Nel Consiglio Comunale dell’8 aprile, affollatissimo e molto partecipato, la maggioranza di Gennaro Cinque va a picco e si insedia a sorpresa, grazie a un accordo con le minoranze, Maurizio Cinque in qualità di Presidente dell’Assise. Una tragedia annunciata in verità dai rumors di piazza e dalle evidenti difficoltà nelle quali la maggioranza navigava già da qualche tempo. La sospensione ad opera della Prefettura del fedelissimo Consigliere Giovanni Starace aveva creato una vera e propria voragine. Le dimissioni di Matteo De Simone per motivi personali hanno dato il colpo di grazia.
Antonio Cioffi, subentrato a Starace, si è subito messo di traverso in quanto, a suo dire, il suo ingresso in Consiglio era un atto dovuto e la votazione alla quale il presidente supplente Lombardi ha sottoposto la sua nomina ufficiale è stata irregolare. Non a caso Cioffi ha preso posto nei banchi della minoranza, al fianco di Dilengite, pur essendo stato, a suo tempo, eletto nell’UDC, scesa in campo nella coalizione di centrodestra del Sindaco Cinque.
Meno traumatico l’ingresso dell’ex maresciallo Vincenzo Cioffi, in sostituzione di Matteo De Simone, il quale ha dichiarato subito di essere animato da spirito costruttivo e si è aggiunto al drappello dei fedelissimi al Sindaco.
Quando si è passati all’elezione del nuovo Presidente del Consiglio, l’atmosfera si è rarefatta e si è consumata la più classica delle rappresentazioni della politica italiana, tra
balletti di uscite e rientri nell'aula, sospensioni fatte apposta per arrivare al risultato.
Gennaro Cinque aveva puntato decisamente su Andrea Buonocore, uno dei più votati nella sua coalizione, che già da tempo scalciava per ottenere un riconoscimento in Giunta. Questa sua determinazione aveva suscitato delle perplessità da parte dei suoi, poiché, dopo l’ufficiale esclusione dalla maggioranza dei consiglieri Cinque, Cristallo e Balestrieri, i numeri per l’elezione del Presidente del Consiglio erano davvero risicati e si poteva tentare di trovare un nome condiviso. C’era insomma la consapevolezza che poteva finire molto male. Ma il sindaco non si è lasciato convincere.
Nelle prime votazioni, però, Andrea Buonocore è andato subito sotto. Dieci schede bianche contro sette a favore. Gennaro Cinque, scuro in volto è uscito dall’aula. Nella terza votazione, a sorpresa, sono usciti dall’aula proprio Maurizio Cinque, Cristallo e Balestrieri. Ed è stato questo il punto di svolta. Buonocore resta sotto e al rientro dei tre consiglieri l’accordo con le minoranze è divenuto palese poiché Maurizio Cinque la spunta con 9 voti a 8, nonostante l’artificiosa pretesa del Segretario Comunale di ripetere la votazione per una scheda siglata con la penna rossa, possibile segno di riconoscimento.
Di fronte alla evidente disfatta, la residua maggioranza ha abbandonato l’aula in segno di protesta, lasciando in completa solitudine Andrea Buonocore, che in ultima battuta, si era ormai in quinta votazione, ha preferito restare per votare scheda bianca, dimostrando di deporre le armi e accettare le decisioni del Consiglio Comunale. Il risultato finale è stato di nove voti a Maurizio Cinque e due schede bianche.
Al momento si susseguono voci di dimissioni da parte di mezza Giunta, ovvero quelle di Benedetto Migliaccio, vicesindaco, Marinella Ciuffi e Giuseppe Ferraro, ma per dire cosa succederà davvero in futuro è ancora troppo presto. Bisognerà aspettare un po’ di tempo per capire se l’elezione di Maurizio Cinque rappresenta un asse di ferro costruito insieme alla minoranza oppure, come qualcuno manda a dire, soltanto un temporaneo e opportunistico tentativo di alzare la posta e ottenere maggiore potere contrattuale e visibilità nella maggioranza.
C’è comunque da credere che difficilmente la giunta cadrà in seno al Consiglio. Se Gennaro Cinque fosse sfiduciato a stretto giro potrebbe ripresentarsi alle elezioni. Questa ipotesi intimorisce ancora molto i suoi nemici. Può essere più tranquilla la strada di chi pensa di tenerlo sulla graticola, aspettando che finisca definitivamente la sua era.
Maria D’Ordia per il "Gazzettino Vesuviano"Nelle foto: Antonio Cioffi; Vincenzo Cioffi; aula semivuota alla proclamazione di Maurizio Cinque
Foto di Maria D'Ordia
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