mercoledì 10 ottobre 2012

Vico Equense. L’antenna al Campo sportivo di Massaquano desta allarme tra i cittadini e spacca la maggioranza.

L’attenzione si è improvvisamente accesa sull’impianto di Massaquano, dove è stata installata una nuova, enorme antenna per la telefonia presso il campo sportivo.
Da diverse settimane, un corteo di cittadini guidato dal sig. V. Esposito attraversa a piedi la distanza che separa Massaquanno da Vico Centro e si assembra in piazza Mercato o in Piazza Umberto I, dove Esposito spiega le ragioni del malcontento contro il nuovo impianto.
Fino a qualche settimana fa, da Massaquano non erano giunte voci di protesta, ma, viste le notevoli dimensioni della nuova antenna, i cittadini hanno cominciato a preoccuparsi. Nella zona, spiega Esposito, preesiste un allarme relativo alla incidenza di tumori, molti casi, di cui diversi mortali, in pochi anni. Si teme che l’ antenna, anche alla luce degli studi avanzati nel settore delle onde elettromagnetiche, possa andare a inquinare ulteriormente l’ambiente e peggiorare la situazione sanitaria dei Massaquanesi.
Per arrivare a una sintesi, mercoledì 3 ottobre si è riunito il consiglio Comunale e al 1° punto all’odg, era stato riproposto proprio il problema delle antenne di telefonia. Nell’assise erano presenti sia il Comitato Art. 32 che il Comitato Civico per la Salute di Massaquano, i VAS, il partito democratico, un nutrito gruppo di cittadini rumorosi e impazienti.
La discussione si è dilungata per molto tempo, tra accesi interventi del pubblico e dei consiglieri, fin quando, su proposta del Consigliere Savarese, i Capigruppo consiliari si sono riuniti per formulare una ipotesi di delibera soddisfacente. La sospensione è durata un paio di ore e sembrava che avesse messo d’accordo tutti, maggioranza e minoranza. Ma l’atmosfera nel pubblico è diventata subito incandescente quando si è capito che non veniva soddisfatta la richiesta di smantellare immediatamente l’impianto al campo sportivo. A questo punto è saltato tutto. Starace ha messo ai voti una sua proposta di delibera e, nella votazione, inaspettatamente, cinque consiglieri di maggioranza si sono rimangiati l’accordo scegliendo di astenersi. La delibera di Starace è stata respinta solo grazie al voto contrario del Sindaco, Gennaro Cinque. Non potendo raggiungere l’unanimità, ogni decisione è stata rinviata a una successiva riunione tra consiglieri e cittadini.

La situazione è diventata ancora più complicata nel corso della riunione post- consiglio che si è tenuta il lunedì successivo. Presenti Marco Cuomo, in rappresentanza del comitato della zona alta, e alcuni rappresentanti del Comitato Art.32 e del partito democratico. Marco Cuomo ha consegnato un documento sottoscritto dai cittadini, nel quale si chiede che subito venga rimossa l’antenna dal campo sportivo. I rappresentanti di Art. 32 e del PD , impegnati sul tema da oltre un anno con iniziative importanti sul tema della pericolosità delle onde elettromagnetiche e del piano di localizzazione, hanno ricordato al sindaco che ad oggi non si è ancora insediata la commissione di esperti, unico strumento per una coerente e sicura istallazione delle antenne a garanzia della salute pubblica. Il pd aveva proposto dei nominativi per la commissione, esperti internazionali del problema, che ancora non hanno assunto alcun incarico per conto del comune.
Il Sindaco Gennaro Cinque, si è rammaricato per l’assenza dei concittadini della zona alta, che hanno inviato solo un rappresentante, ed ha ribadito che, pur essendoci la volontà politica di togliere l’antenna dal campo sportivo, è impossibile demolire l’impianto nel giro di poche ore. Secondo Gennaro Cinque bisognerà richiedere l’intervento di una ditta accreditata che rilevi la quantità delle onde elettromagnetiche su tutto il territorio. Considerando che l’impianto di Montechiaro è largamente fuori dai livelli consentiti, chi farà le misurazioni dovrà sottoscriverne la pericolosità e il relativo smantellamento. Per assicurare la ricezione del segnale di telefonia su tutto il territorio, bisognerà perciò obbligatoriamente ripensare a tutta la dislocazione delle antenne, compresa quella nel campo sportivo di Massaquano, onde evitare l’oscuramento di tutti i telefonini. Cinque ha assicurato che ciò potrebbe avvenire nel giro di poche settimane. Inoltre il Sindaco si è impegnato a nominare anche la commissione degli esperti, della quale farà parte anche un oncologo, entro il 15 di questo mese.

