martedì 6 dicembre 2011

Vico Equense - Lacrime della ministra e altre considerazioni

Oggi come oggi lavoratori come lo siamo noi di una certa età, occupati in enti pubblici o privati o simili da molti e molti anni, rappresentano una categoria privilegiata. I nostri lavori ci hanno concesso di fare una vita più che dignitosa, con viaggi, auto, sfizi, casa di propRietà, ecc ecc. Abbiamo fatto studiate i nostri figli e abbiamo usufruito di vantaggi enormi principalmente della possibilità di andare in pensione. Oggi io sono una pensionata e lo posso testimoniare. Non ho una pensione d'oro, ma ce l'ho e con questa pensione posso sopravvivere abbastanza bene, godendo anche di un servizio sanitario discreto, e di altre agevolazioni. Se parlate con qualsiasi pensionato per quanto si lamenti perchè i soldi non bastano mai per nessuno, alla fine riconosce che il nostro stato non è poi così malvagio...
Ben diversa è la situazione dei giovani, i quali oltre al fatto di non riuscire, prima dei 30 anni, a trovare un lavoro stabile e sicuro, sanno benissimo che la loro vecchiaia sarà ancora più precaria perché una pensione, se cominci a lavorare dopo i 30 anni, sarà di per sé molto esigua.
Molti ragazzi, inoltre, vanno via dal loro paese o dalla loro nazione, perché pur essendo a volte laureati, sanno benissimo che difficilmente qua potranno riuscire a trovare un’occupazione qualificata.
Ebbene, chi ha determinato tanta insicurezza sociale, tanta precarietà, tanta incertezza per i propri giovani? Qualcuno risponderà i politici, ed è vero, ma della cattiva politica ne abbiamo usufruito anche tutti noi lavoratori e pensionati, che abbiamo abbondantemente mangiato e bevuto nella mangiatoia del benessere.
Oggi, se alla mia pensione (non a quelle minime, badate bene, che non sono state toccate dalla manovra) viene tolto l’indice di adeguamento per un paio d’anni non mi strappo i capelli, soprattutto se penso che questo accorgimento potrà dare più garanzie allo sviluppo e quindi all’occupazione dei giovani e alla loro vecchiaia. Quando Mario Monti parla di futuro dei giovani, questo vuole ntendere. E’ come se dicesse: cari lavoratori e pensionati, avete avuto il grande privilegio di portare a casa uno stipendio sicuro, senza rischi di cassa integrazione o di licenziamenti, e oggi continuate a farlo. Oggi vi dovete sacrificare quel tanto per garantire il futuro dei vostri figli.
Poi che la manovra abbia in sé delle iniquità è evidente, e se ne deve parlare, così come è giusto parlare di economia reale e finanziaria, o dei massimi sistemi che ci hanno portato fino a questo punto, ma per favore non facciamo la retorica della povera gente, oggi la povera gente non sono i pensionati, ma i nostri ragazzi, i disoccupati, i precari, ai quali noi DOBBIAMO garantire un futuro che cmq sarà meno sicuro del nostro passato.
Quanto alle lagrime della ministra, non mi piace giudicare i sentimenti umani. Tuttavia voglio dire che credo che quelle lagrime fossero sincere. Chi fa delle leggi e si assume la responsabilità di farle, se è persona di rettitudine e coscienza cristallina, sente sulle proprie spalle tutto il peso delle scelte che fa dalle quali dipende il futuro, la qualità della vita e il destino di milioni di persone. C’e chi non se ne frega un bel niente e va a zoccole, c’è chi non ci dorme la notte…

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