domenica 29 luglio 2012

Vico Equense - Inefficienza negli uffici e sfiducia nelle istituzioni

Ho letto sull'Espresso un interessante editoriale di Alberto Alesina. Egli diceva, giustamente, che in Italia si dovrebbe ristabilire fiducia reciproca tra stato e cittadini. E portava ad esempio il pagamento dell'IMU per la sua casa di Boston. Tale pagamento è avvenuto in dieci minuti, tramite un assegno firmato che il giornalista ha provveduto a spedire attraverso la posta ordinaria al comune di Boston. Ciò, secondo Alesina, in Italia non sarebbe possibile: lo stato teme che l'assegno possa essere scoperto e non accetterebbe mai un pagamento simile. Gli Italiani non si fiderebbero mai delle Poste e mai manderebbero un assegno "pubblico" senza averne prima la ricevuta... Secondo Alesina è questione di educazione. Fin da piccoli bisognerebbe trasmettere fiducia nelle istituzioni magari attraverso corsi intensivi e mirati di educazione civica.

Racconto allora un episodio banale che è capitato a me in un ufficio postale paesano. Mi era necessario chiudere un conto corrente postale e prelevare la somma residua. Non sessendo possibile farlo contestualmente per motivi burocratici, la somma, secondo un'addeta dell'ufficio, mi sarebbe pervenuta a casa dopo qualche mese, tramite posta ordinaria con un assegno. Rassegnata acconsento. L'addetta stessa ha quindi  preso una pila di fogli prestampati che ha cominciato a compilare a mano, quasi che nel suo ufficio i pc non fossero mai esistiti. A parte l'estrema e sonnolenta lentezza  nel trascrivere notizie, codici, date, indirizzi e quant'altro serviva all'"incartamento", ha cominciato a fare una serie di errori di trascrizione, corretti a mano con la penna, sovrascrivendo sulla parola sbagliata...
Lei sbaglia a scrivere e, ho pensato, chi riceverà le carte in un ufficio che si trova nientedimeno a Roma!, sbaglierà a leggere in quel ginepraio di errori e correzioni manuali... Molto facile che l'assegno venga spedito da qualche altra parte, presso altre persone, o sperso nel nulla... e allora riavere i miei soldi sarebbe un'impresa davvero titanica, non c'è bisogno di spiegare perchè..
Quindi vado a casa poco convinta nonostante le rassicurazioni dell'addetta, ma dopo un paio di ore torno nell'ufficio postale, annullo tutte le operazioni fatte e apro un nuovo conto corrente sul quale la somma, senza troppe trasmigrazioni, possa essere depositata. Insomma non mi ero "fidata"!
Ho raccontato questa cosa per dire che non è solo questione di educazione, come dice Alesina, è pure questione di inefficienza assoluta. In una banca avrei fatto tutto in 5 minuti, nelle poste statali ci ho impiegato delle ore e ci ho dovuto rimettere i soldi per un nuovo conto a causa della provata inefficienza dell'addetta che non sapeva usare il pc oppure non lo poteva usare, ma non sapeva nemmeno scrivere a mano...

Lo stato per conquistare la fiducia dei cittadini dovrebbe cominciare a mettere ordine nei suoi uffici, dotarli di tecnologia e personale efficiente, dimostrare di avere le palle.
A onor del vero, devo dire che una gentilissima signora, preparata ed efficiente sull'apertura di nuovi conti, ha capito tutta la mia preoccupazione e ha saputo risolvere il mio problema usando pc, competenza e tempi ragionevoli. Ma la sfiducia rimane. La serenità non può dipendere dalla buona volontà delle persone, quello che manca è il sistema Italia.
Buone vacanze a tutti!

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