Tutto quindi è rimandato a un prossimo consiglio comunale, nel quale maggioranza e minoranza dovranno dimostrare di essere all’altezza delle aspettative. L’antenna sul torrino dell’orologio del Comune, in Vico Centro, per ora non sta funzionando ed è stato un primo tassello messo a segno dal Comitato Art. 32. Ma la soluzione del problema antenne è ancora molto lontana. Ora che anche Massaquano è insorta il Sindaco potrebbe avere delle grane all’interno della sua stessa maggioranza che già nell’ultima assise, per opportunismo o per convinzione, non ha voluto contrariare una bella fetta del proprio elettorato.
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"
Nelle foto: V. Esposito durante un discorso in piazza Umberto I. L'antenna al campo sportivo di Massaquanno.
Foto di Maria D'Ordia


7 commenti:

Mario Taranto ha detto...

Se mi è consentito una domanda:
Chi e quando ha potuto autorizzare l'installazione dell'antenna nel campo sportivo di Massaquamo in deroga al regolamento approvato con la delibera del 1999? L'Ufficio tecnico urbanistico??? la Commissione Ambiente???
Grazie se mi arriverà una risposta tecnica in proposito, Mario Taranto

Umberto Palomba ha detto...

Salve Maria. Intervengo su un settore che non è di mia stretta competenza, in quanto noi ci occupiamo esclusivamente di cavi e, possibilmente, in fibra quindi non inquinanti. Il motivo per cui intervengo è legato a motivazioni personali ed alla lotta personale che conduco nei confronti dell'inquinamento elettromagnetico. Tuttavia, con molta franchezza, nel caso specifico, si sta strumentalizzando un problema che, a mio modesto parere, non è tale e spiego perchè:
vero è che l'incidenza tumorale, in particolare nelle zone collinari di Vico Equense risulta particolarmente elevata rispetto alle statistiche del resto d'Italia, ma, se mi permettete, questo non può essere addebitato ai NUOVI ripetitori che sono stati attivati da pochissimo e che, peraltro, debbono rispettare norme specifiche tra le più stringenti a livello mondiale. Prima di proseguire, quindi, io proporrei, con molta serietà, di richiedere l'intervento delle strutture regionali e nazionali (ARPAC e CNR), qualificate all'uopo, per una verifica dell'inquinamento attuale su tutto il territorio. Si scoprirà che elettrodotti, ripetitori e antenne per il wifi, ripetitori e antenne per il mobile (in condizioni di emergenza), ripetitori di segnali audiovisivi costituiscono il problema attuale del territorio. Dopo questa disamina ufficiale sarà possibile prendere le opportune contromisure quali l'interramento degli elettrodotti (ai quali mi risulta che l'Amministrazione Comunale stia già provvedendo), l'aumento del numero di ripetitori ufficiali per il mobile che, complessivamente, darebbero non solo maggiore copertura ma diminuirebbero in misura sostanziosa le emissioni di onde elettromagnetiche (e anche questo mi sembra nelle intenzioni dell'Amministrazione Comunale )e così via. Insomma, prima di levare gli scudi contro qualcosa che potrebbe migliorare sensibilmente la qualità (e anche la durata se tutto ciò porta ad una riduzione delle emissioni elettromagnetiche)della vita dei cittadini vicani, sarebbe saggio fare prima un punto della situazione. Personalmente sono dispiaciuto delle perdite che hanno interessato quanti protestano ma, onestamente, non riesco a comprendere la finalità della protesta. Infatti, pur ammettendo che i ripetitori previsti non vengano installati, questo non risolve il fatto che l'inquinamento elettromagnetico sul territorio è, da prima e ancora, così alto da causare tante vittime. Infine chiudo con una notazione tecnica: un telefonino alla ricerca del segnale (quindi in zona non coperta) emette onde elettromagnetiche nella misura del 1000% più alta di quando invece è presente la copertura. Sommate i telefonini che avete in tasca, verificate se c'è copertura, moltiplicate questo numero per 250volt/metro e avrete una misura dell'inquinamento elettromagnetico che producete (solo con i cellulari) in una zona senza copertura. Grazie per lo spazio e, come sempre, complimenti per la serietà del blog.

