“il Mondo sarà certamente non poco stupito quando avrà appreso che la nuova era nella storia sta per essere inaugurata nientemeno che da logori e decrepiti ottuagenari, burocrati cha hanno partecipato a quasi ogni governo dalla fine del secolo scorso, membri del gabinetto, doppiamente per età e per usura, e richiamarti in vita solo artificialmente” “ Ci viene promessa la scomparsa totale delle lotte tra i partiti, anzi la scomparsa dei partiti stessi. Forse la cosa migliore che si può del governo di coalizione (tecnico) è che esso rappresenta l’impotenza del potere (politico) in un momento di transizione.”
Carlo Marx Inghilterra 1852
Questa lucida ed attuale analisi di Marx su un governo tecnico come quello del G. Hamilton Gordon conte Aberdeen del 1852, mi invita ad una riflessione più attenta sull’attuale situazione governativa italiana.
Si legge sempre più frequentemente interventi di intellettuali dichiarati di sinistra , leggasi prof. Marco Revelli sul Manifesto, che considerando la caduta del governo Berlusconi senza dubbio un bene per il Paese, e le sue dimissioni festeggiate giustamente come una Liberazione, sostengono in conclusione che nel contesto attuale forse nessuna altra soluzione era possibile all’iniziativa promossa dal Presidente Napolitano con l’approdo a palazzo Chigi del prof. Mario Monti escludendo a priori le libere elezioni , come una soluzione insostenibile ed improponibile per gli effetti di un vuoto politico con conseguenze gravissime sull’attuale situazione economica del paese.
Una tesi con pochi distingui, molto sostenuta negli ambienti del centro-sinistra , a difesa della scelta a sostegno del governo Monti, che ,a loro dire, rappresenta una discontinuità etica ed estetica rispetto al precedente governo Berlusconi, e che ha il merito di aver recuperato una dignità ed un’immagine su scala internazionale. Che tra Monti e Berlusconi ci siano differenze di stili di comportamento , di modelli di “modus vivendi”, non ci piove, ma affermare elementi di discontinuità politica o addirittura di scelte di “decontaminazione “ per un recupero di “decoro delle istituzioni “ è difficile da difendere.
La nomina di alcuni sottosegretari ai limiti della sopportabilità ne è la prova.
Penso alla presenza di Filippo Milone alla Difesa condannato ai tempi di Tangentopoli e coinvolto recentemente nelle vicende di Finmeccanica, oppure al viceministro al Lavoro Michele Martone, un giuslavorista sul fronte del diritto al licenziamento da parte delle imprese, al sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Mario Ciaccia un uomo di banca, con tutti gli enormi interessi che le banche stesse hanno sui grandi lavori ad esempio la TAV della Val di Susa , opera inutile e dannosa, e in fine, non ultimo il sottosegretario all’economia il prof. Gianfranco Polillo, già consigliere economico di Fabrizio Cicchitto, in questi giorni molto impegnato nei talk show televisivi a difendere Berlusconi considerato un “perseguitato dalla magistratura” , l’uomo della provvidenza che “ha salvato la democrazia “ e che “senza di lui saremo ancora sotto la dittatura del soviet di Achille Occhetto”.
Non c’è che dire un triste quadro del “governo dei tecnici”.
In un contesto generale nel quale le politiche economiche degli Stati sovrani sono sempre più marginali ed ininfluenti, e la loro autonomia esautorata del tutto per l’imporsi irresistibile del capitale finanziario (cosa è il “debito sovrano” se non l’impotenza e non il potere di “ciò che non è più nella mani di un dato paese perché letteralmente appartiene ad altri”), non può certo sfuggire ad un attento osservatore la natura non tecnica ma politica del governo Monti e la “continuità liberista” di questo governo .
Non è un governo dell’emergenza , esso ha un programma ben chiaro e di lungo respiro , un progetto politico, scritto da altri attori , da attuare: creare un fronte neoliberista europeo capace, in assenza di un pensiero alternativo di una sinistra europea oramai afona, di imporre modelli di sviluppo, condizioni di stile di vita, di relazione, attuare scelte liberistiche economiche e politiche con riflessi sociali sul destino delle nostre comunità per molti anni da venire.
