Stamane sulle pagine dii Metropolis è stata pubblicata un’intervista di Fabio Orecchiuto all’Assessore di Meta Giuseppe Tito. Nell’articolo veniva altresì pubblicata la notizia di un incontro dello stesso assessore con il cons. regionale Amato e con il sindaco di Vico Equense Gennaro Cinque. La runione, sollecitata da Amato, serviva a fare il punto della situazione sulle famigerate antenne di telefonia che hanno creato un bel po’ di subbuglio tra i cittadini di Vico Equense preoccupati per gli effetti sulla salute delle onde elettromagnetiche.
Leggendo le assurde conclusioni a cui giunge Tito dopo la riunione, attraverso un ragionamento pressappochista e privo di contenuti di un qualsivoglia spessore, si resta sconcertati, davvero basiti.
Secondo Tito, infatti, il sindaco Cinque sta facendo di tutto per salvaguardare la salute pubblica, perché a Vico Equense saranno montate delle “microcellule”, ovvero delle antenne a bassa frequenza. Tali microcellule, secondo Cinque e Tito, non danneggerebbero la salute e in più consentirebbero un’entrata in denaro necessaria al Sindaco a coprire le spese per le politiche sociali.
Sono davvero sconcertanti le parole di Peppe Tito per tutta una serie di motivi, di cui è bene mettere in rilievo quelli più importanti.
Innanzitutto a che titolo l’assessore Tito si fa portavoce del Sindaco e delle sue nobili intenzioni, bay-passando tutti coloro che da mesi si stanno battendo per evitare l’installazione delle antenne in punti vitali come il centro di Vico Equense o il campo sportivo di Massaquano? Ci sono i consiglieri di opposizione, il Comitato Art. 32, Sel, Vas e il Partito Democratico che hanno affrontato l’argomento da tutti i punti di vista. In particolare, SEL, Vas e Articolo 32, hanno anche studiato il progetto, rilevato le magagne della “misurazione” dell’inquinamento, chiesto incontri con i consiglieri Regionali e con il Direttore dell’Arpac, ente preposto alla vigilanza sull’inquinamento elettromagnetico e con tecnici esperti del settore. Da queste attività è venuto fuori che le misurazioni non sono state eseguite correttamente e che c’erano grosse incongruenze nelle procedure adottate per legittimare l’installazione delle antenne, prima fra tutte la relazione della dott.ssa Santamaria che tratta l’argomento più da rabdomante che da esperta del settore.
Di tutto questo evidentemente l’ass. Guseppe Tito non sa un bel nulla e le sue poco illuminate conclusioni lasciano il tempo che trovano poiché giungono come cavoli a merenda in una questione serissima che sta procedendo su dati di fatto e non su qualunquistiche opinioni del primo che arriva.
Stupisce anche il tono usato dall’ass. Tito, il quale sembra giustificare l’operato del Sindaco partendo dal presupposto che Cinque sia buono e che sta facendo delle scelte per il bene dei cittadini. Tito non tiene assolutamente conto che quelle antenne spuntate da un giorno all’altro sulla torretta del municipio non le avevano certo autorizzate i cittadini e che se non ci fosse stata una ventata di protesta generale starebbero ancora là.
Non stupisce, invece, che Tito non abbia chiesto al Sindaco come mai adesso viene fuori la faccenda dei soldi che servono per i servizi sociali. Tito, infatti, non sa che il sindaco personalmente aveva garantito che il canone pagato dagli enti gestori sarebbe servito per mettere su una commissione di vigilanza al fine di controllare che le emissioni non superassero la soglia di sicurezza e per creare un sito internet di rilevamento del livello delle emissioni.
Insomma l’Assessore di Meta, che non sa assolutamente nulla dello stato dei fatti a Vico Equense, si permette di lanciarsi in una serie di valutazioni del tutto campate in aria. Dispiace solo che Tito sia un assessore del Pd metese e da uomo di partito, da politico, prima ancora che da rappresentante di un comune “altro” avrebbe dovuto prima di tutto mettere a parte i suoi compagni di partito a Vico Equense delle sue personali valutazioni, visto che nella vicenda vicana lui non ha avuto nessun ruolo né di primo piano né marginale.
Per onore della verità bisogna aggiungere che proprio l’ on. Amato aveva informato i rappresentanti del pd di Vico Equense dell’incontro di cui parla Metropolis, e si era preoccupato di riferire l’esito del colloquio avuto con Cinque, per il quale Giuseppe Tito era stato un semplice intermediario. Sulle risposte del sindaco Cinque il partito stava elaborando un suo piano di azione da condividere con le altre forze politiche e con i movimenti cittadini. Tito si è intromesso inutilmente, forse solo per fare scena. E si sa che da un po’ personalismi, primogeniture, fughe in avanti contraddistinguono le scelte di alcune persone che sembrano voler intraprendere la via “politica” più per clamore di se stessi che per rendere un servizio alla collettività. Di queste persone anche Giuseppe Tito sembra essere un degnissimo rappresentante.
Detto questo, sulla questione delle antenne rimangono degli interrogativi sostanziali. Innanzitutto in cosa consiste la variante al progetto chiesta dalla Vodafone Omnitel? E se questa variante sarà applicata automaticamente o necessita di approvazione ed eventualmente da parte di chi. E poi qualche chiarimento dovrebbe arrivare anche sui siti dove verranno installate le “microcellule” di cui parla il sindaco e sulla quantità delle onde emesse. Resta tutto uguale a parte che non saranno più visibili gli impianti? Non sarebbe un grande passo avanti, soprattutto se dal comune continuassero a pervenire numeri che somigliano più a quelli del lotto che a dati scientifici comprovati e inequivocabili.
1 commento:
E' dvertente notare che, al solito, invece di concentrarsi sulle parole del sindaco, qualcuno ancora si pone delle domande sul pd di Vico Equense. E qualche altro addirttura sull'onorevole Antonio Amato, il quale non si è tirato indietro al momento di fornire un aiuto sulle antenne.
Una bella tattica per distoglere dal vero problema secondo l'antico detto "Cicero pro domo sua"
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