venerdì 9 dicembre 2016

Il fu Matteo Renzi


Tra le tantissime autorevoli voci che si sbracciano a spiegare il recente voto referendario mi ci provo anche io, umilmente, a dire la mia, sebbene immagino sia di scarso interesse. Ma può rappresentare, nel suo piccolo, la voce di chi, non proprio convintamente, ha votato per il SI e ne vuole rendere conto.
Partiamo dal recente passato ante-referendum e prima di Renzi.
A chiedere anche a un bimbo come andava l'Italia, avrebbe risposto che andava uno schifo, che la miseria incombeva su un italiano su quattro, che il lavoro era a zero con la totalità dei diritti negati. Che la scuola faceva acqua da tutte le parti. Ambiente e territorio ristagnavano nel degrado e nell'incuria mentre lo Stato stava a guardare. Questa è l'Italia ante-referendum, non certo grazie a Renzi né tantomeno al Pd, che negli ultimi anni ha perso tutte le elezioni e che, da un certo punto in poi, prima di Renzi ha contato come il due di briscola.
Voglio dire, non si era negli anni del Bengodi, né tantomeno nell'atmosfera operaista degli anni 60/70. Si era piuttosto nell'Italia che ci siamo ritrovati nel dopo Berlusconi, un'Italia che ha vissuto un ventennio nelle mani di un governo simil-mafioso, sottomesso alle leggi del mercato imposto da una finanza simil-mafiosa, capeggiato da un miliardario simil-mafioso proprietario di un impero mediatico paralizzante, che ci ha trascinati nell'incolto mondo della tv spazzatura tutto tette, culi, sesso droga e rock and roll. Pare che ce ne siamo dimenticati...In questo mondo pagare le tasse era diventato un reato e proteggere i lavoratori una bestemmia. In quel mondo Bersani ha pagato per non aver dato sponda all'inciucio con Berlusconi. Il pd ha pagato per aver sostenuto un governo con Monti pur di uscire dal pantano berlusconiano.
Questo è quanto. Poi si è arrivati a Renzi.
Il quale è un giovane uomo molto ambizioso, ma completamente slegato dai poteri cosiddetti forti, venuto da una normale famiglia benestante, che ha sposato una normale ragazza, professoressa precaria come tante, che a un certo punto ha voluto tentare un gioco temerario: mettersi da un'angolazione diversa a guardare la realtà e tentare di governare l'Italia. Per esempio, se il lavoro non va bene, allora capovolgiamo la situazione, non diamo scuse agli imprenditori e vediamo cosa succede. Anche sulla scuola il ragionamento sarà stato lo stesso. C'è troppa gente che aspetta di uscire dal precariato, sistemiamola e ricominciamo da capo. Magari dando un po' di potere in più ai presidi che hanno le mani legate e non riescono a imporre le loro scelte, né a migliorare un'offerta formativa ormai asfittica. Nel frattempo offriamo ai docenti un po' di soldi per comprarsi dei libri, fare aggiornamento qualificato, andare a cinema e nei musei aggratis.
Rendiamo liberi di unirsi civilmente e di adottare bimbi anche quelli che oggi si vedono negare la possibilità di fare famiglia (poi il Senato ha rigettato le adozioni), diamo alle coppie di sesso uguale dei diritti che cn Berlusconi erano semplicemente impensabili. Anche rottamando, forse, Renzi tentava di dare un calcio all'establishment, in maniera un po' rozza, ma assolutamente anticonvenzionale. 
Mi fermo qua. A tutto questo non dò giudizi di merito. Non valuto l'operato di Renzi in quanto non so ancora quali effetti produrrà nel tempo, al di là delle polemiche sui vari provvedimenti. Dico solo che nessuno ci aveva mai provato, che Renzi si è messo in una posizione direi antisistema, fuori dagli schemi dell'Italia parolaia e mafiosa che negli ultimi vent'anni ha portato solo sciagure e disastri economici, ambientali, sociali e culturali.
