mercoledì 1 aprile 2009

Il giorno dopo

Ci sono dei momenti nei quali la politica, anzi i politicanti, si abbassano a dei livelli di scadimento molto al di sotto del limite di tolleranza. Questo è avvenuto ieri in Consiglio Comunale, dove ad affrontarsi non erano Maggioranza e Opposizione, ma soprattutto nuovi e vecchi amministratori.
C'era un' aria di guerra. La sala era insolitamente affollata. Si aspettava la rissa, che sembrava imminente a ogni intervento. E si percepiva che la politica non sarebbe entrata nemmeno per un secondo in Aula. Che il Bilancio di Previsione era solo un pretesto per mettere in mostra i muscoli.
Il motivo di tanta tensione era l'esclusione ingiustificata di cinque Assessori su sette dalla Giunta e la rottura di un patto solidale basato su un accordo politico ben preciso e sottoscritto da tutti, soprattutto dagli elettori...
Eppure, dopo ore e ore di discussioni (dalle 9.00 alle 17.30), le ragioni di quella crisi restano ancora un mistero. Nessuno, nemmeno tra gli stessi defenestrati, si è azzardato a fare pubbliche ipotesi. Il Sindaco, cioè quello che in primis doveva spiegare e chiarire molte cose, non ha spiegato un bel niente. Si è limitato ad aggiungere alle dichiarazioni già fatte alla stampa che la ragion di stato ha prevalso sulle ragioni del cuore...(Questo confermerebbe che gli Assessori si sono comportati male, che a un certo punto il sindaco, "nonostante l'amicizia, ha dovuto, non senza sofferenza per il suo animo sensibile, liberarsi degli orpelli sentimentali e fare quello che il suo dovere gli imponeva..." )
Naturalmente, non è stato il Sindaco a parlare e a spiegare ma il Presidente del Consiglio Comunale, il quale ha stancamente letto (si è poi saputo che non si sentiva bene) una lettera di Cinque, mentre Dilengite e Astarita si agitavano sulla sedia e alzavano la voce a ogni battuta. In una scena surreale nella quale gli ex Assessori rispondevano con toni alterati a un lettore, a un messaggero, pur essendo il loro reale interlocutore là, di fronte a loro, impassibile, indifferente e, soprattutto, con la lingua incollata al palato.
In questo clima e in questi termini il Consiglio Comunale non ha più senso. Anche le giuste reprimende di Pasquale Cardone, che ci tiene comunque a svolgere con correttezza il suo ruolo di opposizione, svaniscono nel nulla. E tutte le dichiarazioni di voto al Bilancio di Previsione perdono in qualità e spessore. Le stesse alzate di mano e le deliberazioni celebrano un rito finto, che serve solo a far finta di essere in democrazia.
Perciò non si sussulta nemmeno più quando un Assessore in carica dà del deficiente a un Consigliere della maggioranza... E non si rimane basiti nemmeno se Antonio Di Martino e qualche altro ritornano a ribadire alla dott.ssa De Martino che la Delibera 57 è ottima e non si tocca, anche se i cittadini la pensano in tutt'altro modo. O se la nuova Assessora, con una delicatezza tutta femminile, confessa la sua crassa ignoranza in materia di nuove delimitazioni dei Centri Urbani...
Chi assiste prova ormai solo indignazione mista a insofferenza. E una gran voglia di tornarsene a casa.
E, il giorno dopo, non si ha nemmeno voglia di parlarne...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Allucinante.E per quale ragione Di Martino ha detto che la delibera 57è ottima? Ma lo sa lui a quali disagi vanno incontro i bambini? Dobbiamo davvero fare la rivoluzione?

mariad ha detto...

anonimo
non ha aggiunto nulla a quello che già si sapeva. E' una specie di sfida, evidentemente.
La rivoluzione è passata di moda...

:(