mercoledì 7 dicembre 2011

Ai miei compagni di lotta o di governo.

Non so se annoverarlo come un miracolo ma le lacrime del ministro Fornero come quelle della Madonna di Forlì ( in quel caso lacrime e sangue) ha scatenato una disputa tra quelli che affermano l’autenticità dell’evento e gli scettici.
Ma mi chiedo si può scatenare un tale putiferio? Di positivo c’è che per la prima volta nel Paese come a Vico si parla dello Stato Sociale. Punti di vista diversi, posizioni contrarie , antagonismi ? Era ora!! Eravamo abituati ad un dibattito politico mieloso se non addirittura irritante.
Forse la Fornero e la testimonianza di “fede” di Arianna ,provocazione voluta o non che sia, hanno avuto il merito di aver innescato un tale ginepraio di opinioni sui reali problemi sociali. Non si parla più di Berlusconi o Gennaro Cinque, ma di pensioni, precariato, disoccupazione , su chi deve pagare i costi della crisi .
Le misure adottate dal governo Monti sono eque o macelleria sociale? Scanniamoci su queste questioni ! Ma non perdiamo l’obiettivo principale : Quale società futura vogliamo costruire.

Questo è il punto principale della discussione, perché è quello che manca nel dibattito della sinistra non è tanto come uscire dalla crisi ma quale modello, tipo di società stiamo costruendo, perché solo così i sacrifici più o meno distribuiti possono avere un loro senso. Su Repubblica di giorni fa Mario Pirani parlava dei nuovo guelfismo , un nuova “ rinnovata cultura cattolica impegnata in un azione di governo e di rinascita” il predominare di una visione integralista della società a senso unico, risultato di “un pauroso vuoto “ lasciato da una sinistra in crisi soprattutto culturale.
La verità che da troppo tempo la sinistra non partorisce una visione della società, sedotta dalle favole del liberismo, anche oggi che l’ideologia dominante è franata sotto il peso della crisi , non ha elaborato un nuova via di uscita . In questo vuoti di idee purtroppo la sinistra italiana non è sola, quali sono i programmi anticrisi dei socialisti francesi o tedeschi? Nessuno li conosce. Non parliamo poi della bella bufala della terza via di Blair.
Curzio Maltese su Repubblica ha scritto:
“Si può andare avanti su questa strada? Si può accettare a scatola chiusa la lettera della BCE e farne vangelo economico? Se la risposta è sì, allora non serve una sinistra in Italia. Bastano e avanzano Fini e Casini, una destra più civile e meno autoritaria di quella berlusconiana, ma pur sempre destra”.
Possiamo anche cancellarci reciprocamente dalle nostre mailinglist, importante però è non farci cancellare come sinistra dalla storia.
Silvio

2 commenti:

mariad ha detto...

bellissimo intervento il tuo, silvio, perciò l'ho messo come post a sè.
Bella domanda, la tua... in effetti una risposta non c'è per ora anche perchè si è venuta disegnando una società totalmente diversa da quella degli 50 e primi 60 del 900. Una società che non può fare a meno dell'agiatezza, del benessere, che non vuole tornare indietro. Chi, come noi, ha dei parenti molto anziani, quante volte si è sentito raccontare come si viveva un tempo? E anche noi ci ricordiamo di una società sostanzialmente contadina. Io che ho vissuto a napoli, come te, nei primi anni della mia vita ricordo ancora i"cafoni" che scendevano dai camaldoli o da alcune zone del vomero a portare in "città" i broccoli paesani, i cavoli, le uova fresche. Arrivavano coi loro abiti contadineschi, le scarpe infangate, le facce rugose di sole e di vento, ed erano espressione di una economia basata sullo spicciolo quotidiano, quando ancora non esistevano scontrini e verifiche fiscali e sanitarie e banche ed eurobond...
Un mondo totalmente diverso, insomma dove però i comunisti, la sinistra aveva ragion d'essere.
La società di oggi quale sinistra può rappresentarla? Me lo chiedo anche io dopo un ventennio di berlusconismo che ha drogato tutto, persino noi e di tecnologia avanzata che ha, paradossalmente ridotto le possibilità di interagire, di dialogare, di formare officine di idee.
Perchè, silvio, mancano i luoghi, gli spazi di dialogo... io sono sicura che tanto si avrebbe da dire e raccontare sulle nostre idee di ripensare il mondo, soprattutto le idee dei nostri giovani. Ma dove? Sui socialnetwork, sui blog? In televisione? Per ripensare a una sinistra vera è indispensabile avere degli spazi di dialogo vero, dove tutti insieme, ricchi, poveri, giovani, vecchi, possiamo elaborare idee e riportare i valori in discussione. Perchè il rischio che la sinistra scompaia del tutto è reale...a poco servirebbero quelle sfumature di cui Corto Maltese dà una così esatta descrizione

Anonimo ha detto...

per avere una sinistra vera innanzitutto bisognerebbe volerla e chiamarla col nome giusto:comunista. Il PD sembra il meno rappresentativo per fare quello che lei ha descritto in maniera così oleografica, visto che è stato l'artefice della distruzione di un patrimonio antico correndo dietro alla presunta "modernità" del neoliberismo.