venerdì 15 aprile 2011

Vico Equense: frode da 1,5 milioni di euro, denunciati 3 funzionari del Comune

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Napoli, congiuntamente al personale della Questura di Napoli e del Commissariato di Sorrento, hanno portato a termine una complessa attività di polizia giudiziaria durata circa due anni, delegata e coordinata dalla Procura delle Repubblica di Torre Annunziata, diretta dal Procuratore Capo della Repubblica Diego Marmo. In particolare, le Fiamme Gialle della Compagnia di Castellammare di Stabia, coordinati dal capitano Girolamo Franchetti e diretti dal Gruppo di Torre Annunziata, nel corso delle indagini eseguite congiuntamente al personale della Polizia di Stato, hanno accertato una serie di violazioni commesse da tre dipendenti del Comune di Vico Equense, con funzioni dirigenziali, nell’ambito dei lavori pubblici di consolidamento e messa in sicurezza di alcune strade comunali (via Antignano, via Cirignano e via Raffaele Bosco).
I dipendenti, per l’esecuzione dei lavori pubblici di sistemazione delle strade sopra indicate, nello svolgimento delle loro funzioni, in violazione di legge, intenzionalmente hanno procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale ai titolari delle proprietà immobiliari limitrofe alle suindicate pubbliche vie. In tale contesto, si è evidenziato il sistematico ricorso a varianti in corso d’opera adottate dall’Ente in violazione dell’art. 132 del D.Lvo 163/06, con le quali sono state “allargate” le tre strade e “ricostruiti”, in cemento armato, i muri di sostegno che delimitano i terreni di proprietà privata adiacenti le pubbliche vie, in luogo di quelli preesistenti costruiti in semplice pietra tufacea e/o calcarea, interventi mirati che hanno interferito con il contesto paesaggistico, alterando, altresì, lo stato dei luoghi e l’assetto idrogeologico del territorio senza che venissero rilasciati i previsti pareri ambientali, paesaggistici e idrogeologici della Soprintendenza e dell’Autorità di Bacino.
I lavori di allargamento delle tre vie comunali sono stati, tra l’altro, realizzati in funzione di “dubbie” procedure di esproprio, operate dall’Ente senza il necessario preventivo piano particellare di esproprio e attraverso la stipula di atti di cessione volontaria e “gratuita” dei suoli con i rispettivi proprietari, risultati, al termine delle indagini, ideologicamente e materialmente falsi. In due casi particolari, dopo le opportune perizie, gli atti di cessione sono risultati sottoscritti non dai rispettivi proprietari, ma con l’apposizione di firme false.
Tutti gli atti di cessione volontaria, ad oggi, non sono stati mai consacrati in atti ufficiali, né trascritti dall’Ente agli Uffici della Conservatoria o all’Ufficio del Registro, sebbene vi fosse l’obbligo della registrazione e il versamento della relativa imposta. Inoltre, le superfici dei suoli occupati e oggetto di esproprio non sono mai stati frazionati per la definitiva iscrizione nei registri immobiliari a favore dell’Ente Comunale di Vico Equense, consentendo, pertanto, l’esecuzione dei lavori di ampliamento delle tre vie e la ricostruzione dei muri di sostegno in totale ed esclusivo favore dei privati, che hanno così visto accrescere in modo esponenziale il valore economico dei propri cespiti.
A completamento dei lavori risultano realizzati anche diversi “varchi di cantiere”, che, in seguito, sono stati abusivamente trasformati in veri e propri accessi carrabili ad uso esclusivo dei proprietari dei terreni confinanti con le pubbliche vie, anche qui favorendo l’ingiusto vantaggio indiretto dei privati proprietari degli immobili interessati. I lavori di messa in sicurezza delle tre vie sono stati realizzati con l’ausilio di finanziamenti pubblici nazionali e comunitari del P.O.R. (Programma Operativo Regionale) Campania 2000-2006 cofinanziate dal FEOGA per 308.751,88 euro, finanziamenti nazionali per 1.879.392 euro e locali per 310.000 euro.
I tre dipendenti comunali, sulla base delle indagini svolte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Castellammare di Stabia e dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Sorrento, sono stati ritenuti responsabili, in concorso, dei reati di abuso d’ufficio e truffa, nonché dei reati di falsità materiale e ideologica commesso dal pubblico ufficiale. Gli importi di spesa distratti dai finanziamenti pubblici, utilizzati per gli interventi edilizi a beneficio dei provati, sono stati quantificati in un importo pari a 1.833.004,65 euro. Per meglio garantire il recupero delle somme illecitamente distratte, la Polizia Giudiziaria ha anche eseguito un sequestro di beni per equivalente per un ammontare di 343.543,18 euro, riconducibili ai tre dipendenti comunali indagati. Il sequestro “per equivalente” ha riguardato un conto corrente, un conto dossier titoli ed un immobile sito in penisola sorrentina.

Da Il Gazzettino Vesuviano

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