mariad ha detto...

Gentile dott. Palomba,
credo che i cittadini del comitato civico della zona alta abbiano il timore di vedere aumentati i rischi di ammalarsi e cerchino soluzioni rassicuranti, in qualsiasi forma. Anche io so della pericolosità dei cellulari in cerca di segnale, specie se assembrati in una zona mal servita, però lei capirà che veder spuntare a pochi metri dalla propria finestra un'antenna che durante tutto il giorno irradia onde elettroagnetiche, accresce a dismisura la preoccupazione di essere esposti a un reale pericolo per la salute.
Se ci sono delle soluzioni alternative bisognerebbe trovarle. Finora però non mi sembra di aver sentito parlare di fibra ottica, almeno nei programmi ufficiali del Comune, nè di antenne di elevata tecnologia, prive cioè di effetti dannosi alla salute. E le dirò che quasi tutte le sere su rai news24, in specifiche trasmissioni, si parla del problema in ternimi abbastanza duri relativamente alla pericolosità delle onde elettromagnetiche prodotte dagli impianti che crescono come funghi un po' dovunque. Perciò si suggeriva al Sindaco di ottimizzare la dislocazione delle antenne attraverso un piano che tenesse conto, in primo luogo, proprio della salute dei cittadini. In alcune realtà più sensibili questo si è fatto.
Certo l'argomento si presta anche a delle strumentalizzazioni, soprattutto se si parla di cancro in una zona già duramente colpita, ma proprio per questo bisogna dimostrare coi fatti che prevale innanzitutto sempre e comunque il benessere psico-fisico delle persone. Bisognerebbe evitare di essere superficiali e fare le cose seguendo dei criteri condivisi da tutti.
Grazie a lei per i suoi interventi

umberto palomba ha detto...

