulla CEM, sotto indagine da parte della Procura di Salerno ( che allego alla presente ) in merito ad un provvedimento del Prefetto di Napoli contro la Camorra , precisamente : << lo scorso 18 ottobre il prefetto di Napoli ha firmato l’interdittiva per le due imprese di Castellammare di Stabia impegnate nella realizzazione dei lavori di difesa della costa (la CEM e la Aequa Mar) le quali, benché in regola con la documentazione antimafia e intestate a imprenditori incensurati, sono risultate riconducibili a persone legate alla criminalità organizzata; il provvedimento del Signor Prefetto di Napoli è stato inviato al Comune di Salerno, che ha appaltato l’opera e dovrà provvedere alla REVOCA dell’affidamento dei lavori ( la procedura prevista dalla normativa sul contrasto alle infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici prescrive, a questo punto, la revoca dell’appalto) .
Alla luce di tutto ciò, ritengo a mio avviso che sia giusto informare l’intera collettività di Scalea e le massime istituzioni calabresi, sui fatti “inquietanti” che riguardano la società campana CEM che l’amministrazione comunale di Scalea ha affidato e concesso per 90 anni GRATUITAMENTE tutta l’area di Torre Talao per ” la costruzione e la gestione del Porto”. Pertanto, con la presente invito formalmente il Sindaco di Scalea a verificare se ciò che è riportato sulla “stampa campana” risulta a verità. Inoltre, in qualità di Consigliere Comunale chiedo che venga richiesta al Prefetto di Cosenza un’informativa riservata sulla società CEM di Castellamare di Stabia affidataria del progetto.
Infine un appello alla città << Cari concittadini, stiamo attenti a chi consegnamo le “chiavi” della nostra città !>>
Il Consigliere Comunale
Palmiro Manco
Porto Scalea… chi è la CEM?
A seguito di alcuni articoli apparsi sulla stampa di qualche mese fa sulla CEM, sotto indagine da parte della Procura di Salerno ( che allego alla presente ) in merito ad un provvedimento del Prefetto di Napoli contro la Camorra , precisamente : << lo scorso 18 ottobre il prefetto di Napoli ha firmato l’interdittiva per le due imprese di Castellammare di Stabia impegnate nella realizzazione dei lavori di difesa della costa (la CEM e la Aequa Mar) le quali, benché in regola con la documentazione antimafia e intestate a imprenditori incensurati, sono risultate riconducibili a persone legate alla criminalità organizzata; il provvedimento del Signor Prefetto di Napoli è stato inviato al Comune di Salerno, che ha appaltato l’opera e dovrà provvedere alla REVOCA dell’affidamento dei lavori ( la procedura prevista dalla normativa sul contrasto alle infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici prescrive, a questo punto, la revoca dell’appalto) .
Alla luce di tutto ciò, ritengo a mio avviso che sia giusto informare l’intera collettività di Scalea e le massime istituzioni calabresi, sui fatti “inquietanti” che riguardano la società campana CEM che l’amministrazione comunale di Scalea ha affidato e concesso per 90 anni GRATUITAMENTE tutta l’area di Torre Talao per ” la costruzione e la gestione del Porto”. Pertanto, con la presente invito formalmente il Sindaco di Scalea a verificare se ciò che è riportato sulla “stampa campana” risulta a verità. Inoltre, in qualità di Consigliere Comunale chiedo che venga richiesta al Prefetto di Cosenza un’informativa riservata sulla società CEM di Castellamare di Stabia affidataria del progetto.
Infine un appello alla città << Cari concittadini, stiamo attenti a chi consegnamo le “chiavi” della nostra città !>>
Il Consigliere Comunale
Palmiro Manco
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