Se ritorno un po' indietro nel tempo, soprattutto guardando al mondo del lavoro, mi chiedo e vi chiedo: ma quando il Sindacato dell'articolo 18 ha fatto l'interesse di noi poveri diavoli una volta uscito dalla favola operaista degli anni '70? Dal mio punto di vista non lo ricordo. Ricordo un sindacato di sinistra(?) che a un certo punto ha iniziato a essere cerchiobottista tra datore di lavoro, talvolta iscritto anche lui, e lavoratore e consentiva che a me, che andavo al lavoro anche con la febbre e alla mia collega assenteista cronica, si applicassero gli stessi diritti sindacali, creando una disparità di doveri sottoscritta da un contratto collettivo, che non diceva mai niente al di fuori dei ragionamenti sui massimi sistemi, e che però metteva tutti a tacere quando arrivavano adeguamenti di stipendio paritari e relativi arretrati. Della scuola, dove lavoravo, che faceva acqua da tutte le parti non se ne parlava mai. Ed era, e per certi aspetti ancora lo è, un sindacato, diciamocelo, clientelare e asservito a un potere dal quale non aveva più il coraggio di sganciarsi. Un apparato, insomma. Spesso specchio solo di se stesso e non della società e tantomeno dei lavoratori.
Tornando all'oggi, per essere breve. Renzi il Referendum lo ha perso. I tanto temuti Poteri Forti lo hanno mollato. Ha vinto il Popolo. Il Popolo, parola abusata e straziata in tutti i sensi, masticata e sputata a secondo del caso. Ma quale popolo? Dopo la vittoria del no questo popolo ha cominciato a metter gli steccati. Ognuno deve rientrare nel suo ambito, il popolo ha votato tutto insieme con Berlusconi, Salvini, Grillo, la Meloni, ma nel post-referendum ognuno prende le distanze e si comincia a ragionare sul chi sono io e sul chi sei tu. Scusatemi ma è ridicolo tutto ciò. Il Popolo è o non è. Non si fanno distinguo, il popolo è unito oppure non è popolo, non può essere popolo a cavoli propri.
Renzi ha lasciato il Governo, lo aveva promesso e lo ha fatto. E succede però una cosa strana. Non c'è nessuno che vuole sostituirlo, che vuole traghettare l'Italia alle elezioni, che si vuole sporcare le mani. E già qualcuno se le sfrega le mani al pensiero di un Renzi bis per continuare a blaterare contro, distruggerlo, affossarlo, accusarlo di colpe ignominiose. 
E in tutto ciò il vero avversario politico diventa il movimento 5st. Che ancora non ha spiegato la vicinanza a certe frange mafiose della Capitale, le firme false in Sicilia, gli immensi capitali del Berluschino della rete, fu Roberto Casaleggio, che il Signore lo abbia in Gloria...
Una mia carissima amica mi aveva spiegato che votava no al referendum per una semplice ragione, e cioè per il timore che facendo passare la riforma costituzionale, avrebbe dato la stura non a Renzi, che era il meno peggio, ma ai poteri forti della destra italiana, simil-mafiosa, che non è mai morta. "Il pd non vince più niente, mi diceva. Con o senza Renzi. Qua regaliamo il Si a chi il potere lo intende nel senso peggiore del termine, lo regaliamo a Grillo che con l'Italicum stravincerà. Imbrigliando l'Italia in una rete antidemocratica e autoritaria, simile alle epurazioni che si fanno in quel partito contro i dissidenti".
Ecco, devo dire che era una delle motivazioni plausibili. Ed è per questo motivo che il mio Si non era convinvinto al 100%. Perché anche io penso che il pd, con o senza Renzi, non sia in grado di vincere più niente, già da un bel po'. Se di questo dobbiamo godere, godiamo pure, ma come quel marito che per far dispetto alla moglie si taglia il pisello.
A mio avviso, Renzi, sul quale non pendono procedimenti penali né fondati sospetti di essere un fuorilegge né tantomeno un affiliato di cosa nostra, tranne che nelle lamentazioni dei disfattisti di professione, rimane l'unica figura che ha saputo destreggiarsi in Europa soprattutto sul tema dei migranti ed il più idoneo a rappresentare l'Italia in un panorama, lasciatemelo dire, alquanto squallido. Poi del Sud dimenticato, delle tasse sui lavoratori che sono una mannaia, degli ultimi, parliamone, perché sono dell'idea che sono argomenti incompiuti del Governo Renzi, ma penso che proprio il Governo Renzi sia stato l'unico luogo nel quale, ad insistere e a scalpitare, se ne poteva ancora parlare.
 