Gent.ma Maria,vorrei chiarire,innanzitutto,che non sono "dott.".Rispondo partendo dalla fine: ovvio che "occhio non vede,cuore non duole",ma, nel caso, non è così.Infatti,dislocando i ripetitori lontano dai centri abitati,sarebbe necessario aumentarne la potenza(ben oltre i limiti legali)affinchè gli stessi possano offrire copertura al tessuto cittadino.Diversamente farebbero brutta mostra di sè ma senza nessuna utilità pratica.Proprio per mantenere le emissioni entro limiti strettissimi nasce la necessità di installare tralicci e ripetitori all'interno dell'abitato dove,peraltro,possono essere monitorati costantemente(preciso che gli operatori sono obbligati ad utilizzare antenne ad elevata tecnologia e a bassa emissione pena multe salatissime-a partire da 58000,00 euro-e la perdita della licenza).Il controllo è effettuato dai diretti concorrenti che,nel caso in cui uno di loro superasse i limiti consentiti,sarebbero danneggiati nel proprio business.Credo che la Vs.Amministrazione,abbia proprio tenuto conto di questa minore potenza e della salute dei cittadini quando sono stati presi gli accordi per l'installazione dei ripetitori.Gli impianti che nascono...dovunque:WiFi e WiMax.Argomento in diretta concorrenza con le nostre attività aziendali e delle quali avrei preferito non parlare proprio perchè di parte. Però,fermo restando che ciò che la legge "norma" è legale,il vero problema,in questi casi potrebbe essere il mancato controllo sulle potenze erogate.Siccome si tratta di ambiti ristretti,se non viene fatta esplicita richiesta, sugli stessi non c'è monitoraggio e bisogna affidarsi alla sola onestà dell'operatore.D'altronde,va dato anche merito a chi ha fornito un servizio-buono o cattivo-in zone che ne erano prive.Stesso problema del controllo vale anche per le antenne radiotelevisive che hanno già grossi problemi a coprire il territorio e devono combattere anche contro le interferenze delle frquenze per l'LTE.Ultimi,ma non ultimi, gli elettrodotti di media ed alta tensione presenti sul territorio.Sono la fonte più preoccupante di emissione di elettromagnetismo (può verificarlo passeggiando lungo il percorso di tali elettrodotti: scoprirà che l'erba ha un colore diverso e ...una consistenza diversa.Erba ,con ogni probabilità,utilizzata come foraggio).Come detto nel precedente commento, l'Amministrazione Comunale sta cercando di limitare questo problema mediante l'interramento delle linee di media ed alta tensione.Infine una riflessione:in quante case è presente un apparato wifi,un bluetooth,un forno a microonde,le famose piramidi per rilanciare il segnale satellitare e così via? Allora, io ribadisco il mio pensiero:prima di contestare quello che si sta facendo,sarebbe non solo opportuno ma necessario stabilire lo "status quo"(deputati a tale compito sono l'ARPAC e il CNR che possono intervenire su richiesta di un semplice cittadino:perchè marciare per protesta e non convocare chi ha la competenza per stabilire i livelli di inquinamento?).Infatti solo in questo modo si potrà poi stabilire se l'installazione di questi impianti genera un aumento o una diminuzione dell'inquinamento elettromagnetico(e io propendo per la seconda ipotesi).Altrimenti il vero rischio che si corre è che la gente continui ad ammalarsi anche in assenza dei ripetitori.Per quanto concerne il discorso fibra ottica,sappiamo,per ovvi motivi,che il Comune ha in animo di utilizzare fibra ottica per scopi legati al miglioramento della qualità della vita dei cittadini ma sarà compito dell'Amministrazione illustrare i progetti nel dettaglio.Per quanto concerne Argosid,nostro obiettivo è utilizzare la fibra per aumentare qualità e quantità di servizi fruibili dai cittadini limitando l'utilizzo dei cavi di rame e contribuendo, incidentalmente, alla riduzione dell'elettromagnetismo complessivo. Di nuovo grazie per l'ospitalità.

mariad ha detto...

Mi pare di aver capito che il Comitato Civico non ne voglia sapere di misurazioni. Si chiede la rimozione dell'antenna. Sui modi per riuoverla si può discutere ma il loro obiettivo principale è la rimozione. Non mi azzardo a dare giudizi sulla pericolosità o meno dell'impianto di Massaquano, nè sugli altri perchè non ne ho competenza. Mi permetto solo di contestare il modo troppo arbitrario e superficiale del coumne nell' affrontare la situazione. Fu presentato a suo tempo un piano che non aveva in sè i caratteri scientifici necessari, si parlava di falde acquifere e alre facezie che non sto a ripetere. Tutto per giustificare la scelta dei siti di installazione. Sono disponibile a pensare alla buona fede di chi avallò quel criterio pur di assicurare una veloce ricezione in collina, ma non giustifico la mancanza di concertazione che dovrebbe sempre accompagnare progetti simili.
Si ha in definitiva la sensazione che si siano scelti siti comunali solo per un mero fatto economico, accontentandosi della semplice spiegazione da parte delle compagnie che le antenne sono sicure, senza approfondire e senza valutare le scelte con tutti i soggetti interessati, cittadini compresi.
Non credo che il problema sia di facile risoluzione, a questo punto spiegare che gli impianti sono sicuri è molto difficile. Ci sono troppe voci discordanti sul tema in campo scientifico e lei sa meglio di me che di fronte alla salute nessuno è disposto ad arretrare troppo facilmente dalle proprie posizioni.

Umberto Palomba ha detto...

