sono Aniello Di Vuolo, Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Pubblico di Educazione e Istruzione Femminile “SS. Trinità e Paradiso” di Vico Equense.
Domenica mattina 23.02 u.s., come ritengo che ogni buon cittadino dovrebbe fare, a prescindere dal colore o dall’idea politica che ognuno può legittimamente avere, mi sono recato alla manifestazione elettorale del candidato sindaco della nostra città Avv. Aldo Starace, che teneva una sua assemblea pubblica presso l’Hotel Aequa di Vico Equense, per ascoltare il suo programma elettorale e i propositi che lo avevano indotto a fare tale scelta.
Non volendo in alcun modo discettare su quanto ho ascoltato, considerato che pure rivesto un ruolo importantissimo in uno dei piccoli partiti che sostengono e fanno parte di questo Governo, mi corre l’obbligo, però, di fare alcune precisazioni circa l’Ente che legalmente rappresento, ad evitare che si rilasciano e trasmettano notizie errate circa la natura dell’Ente stesso.
1. Con l'avvento del Regno d'Italia, avvenuto nel 1861, il Governo adottò nei confronti della Chiesa (che contrastava l'affermarsi di "compiti di benessere" dello Stato a favore dei cittadini) una politica limitativa, in particolare rispetto agli enti ecclesiastici, tramite le cosiddette Leggi eversive:
• La Legge n. 3036 del 7 luglio 1866 con cui fu negato il riconoscimento (e di conseguenza la capacità patrimoniale) a tutti gli ordini, le corporazioni, e le congregazioni religiose regolari, ai conservatori ed i ritiri che comportassero vita in comune ed avessero carattere ecclesiastico. I beni di proprietà di tali enti soppressi furono incamerati dal demanio statale, e contemporaneamente venne sancito l'obbligo di iscrizione nel libro del debito pubblico di una rendita del 5% a favore del fondo per il culto (in sostituzione della precedente cassa ecclesiastica del Regno di Sardegna). Venne inoltre sancita l'incapacità per ogni ente morale ecclesiastico di possedere immobili, fatte salve le parrocchie.
• La Legge n. 3848 del 15 agosto 1867 previde la soppressione di tutti gli enti secolari ritenuti superflui dallo Stato per la vita religiosa del Paese. Da tale provvedimento restarono esclusi seminari, cattedrali, parrocchie, canonicati, fabbricerie e gli ordinariati.
2. Con Regio Decreto n. 2301 del 18.11.1869 il Conservatorio Femminile della “SS. Trinità e Paradiso”, fondato in Vico Equense dal fu Monsignor Vescovo Giovan Battista Repucci con atto del 26 maggio 1677, rogato Cioffi, venne trasformato in Regio Istituto Pubblico di Educazione e Istruzione Femminile della “SS. Trinità e Paradiso” dipendente dal Ministro Segretario di Stato per la Pubblica Istruzione ed amministrato da un Consiglio di Amministrazione nominato dal Ministro medesimo, concedendo il gratuito uso perpetuo degli immobili e dei beni rustici, già divenuti qualche anno prima proprietà del Regno, attraverso le cosiddette Leggi eversive, riconoscendo all’Ente anche l’uso delle rendite del patrimonio immobiliare, dei censi e canoni enfiteutici.
3. Con Regio Decreto n. 499 del 17.12.1908 fu approvato lo Statuto organico del Regio Istituto Pubblico di Educazione e Istruzione Femminile della “SS. Trinità e Paradiso” in cui veniva confermato l’uso gratuito perpetuo degli immobili e dei beni rustici, unitamente alle derivanti rendite immobiliari, dei censi e canoni enfiteutici.
4. Con Decreto Legislativo n. 297 del 16.04.1994 – Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione – all’art. 204 (Educandati femminili dello Stato ed Istituti pubblici di educazione femminile) comma 3. e 4. viene ribadito che l’amministrazione degli stessi è demandata ad un Consiglio di amministrazione nominato con decreto dal Ministro della Pubblica Istruzione; inoltre al comma 10. viene ribadito che ad ogni educandato femminile statale è concesso il gratuito perpetuo uso degli immobili dello Stato posti a servizio dell'istituto medesimo, qualunque sia l'epoca in cui l'assegnazione è stata realizzata. Le opere di manutenzione ordinaria degli immobili statali concessi in uso fanno carico al Ministero dei lavori pubblici.
5. Considerato che già da parecchi anni l’Ente non svolge più il suo ruolo iniziale ed istituzionale, comunico che ad oggi si è ridotto ad un mero lavoro di immobiliarista, che tra l’altro è divenuto di vitale importanza per sanare il deficit di bilancio creatosi per stipendi non pagati agli insegnanti ed al personale della scuola nel periodo che ancora funzionava, per debiti previdenziali verso l’INPS e verso il Comune di Vico Equense per l’ICI mai pagata negli anni addietro.
6. Il meticoloso lavoro da me protratto, unitamente a quello di alcuni amici che gratuitamente hanno inteso darmi un aiuto, in questi due anni in cui ho rivestito il ruolo di amministratore, ha fatto si che, pur tuttavia, superando le mille difficoltà di gestione, prevedo che per la fine di quest’anno 2011, quasi sicuramente, porteremo il bilancio a pareggio ed i conti liberi da qualsivoglia pignoramento, che pure esistevano, numerosi, al momento del mio insediamento.
Vico Equense, lì 23.01.2011
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