 
 

venerdì 18 novembre 2016

Assemblea del Pd di Vico Equense

L'assemblea del pd di Vico Equense ha suscitato notevole curiosità per le ragioni che hanno portato al commissariamento, che sono già note e che non mi dilungo a ripetere ancora, e per la manifesta volontà del Sindaco Buonocore di entrare a far parte del partito.
Nella discussione che si è sviluppata, a parte le giuste recriminazioni degli iscritti buggerati dall'ex segretaria, le cose che devono essere messe in primo piano, secondo me, sono le seguenti.
L'intervento assurdo del sindaco Buonocore che continua a rinfacciare fatti avvenuti qualche anno fa.
La presenza massiccia di una parte considerevole dell'attuale maggioranza in Consiglio Comunale che non ha profferito parola, né ha tentato di ricucire uno strappo
La presenza significativa di giovani 30/40enni con una considerevole voglia di partecipare e costruire.
Su queste cose bisognerebbe cominciare a ragionare per tentare di sbrogliare la matassa.
Cominciamo dal primo punto.
Andrea Buonocore ha detto in assemblea di essersi sempre sentito parte integrante del pd, però sarà da qualche annetto che non lo vota più, a cominciare dalle elezioni di cinque anni fa quando prese la giacchetta e se ne andò da un'altra parte. Questo modo di agire, che fa ormai parte di un malcostume diffuso, di per sè non costituirebbe un grande reato se derivasse da un legittimo cambiamento di opinione piuttosto che da una opportunistica scelta elettorale. Tuttavia, si potrebbe perdonare anche questa come peccato veniale se almeno ci si chiarisse su alcuni punti fondamentali. Faccio un esempio. Gennaro Cinque, come si sa, è uomo di destra, con annessi e connessi. Qualche mese fa, e non era la prima volta, a riprova di questa sua profonda e sostanziale connotazione politica, pubblicava su fb un video di Salvini che, come al solito, diceva la sua sui migranti con gli argomenti che tutti ormai conosciamo a memoria. Ebbene, sarebbe importante che Andrea Buonocore spiegasse come può, un Sindaco che si sente naturalmente collocato nel pd, sopportare che nella sua Giunta vi sia un assessore che mostra video razzisti sui social. Non sono sciocchezze, secondo me, sono cose importanti, perché il pd avrà mille difetti ma sul tema dei migranti si è sempre espresso con infinita trasparenza e chiarezza. O ti piace Salvini o sei del Pd, da questo non si scappa. Ma non è il solo punto che dovrebbe distinguere il "piddino" Andrea dalla destra che ha frequentato e che, per quanto ci risulta, continua a frequentare. 
Sbagliato anche l'approccio con chi ha buone ragioni per avercela con lui. Ha ripetuto, ormai è un mantra, che è stato cacciato dal Pd (Sic!)
Non avrebbe dovuto chiedere scusa per i fattacci combinati dalla Rossi e riconoscere che quello fu un imbroglio bello e buono? O perlomeno che fu un errore?
L'approccio doveva, a mio avviso, essere rassicurante per chi nel partito ancora ci crede e trova scellerate alcune scelte spericolate che sfiorano l'illegalità. Andrea avrebbe potuto spiegare che con Gennaro Cinque è nato un sodalizio elettorale che non sarà eterno e non supererà certi limiti. Avrebbe dovuto smentire il temuto arrembaggio del partito da parte delle truppe cammellate al suo seguito  o al seguito di Gennaro Cinque, garantendo trasparenza nel tesseramento e nelle modalità del prossimo congresso. Avrebbe dovuto fare, in parole povere, un intervento politico serio invece che frignare per un fatto accaduto anni fa, nel quale, per giunta, aveva torto marcio.
Penso che se lo avesse fatto gli animi si sarebbero subito rasserenati avendo di fronte una persona consapevole e responsabile. Si spera che in futuro Andrea si orienti in maniera più costruttiva, senza fare inutilmente e cocciutamente la parte dell'offeso, anche se si teme che lui molte cose non le abbia dette perché non le pensa. E su questo si basa l'inquietudine di chi pone obiezioni alla sua presenza nel Pd.