Una portentosa rivoluzione conservatrice ,costruire un partito conservatore europeo forte capace di imporsi in un futuro non tanto lontano come forza egemone di governo in un’Europa politicamente unita, capace di conferire forza coattiva alle decisioni prese tra gli Stati dell’eurozona, una scelta oggi più che mai obbligata per l’Europa se vuole contendere il ruolo di leadership tra le potenze economiche.
Fantapolitica? Visioni di un nostalgico sessantottino complottista ?
Come leggere la notizia di una scesa in campo della Merkel a sostegno della candidatura di Sarkozy alle prossime elezioni presidenziali in Francia?
Un processo avviato dai precedenti governi Berlusconi , 17 anni di una destra populista,(sebbene 9 sono stati di centro-sinistra ma ininfluente nel preservare il paese dalla devastazione del berlusconismo) hanno determinato una profonda metamorfosi antropologica del tessuto sociale del paese, con l’esaltazione del fai-da-te, dell’arrangiarsi un po’ cialtronesco, delle deregulation dell’economia e della finanza come via per un facile arricchimento, con lo sdoganamento dei partiti xenofobi e fascisti,con la criminalizzazione delle idee dei valori e delle passioni di vita dei movimenti del ’68, il tutto avvolto nella ridondante propaganda ideologica dell’ ”alta marea che tira tutte le barche” ovvero uno sviluppo economico e finanziario senza regole proficuo di benessere generale, l’idea di un capitalismo ecumenico .
Un tema caro anche al sobrio Monti, che con il suo governo del rigore, richiama il Paese al senso di responsabilità, poiché “stiamo tutti nella stessa barca”, sostenendo che in questo momento di crisi i sacrifici vanno distribuiti tra tutte le classi sociali, così come nei periodi di crescita di benessere i benefici sono stati equamente distribuiti , omettendo che nel periodo 1976- 2006 mentre i profitti delle aziende e le rendite crescevano ,si assisteva contemporaneamente ad una massiccia riduzione della quota dei salari nella composizione del PIL . In Italia 15 punti di PIL sono stati trasferiti dai salari ai profitti, con una media dei paesi OCSE comunque altissima intorno ai 10 punti.
Penso che è l’ora di tornare a distinguere “tra una barca e l’altra”, non solo ma anche chi e che cosa caricare a bordo .
Silvio
5 commenti:
Caro Silvio, mi è piaicuto questo tuo intervento e sono n gran parte d'accordo con te? Sono riflessioni giuste per chi ha vissuto in questi ultimi 40 anni leggendo la realtà per quella che si svolgeva davanti ai nostri occhi.
Devo però rilevare che questi ragionamenti sono diffusi tra le persone della nostra generazione ma lasciano il tempo che trovano, visto che a pochi interessa davvero non solo fare una lucida analisi ma anche trovare una strada da percorrere per evitare che il futuro ci costringa a "morire democristiani"...
Il mio partito, che si presentò come elemento di rinnovamento non solo delle persone ma soprattutto del sistema politico, risultava già dall'inizio saldamente inchiodato a una logica liberista, svincolata dalla vecchia visione operaista abbandonata a se stessa. Un partito un po' dei padroni e un po' dei lavoratori, con gli occhi puntati un po' sul welfer e un po' ai mercati e alle banche (Abbiamo una banca? chiedeva Fassino...) mai smarcato su problematiche serie come l'abusivismo, l'evasione fiscale, l'equità sociale, i diritti civili. Un partito senza palle, insomma…
Questo comportamento ha avuto una duplice negatività e cioè scontentare il popolo di sinistra più radicale e anche quello più moderato e illuminato che si è disorientato di fronte alle indecisioni.
Nello stesso tempo la sinistra storica che ha fatto? Si è frammentata in mille rivoli inconcludenti che partivano da Bertinotti e si diramavano fino a Turigliatto che avrebbe fatto cadere un Governo pur di affermare la sua cocciutaggine illiberale. Un vero forsennato secondo me…
Dunque caro Silvio, con chi ce la vogliamo prendere? C’è un’incapacità storica ormai trentennale a saper prendere una strada. Si invoca da più parti l’unitarietà salvo poi differenziarsi spaccando un capello in centomila parti. Questo avviene ovunque, persino tra i giovani, i quali, quando devono venire al dunque, si frammentano anch’essi, ciascuno convinto di detenere la verità. Questo avviene in tutta la sinistra, anche nel novello movimento di Vendola, che piace per il suo titolo, “sinistra e libertà”, ma dal quale si prendono le distanze tutte le volte che Nichi cerca di impostare un discorso più plurale ed inclusivo per vedere di raggiungere la quadra.