Non conosco gli esponenti del Comitato Civico e, ovviamente, non conosco le motivazioni per le quali non si vogliono far effettuare le misurazioni. Personalmente sono sempre stato un sostenitore della legalità e, rispettando io le leggi, mi sono sempre fatto tutelare dalle istituzioni. Però, un conto è portare dati reali a supporto delle proprie tesi ed un altro nascondersi dietro un dito. Nessun giudice potrebbe mai decidere su emozioni e sensazioni senza tenere conto di rilevanze scientifiche. Credo che questo, peraltro, sia anche uno dei motivi per cui una parte della popolazione si astiene dal partecipare alla protesta. Se si è convinti della pericolosità degli apparati, ancor più io me lo farei certificare da un Ente che non può essere messo in discussione. Se, poi, la motivazione è di carattere meramente estetico, allora il discorso cambia purchè non si faccia leva sulla sicurezza per un obiettivo completamente diverso. Sulle modalità, attraverso le quali si sia pervenuti ad un accordo con i gestori, mi permetto di far notare che, anche in questo caso, esistono leggi e norme da rispettare e, per esperienza diretta, posso confermare che ogni atto dell’Amministrazione passa al vaglio non solo degli Uffici Competenti per Territorio ma anche dell’Ufficio Legale. Ritengo, perciò, che, al di là di problemi di comunicazione e concertazione con i cittadini, non siano e non possano essere state commesse illegalità (in caso contrario sarebbe comunque compito delle Autorità Giudiziarie annullare decisioni ed erogare sanzioni). Per quanto concerne la scelta dei siti, il vero motivo è legato proprio al minor impatto. Più vicini alle zone da coprire, minore l’intensità necessaria a tutta tutela della salute dei cittadini. Per il “mero fatto economico” sono poco d’accordo in quanto se le installazioni fossero state ammesse su suoli privati, del relativo ricavo avrebbero beneficiato esclusivamente i quattro proprietari delle aree prescelte mentre, utilizzando suoli a disposizione del Comune, gli stessi ricavi vanno a beneficio della collettività. Se poi si ritiene che questi importi vengano mal gestiti, è sufficiente analizzare il bilancio comunale e, nel caso, richiedere l’intervento delle Autorità Preposte (il solito refrain: facciamoci tutelare da chi deve farlo come ruolo istituzionale). Anche sulla sicurezza delle antenne avrei pochi dubbi. Quale operatore, sano di mente, investirebbe cifre iperboliche per la realizzazione di un impianto mettendo, poi, a rischio il proprio investimento ponendosi al di là dei limiti legali? E, come vede, non ne faccio un discorso etico o morale ma semplicemente economico. Dubito che questo possa essere messo in discussione. Infine, sulla discordanza scientifica sull’argomento: per diversi anni molti studi sull’elettromagnetismo sono stati finanziati da operatori di telefonia mobile o operatori WiFi. Obiettivo degli studi non era tanto stabilire la mancanza di pericolosità degli apparati quanto l’assenza di un rapporto diretto, causa/effetto, nell’aumento dell’incidenza di malattie tumorali. Oggi, però, le risultanze scientifiche sono tali da non mettere più in discussione tale rapporto ed è il motivo principale per cui in Italia abbiamo una legislazione così restrittiva nell’utilizzo di strumentazioni inquinanti. Saluti
Umberto Palomba

Umberto Palomba ha detto...

A dimostrazione di un modus operandi super partes e con l'intento di fare ulteriore chiarezza sull'argomento, le posto l'indirizzo di un articolo relativo ad una sentenza della Corte di Cassazione in merito ad una richiesta di riconoscimento di danno da onde elettromagnetiche:
http://www.repubblica.it/salute/2012/10/18/news/cassazione_riconosce_danno_da_abuso_di_cellulare-44780091/

Mi preme, però, sottolineare che la sentenza fa riferimento all'USO DEL CELLULARE e non a bombardamenti elettromagnetici dovuti ai ripetitori. Il senso è, quindi, che l'uso, o meglio l'abuso, del cellulare fa male e, ancor di più diventa pericoloso in assenza di copertura. Saluti
Umberto Palomba