Riguardo alla presenza in assemblea di una parte della giunta accompagnata da sconosciuti che sembravano più guardie del corpo che possibili futuri militanti, avrei gradito ascoltare qualcuno che conosco molto bene e che non posso fare a meno di avere in simpatia, nonostante tutto, per antica conoscenza e frequentazione. Speravo che almeno da loro partisse una richiesta di collaborazione, di voglia di ricostruire, un riconoscimento di reciproca necessità per ricominciare un dialogo interrotto da brutte vicende che si devono in qualche modo archiviare. Nessuno gli avrebbe chiuso la porta. Quando si riconoscono gli errori fatti si è già un passo avanti.
Infine non posso fare a meno di mettere in evidenza l'intervento del giovane Raffaele Vanacore che ha parlato di rinnovamento, di futuro.
E non posso fare a meno di pensare anche io che il partito deve viaggiare su strade nuove e fatte di sostanza. Che il Sindaco diventi un tesserato o addirittura assuma un ruolo nel partito ha poca importanza per il futuro del pd. Quello che conta è la possibilità di mettere nuove energie in un progetto che, senza escludere una fattiva e possibile collaborazione con l'amministrazione comunale, rimanga indipendente e promotore di iniziative  al servizio dei cittadini, fuori da ambigue politiche, da veti o costrizioni di qualsiasi genere. E soprattutto che ispiri fiducia.

venerdì 20 maggio 2016

Vico Equense – Sentenza scontata del TAR. Buonocore fuori dai giochi

La sentenza del TAR è stata una doccia gelata per Andrea Buonocore. Un colpo durissimo per l’aspirante candidato  sindaco che si è visto bocciare il ricorso per la riammissione della lista VICOinvolgiamo, ultima speranza dopo l’esclusione di Forza Vico e del PD per incompletezze formali gravissime.
Martedì 17 la piazza Umberto I, a Vico Equense, dava l’impressione dell’anticamera di una sala parto. Davanti al Caffè Zerilli ex maggioranza, esclusi dalla competizione, sfidanti e simpatizzanti delle varie fazioni attendevano da un momento all’altro la sentenza del TAR con l’ansia trepidante dei parenti di un nascituro.
Nei giorni precedenti sui social erano volate parole grosse tra i rappresentanti della ex maggioranza e le parti avverse accusate di voler “vincere facile” annientando gli avversari a colpi di burocrazia. E si inneggiava a una vittoria morale per dei guerrieri indomiti che non avrebbero mollato mai.
Nel ricorso al TAR Andrea Buonocore ha fatto leva su delle denunce depositate presso i Carabinieri di Vico Equense verso alcuni “facinorosi” che avevano impedito il normale svolgimento della consegna dei documenti allegati alle liste, astenendosi però dal descrivere come si erano svolti effettivamente i fatti già ben noti a chiunque abbia assistito alla consegna delle liste.
Il tiramolla dei centrodestra sul nome del candidato sindaco si è protratto fino a due ore prima della consegna. Una specie di commedia dell’assurdo si consumava tra nominativi dell’ultimo minuto benché il candidato ufficiale fosse Franco Lombardi, per il quale si erano raccolte le firme e le candidature.
Di punto in bianco la situazione è cambiata con la designazione a sorpresa di Andrea Buonocore, generando la più totale confusione tra alcuni membri della stessa maggioranza,  che hanno subito cambiato rotta, e firmatari, nonché tra i candidati che hanno visto epurato il Sindaco per cui si erano schierati.
I “facinorosi” erano quelli che annotavano e si opponevano a tutte le incongruenze di una consegna dei documenti viziata da un clima avvelenato e falsato nei fatti.
Gennaro Cinque, in sostanza, invece di badare alla necessaria cura delle carte ha mandato tutti in tilt al punto che nulla era pronto alla scadenza dei termini per la presentazione delle liste. Dunque, non appare peregrina la decisione del TAR di escludere la lista VICOinvolgiamo per errori formali non sanabili. Eppure la notizia è esplosa come una bomba nell’incredulità degli interessati. Per loro è nato “nu criature niro niro” che non aveva ragione di essere nonostante vi fossero tutti i presupposti per un amaro epilogo e hanno inopinatamente ricominciato a puntare il dito accusatore verso chi esercita il sacrosanto diritto di difesa.
Ora a decidere sarà il Consiglio di Stato che, come spiega l’avvocato Dilengite, ex consigliere di opposizione,  per tradizione si esprime in “favor ammissionis”. Si riaccendono dunque le speranze di un rientro in pista di Andrea Buonocore. L’udienza è fissata per lunedì alle 14.30.
Ricomincia l’attesa spasmodica di una sentenza e della fine di una vicenda che, comunque vada, somiglia più a una tragica commedia dell’assurdo che a una leale e normale sfida politica.
Maria D’Ordia oer "Il Gazzettino Vesuviano"