Allora ti rispondo: non lo sappiamo più quale sinistra vogliamo perché purtroppo la sinistra oggi non incarna un “popolo” ma ciascuna mente di ciascuno di noi..
Sai cosa penso Silvio, che la sinistra sia morta, o addirittura non è mai esistita, in Italia, tranne che noi nostri sogni idealistici e irrealizzabili.
Basterebbe solo avere il coraggio di guardare le cose sdoganando una parola che, per respinsabilita' , peso, impegno,fa paura a tutti: comunismo. La sinistra è un concetto ormai vago e sono d'accordo che eè morta mentre l'unica risposta a questo stato su cose resta la visione, si visione , comunista del mondo, senza ripescare Leninismo, stalinismo, castrismo cin i quali il PCI aveva già fatto i conti, ma rileggendo la realtà alla luce dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sulla natura. Saluti.
Sono stata una giovane e appassionata comunista, orgogliosa di esserlo. Sarei stata un "matura" comunista orgogliosa di esserlo se il comunismo nel mondo, e in casa nostra, avesse mantenuto le promesse. Purtroppo non è la parola comunismo in sè che fa paura. Il comunismo a livello planetario si è trasformato in regimi sanguinari e totalitari, non dobbiamo dimenticarlo e per capire davvero cosa sia bisognerebbe studiare, conoscere, educare, impegnarsi. Tutte azioni che costano fatica e tempo, molto tempo, e se si considera che la vita dura tropo poco e che trionfa per questo il bisogno più immediato dei popoli, cioè quello di stare nel benessere, magari lavorando poco... si capisce che impegnare intere generazioni in una trasformazione così radicale, non è proprio una cosa da poco.
Una parola bisogna riempirla di un contenuto concreto, tangibile, godibile nel breve termine, senò rimane, per un popolo, una parola nel vocabolario, nei libri,nelle enciclopedie. Come un fuoco sacro che arde di una fiamma fatua.
Saluti anche a te
lo hanno distrutto l'ideologia di cui tu e i veltroni i d'alema i fassino,i bersani, siete infarciti fin nelle più intime strutture del vostro linguaggio e del vostro pensiero. Tu dici:"Il comunismo a livello planetario si è trasformato in regimi sanguinari e totalitari", questa affermazione è ideologica, l'ha fatto anche il berlusconismo e voi l'avete creduta e fatta propria.Anche ai tempi del PCI si sapeva dei pogrom in Unione Sovietica e allora? Cosa c'entra questo col comunismo? Ma non riuwscite ad andare più in la degli stereotipi: I comunisti mangiavano i bambini e allora? Il comunismo nel mondo non ha mantenuto le sue promesse perchè non si è realizzato mai da nessuna parte
certo che l'ha fatto anche il berlusconismo, in maniera subdola e strisciante. Direi che berlusconi ha fatto più vittime di qualsiasi regime. Ha annientato la capacità di giudizio cn le sue tv, ha distrutto l'istruzione pubblica, ridicolizzato secoli di cultura, ha fatto prevalere proprio quella logica del tutto e subito senza soffrire che al popolo piace tanto.
Le persone del mio partito che hai nominato sono stati una vera delusione anche per me. Ho smesso di ascoltarli...
Io non sono infarcita di ideologia, oggi. Lo sono stata tanti anni fa, quando mi sembrava di stare respirando un'aria buona e nuova. Invece era tutto un imbroglio anche quello, la delusione più grande. Oggi mi sento libera di pensarla come voglio, in base alle mie esperienze, di poter leggere la realtà senza condizionamenti. E la leggo tutta molto bene. Questa è la mia più grande conquista...
Naturalmente preferisco comunque la lettura di un buon libro.
Ricette per il futuro non ne ho, putroppo, anche perchè i confini del futuro cominciano a sfuggirm del tutto
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