Secondo indiscrezioni, non ancora ufficializzate, il leader del MpV, Aldo Starace, avrebbe già pronta la lettera di dimissioni. Al suo posto dovrebbe subentrare Andrea Lauro, giovane avvocato primo dei non eletti nelle liste del Movimento. Questa voce, diffusa dallo stesso Starace in via informale tra i conoscenti incontrati casualmente in piazza, ancora non ha trovato conferma né sulle pagine del sito ufficiale né da esternazioni pubbliche dello stesso Starace.
Che la minoranza di Starace fosse in difficoltà si era capito
già all’indomani della elezione comunali. Una vera e propria debacle elettorale
che si era consumata con la sparizione dal Consiglio Comunale del maggiore
partito di opposizione, il pd, e un bottino magrissimo che non superava il 22%
per tutta la coalizione. Schiacciata dalla incolmabile superiorità numerica
della maggioranza di Gennaro Cinque, la minoranza di Starace, che non ha mai
voluto definirsi opposizione, non ha trovato spazio per esprimersi, né ha
saputo incidere in maniera significativa nella vita politica della cittadina
vesuviana.
Gli approcci disastrosi avuti con il resto del
centrosinistra vicano hanno chiuso ogni possibilità di dialogo tra le forze di
opposizione. Ha avuto luogo un lento disgregamento e anche i "luoghi" storici hanno smesso di essere punto di riferimento
per chi sognava a Vico Equense una rinascita culturale e politica che non
avesse il sapore retrivo del solito centrodestra.
Il maggiore partito di opposizione, il pd, che si era rinnovato completamente con
un gruppo di giovani promesse dopo la cocente sconfitta elettorale, non ha nei
fatti saputo riprendere in mano il timone di una barca ormai sgangherata. Sotto
i colpi quotidiani sferrati al direttivo da Amalia Durazzo, unica
rappresentante, a suo dire, del rinnovamento vero del partito, il pd si è
sfaldato al punto da tornare indietro di 20 anni, con un congresso finto e
illegittimo dal punto di vista formale, nel quale l’hanno avuta vinta, proprio
grazie alla Durazzo, una segretaria e un direttivo vecchio e senza alcuna
qualità politica di rilievo.
Una situazione deprimente insomma che non vede sbocchi
evolutivi, almeno per il momento e fintantoché l’avvocato Starace non declini
ufficialmente le sue dimissioni insieme a Scaramellino e Maresca. L’ingresso di
giovani esponenti del MpV, potrebbe favorire un ricambio generazionale
rigenerante e un cambio di registro, o di passo, come si usa dire oggi. Per
riprendere il dialogo necessario col pd, e tentare di favorire una nuova
aggregazione che spazzi via l’attuale inefficiente segreteria. Per fare ciò è
necessario l’uscita definitiva dalla scena politica degli attuali esponenti del
MpV. L’aria da respirare dovrebbe essere assolutamente nuova e fresca in tutto il
centrosinistra e sarebbe auspicabile
evitare la presenza incombente di chi si dichiara volenteroso, ma che nei
fatti ha fallito. Lasciare il testimone in tempo, insomma, per fare spazio a una nuova classe dirigente e inventarsi un candidato sindaco credibile.
Se il centrosinistra piange, il centrodestra non se la ride
di certo. Situazione desolante anche su questo fronte, spaccato e frammentario
nel suo insieme, incapace di creare opportunità nuove di sviluppo per Vico
Equense. La guerra ingaggiata dal Sindaco Cinque con il Presidente del
Consiglio suo omonimo non è assolutamente finita. Anzi rimane al centro del dibattito politico
e ha ingessato tutta la maggioranza. Solo da pochi giorni si sono insediate le
commissioni e sono stati nominati i presidenti, ma c’è da credere che non
serviranno a nulla e che la Giunta e i funzionari comunali resteranno gli unici
con le leve del potere in mano.
Ad oggi non si hanno certezze su chi prenderà il posto di
Gennaro Cinque, a parte vaghe possibilità che vengono di volta in volta messe
in campo. Forse Andrea Buonocore nuovo ras di Moiano, intercettatore di
svariate centinaia di voti personali? Oppure una delle nuove leve, i bravi
ragazzi Peppe Aiello e Luigi Svarese, fedelissimi
del Sindaco? L’emergente Flora Beneduce-De Rosa si prepara al colpaccio?
Un dato comunque appare evidente: il Sindaco Cinque non è
stato capace di fare politica e di preparare una classe dirigente per il futuro
pur potendo disporre di un ampio bacino di ricambio e di ampie possibilità di manovra. Si è chiuso nella sua testarda convinzione di essere l’unico in
grado di gestire la città e i suoi elettori facendo politicamente terra bruciata nel centrodestra. In un
recente Consiglio Comunale ha annunciato che, finito il secondo mandato, tornerà
a vendere mobili a tempo pieno. E già in
città ci si chiede cosa resterà di questi dieci anni di “Cinquismo”
sfrenato.
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"Nelle foto: la Triade di Mpv e Gennaro Cinque in Consiglio Comunale
1 commento:
analisi perfetta.....brava!
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