domenica 8 maggio 2016

Vico Equense – La spunta Andrea Buonocore. Ex maggioranza spaccata e lista pd nella bagarre

Alla fine di una notte drammatica, convulsa e completamente in bianco, Gennaro Cinque ha trovato la quadratura del cerchio, tra lacrime, sangue e strappi furibondi. L’ha spuntata Andrea Buonocore che ha finalmente coronato un sogno inseguito per molti anni. Buonocore non ha fatto passi indietro per favorire Franco Lombardi, come era trapelato in un primo momento, ma al contrario ne ha causato la fuoriuscita definitiva dal centrodestra.
Rotti equilibri delicatissimi, dunque, si è sfasciata in parte la maggioranza al governo di Vico Equense da dieci anni. Alcuni Consiglieri, per ripicca, si sono candidati nelle liste avverse dell’odiato Maurizio Cinque, come Mariateresa Eusebio. Altri come Balestrieri e lo stesso Franco Lombardi hanno preferito rimanere fuori dai giochi.
Ma nella notte si è consumato un altro dramma che ha coinvolto il partito democratico, fino a pochi giorni fa in forze a Maurizio Cinque. Ne aveva dato notizia attraverso un comunicato stampa la segretaria cittadina Franca Rossi, provocando lo sconcerto tra gli iscritti e i simpatizzanti in quanto la decisione di appoggiare Maurizio Cinque era stata presa in perfetta solitudine senza passare per gli organi di democrazia interna al partito. Ma, l’ineffabile segretaria è andata avanti, incurante delle critiche, raccogliendo firme e pietendo candidati da sistemare in una lista che stentava a riempirsi. Poi nella notte tra venerdi e sabato scorso, ovviamente senza avvisare nessuno, ha cambiato idea e al mattino si è presentata all’ufficio elettorale dichiarando di essere collegata ad Andrea Buonocore, mandando Maurizio Cinque e le sue liste a quel paese. Nell’ufficio si è scatenato l’inferno, tra gli insulti di chi era convinto di essere candidato per uno schieramento e si è trovato a tradimento in tutt’altra situazione. Sono volate parole grosse e sono intervenuti i carabinieri, mentre alcuni candidati pretendevano e ottenevano di essere depennati dalla lista del pd, disgustati dall’assurda protervia della segretaria.  I social sono stati subito invasi da commenti feroci nei confronti della segretaria Rossi, presa di mira per la sua falsità e doppiezza verso chi in buona fede aveva sottoscritto la lista del pd e si era candidato. L’avvenimento increscioso per i gli aspetti grotteschi di una politica malata e lontanissima da qualunque pulsione ideale è finito persino nelle cronache nazionali del Tg1 delle 20.00 e del mattino successivo.
Nonostante la bagarre la lista è stata comunque riempita in fretta e furia con l’aiuto di Gennaro Cinque che ha prontamente offerto i nomi, tra gli altri, di Giovanni De Simone e Antonio Guida, a riempimento dei vuoti creatisi nelle candidature ed è stata depositata, anche se priva di documenti che potrebbero inficiarne la validità. La segretaria Rossi pare si sia cautelata con una denuncia ai carabinieri per gli insulti ricevuti  presso  l’ufficio elettorale e per la sparizione dei documenti che, a suo dire, al momento della presentazione erano perfettamente in ordine.
Si aspettano ora le decisioni della commissione elettorale che potrebbe trovare anomalie anche nella lista dello stesso Gennaro Cinque.
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"

