Dopo la sconfitta elettorale di Gennaro Cinque alle regionali, il testimone sullo scranno di primo cittadino è passato al Facente Funzioni, l’avv. Benedetto Migliaccio. Il compito che si è assunto Migliaccio non è tra i più agevoli in quanto sarà difficile sostituire nel cuore dei Vicani l’amatissimo Cinque eletto per ben due volte con un suffragio che sfiorava il 70% delle preferenze.
I due sono molto diversi per cultura e impostazione mentale.
Personaggio verace e carismatico, Gennaro Cinque aveva stabilito coi
concittadini un rapporto alla pari basato su una sincronia intima e profonda
con il territorio e una conoscenza diretta
dei reali problemi che lo attanagliano. Uomo di poche parole, si è sempre
definito il Sindaco dei fatti, anticipando di molto uno slogan tanto in voga
in questi mesi. Ed era più facile trovarlo su uno dei mille cantieri aperti in
città piuttosto che dietro la scrivania.
Migliaccio al contrario è una figura dai toni barocchi,
innamorato dell’arte e della cultura. Produttore di vini altisonanti nell’Isola di Ischia, dove possiede
una tenuta, è capace di infuriarsi per il brutto colore, non fedele
all’originale, che sta prendendo la Cattedrale grazie a un restauro secondo lui
mal riuscito. Oppure dedica una piazza a Gerardo Chiaromonte, un progetto in
cantiere da più di un quinquennio, nonostante la sua antica avversione alla
sinistra storica italiana. E cosa dire del Fascio Littorio finito negli
scantinati dopo anni di permanenza nelle stanze comunali? Al suo posto Migliaccio
mette il busto di Filangieri e lo annuncia a cittadini sonnecchianti nell’aria
estiva e vacanziera che li assorbe completamente. Attentissimo anche al
mantenimento del decoro urbano, Migliaccio incita cittadini e commercianti a
tenere pulita la Città e chiede che ogni negozio o bar si munisca di un posacenere
al fine di evitare la quotidiana semina di mozziconi. Un sacrificio economico
degli esercenti necessario per tenere pulite le strade cittadine, magari
facendo anche una spazzata sugli usci, tanto per aiutare la Sarim che non può
essere onnipresente.
Stupisce, però, a fronte di
tanta delicata attenzione alle forme e alle buone maniere, che segnerebbe una
profonda discontinuità con l’amministrazione precedente, il rinnovo di una
serie di concessioni per l’occupazione di aree pubbliche. In verità alcune
orribili pedane sono sparite, ma i principali marciapiedi cittadini sono ancora
ostaggio dei privati e un’area di sosta
per i portatori di handicap e stata addirittura destinata a un chiosco. E
stupisce altresì la decisione di ripulire ancora una volta la mitica Fontana in Piazza Umberto I usando sempre le stesse tecniche, che secondo Franco Cuomo, leader dei VAS
cittadini, sono dannose e costituiscono un pericolo per il prezioso marmo di
Carrara. -“Lavare il marmo con spruzzi di acqua mista a sabbia sparati a non so
quante atmosfere equivale a distruggerlo. Fra qualche anno la Fontana non
esisterà più, allora cosa laveranno?”- tuona
il professore sulla sua pagina facebook. Quasi a dimostrare che il suo
atteggiamento critico nei confronti di Gennaro Cinque, povero di cultura
urbanistica e incurante del degrado cittadino, non subirà il fascino del
blasone. E in effetti, al momento, non si possono riscontrare novità
sostanziali nell’amministrazione della Città nonostante i tentativi di Migliaccio
di differenziarsi dal suo predecessore.
Per ora l’unica decisiva
svolta rispetto all’amministrazione precedente, almeno nel modo di comunicare
con i cittadini, sembra essere l’assunzione di un portavoce addetto a diramare comunicati stampa sulle mille interessanti iniziative
che stanno per nascere a Vico Equense. E
non a caso la faccia di Migliaccio compare tutti i giorni su un blog cittadino
di gran successo, seguita da una sua dichiarazione di intenti o da un suo parere su argomenti disparati.
Un investimento pubblico, il primo di questa nuova fase, per migliorare l’immagine dell’avvocato, poco conosciuto dal popolo e che fa una certa soggezione proprio per la sua aura di fine intellettuale poco avvezzo alla promiscuità di culture.
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"
Nella foto: lavaggio della Fontana in piazza Umberto I, di Franco Cuomo
Un investimento pubblico, il primo di questa nuova fase, per migliorare l’immagine dell’avvocato, poco conosciuto dal popolo e che fa una certa soggezione proprio per la sua aura di fine intellettuale poco avvezzo alla promiscuità di culture.
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"
Nella foto: lavaggio della Fontana in piazza Umberto I, di Franco Cuomo
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