Qualche anno fa, nel gennaio 2006, quindi prima del Governo Prodi e prima di Veltroni, andai all'Assemblea Nazionale dei segretari di sezione dei Democratici di Sinistra, a Roma. Eravamo più di tremila e partecipavamo a qualcosa di storico. Io accompagnavo mio marito allora segretario della sezione DS vicana, e da compagna, ex comunista, mi sembrò di assistere a un funerale: si seppellivano definitivamente bandiere rosse, inni, simboli storici. E allo stesso tempo assistevo a una nascita: la sala all'EUR era zeppa di bandiere dell'Ulivo, echeggiava "Il cielo è sempre più blu", Fassino ivitava tutti a proseguire sul cammino del rinnovamento: il Partito Demcratico era pronto per venire al mondo.
Quello che è successo dopo è successo troppo in fretta. In due anni abbiamo fondato il PD nato dalla fusione di DS e Margherita, eletto un segretario nazionale molto credibile, abbiamo vinto e perso le elezioni... Ma, forse proprio per la velocità supersonica che ha accompagnato eventi tanto importanti, sembra strano di essere adesso solo a metà del guado...anzi impantanati.
C'è infatti, ancora un lungo cammino da fare nel nuovo Partito Democratico, soprattutto nella nostra Regione. Inutile nascondersi che vi sono delle enormi difficoltà: adattarsi a convivere con quelli che erano alleati certo da un bel po', ma comunque ben distinti in un loro partito diverso anche per tradizione, non è proprio un' operazione semplicissima. Soprattutto se persino nel proprio ex partito ci sono differenze, distinguo, a volte rancori e rincorse fraticide alla "maggioranza che decide".
I segnali che arrivano, dalla Provincia di Napoli soprattutto, sono onestamente molto sconfortanti. E questi segnali avviluppano un po' tutti tenendoci imbrigliati nella solita logica della "conta". Le famigerate correnti ci stanno soffocando ancora una volta, come già successe alle Primarie Nazionali in Campania, che generarono situazioni grottesche come le notti dei lunghi coltelli.
Io speravo che, dopo quella tremenda esperienza, nelle alte sfere provinciali si fosse saggiamente arrivati a una lista unica per ogni Circolo Territoriale , una lista cioè che ci vedesse tutti coinvolti, insieme, nel nostro partito. Che non fossero necessarie le tessere per votare, in modo da lasciare liberi gli elettori. Che non si creassero cioè i presupposti per "contarci" ancora una volta.
I votanti dovranno essere iscritti al partito, anzi potranno iscriversi anche subito prima del voto...
Facile immaginare la bagarre che si scatenerà: chi più tessere e votanti porta alla sua lista, più chances avrà di comandare.
L'acqua tornerà comunque al suo mulino, certo, ma questo non garantirà serenità e democrazia interna. E se non si possiede un grande senso di responsabilità (...), nel nuovo partito di nuovo ci sarà ben poco.
1 commento:
Maria questo era esattamente lo spirito con cui sono entrato nel PD Vicano. Un martedì sera (pochi martedì orsono) mi sono affacciato alla sede e sono entrato non sapendo , credimi, chi erano i componenti e a che anima appartenessero.Lo sto scoprendo piano piano e sto appurando che quello che dici tu è verissimo. Ci sono delle persone con cui parlavo di politica qualche tempo fà e che oggi non vedo più nella sede, anzi mi guardano con sospetto , questo mi dispiace tanto vorrei almeno confrontarmi con loro ...
Della ns storia politica personale mettiamo un'attimo da parte degli aspetti e valorizziamo solo quelli del dialogo e della partecipazione politica, sociale e civile che ci ha storicamente contraddistinto come "sinistra" . Anche se vedo già che si stanno preparando le "truppe cammellate" per andare in combattimento numerosi e determinati a fare una terribile guerra civile . Ricordiamoci che la guerra non avrà mai un vincitore e lascia sempre morti e feriti sul campo e la guerra civile è la peggiore delle guerre
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