 

giovedì 21 aprile 2016

Vico Equense – Elezioni comunali tra veleni e colpi di scena

Ancora una volta Gennaro Cinque aveva puntato sull’effetto sorpresa. L’ex sindaco di Vico Equense, in una riunione del gruppo VICOinvolgiamo, aveva lanciato la candidatura dell’avv. Susi Tortora lasciando tutti di stucco. Specialmente la sua maggioranza, che non ha gradito la scelta al punto che, nelle ventiquattr’ore successive, ha designato a sua volta Franco Lombardi, esprimendo pubblicamente il suo dissenso e diffondendo un manifesto con la foto dello stesso Lombardi.
La scelta di Susi Tortora da parte di Gennaro Cinque ha dato la stura a due fronti micidiali, quello della ex maggioranza e quello dell’opposizione. L’avvocato Dilengite ha aperto su fb un fuoco di fila ponendo alla candidata una serie di domande provocatorie alle quali Susi Tortora ha risposto con un comunicato stampa nel quale si impegnava a non candidare inquisiti nelle sue liste e a garantire una pubblica amministrazione trasparente. Ma nelle ore immediatamente successive al comunicato stampa, Susi Tortora ha reso pubblica la sua rinuncia alla candidatura adducendo motivi personali e senza rinnegare la simpatia per il movimento VICOinvolgiamo.
Questi avvenimenti convulsi e carichi di ansia hanno “coinvolto” emotivamente i cittadini attoniti. La candidatura di Susi Tortora era stata accolta con simpatia e una buona dose di entusiasmo in quanto l’affermata professionista rappresentava per molti elettori  una sferzata di aria fresca nel panorama abbastanza stantio della politica vicana. Pur essendo stata “nominata” dall’ex sindaco, apriva a molte speranze i cuori dei benpensanti in quanto avrebbe potuto smuovere un pantano nel quale Vico Equense sembra essere piombata da molti anni. La lista VICOinvolgiamo annovera diversi nomi di accertata serietà che, insieme ad altri scelti dalla candidata in una sua lista, avrebbero potuto cambiare l’assetto della maggioranza e nel tempo modificarla a tutto vantaggio del rinnovamento e della trasparenza.
Purtroppo questa possibile realtà si è dissolta e al momento si è tornati in uno stato di stallo. Rimangono in piedi le candidature di Maurizio Cinque, di Franco Lombardi, di Giuseppe Russo. Tutti contro Gennaro Cinque, almeno sulla carta. Ma si avverte una sospensione dei giochi che prelude ad altri colpi scena. 
Nel frattempo la sinistra vicana, interpretata dal Movimento di Aldo Starace, non dà ancora segni di vita, forse in attesa di qualche evento celeste che indichi la strada giusta da intraprendere. Non avendo un peso specifico reale, rimane indecisa tra il doversi gettare nella mischia con un proprio candidato oppure aggregarsi a un candidato moderato, probabilmente Maurizio Cinque, che però non darebbe visibilità al Movimento e nemmeno consiglieri comunali.  Anche Andrea Buonocore avrebbe vagato alla ricerca di un padre che gli affidasse le sorti del paese. Non avendo convinto a suo tempo né Gennaro Cinque né l’ex maggioranza e, rimasto temporaneamente orfano politicamente insieme al suo ingente pacchetto di voti, Buonocore si sarebbe proposto al migliore offerente. Pare che si sia rivolto a tutti quelli che restavano disponibili, cioè proprio il Movimento di Starace e il PD. Ma non è detta l’ultima parola, in quanto una voce di popolo lo dà già in forze a Franco Lombardi per il quale avrebbe fatto il fatidico “passo indietro”. Notizia tutta da verificare nel convulso vortice dei si dice.
E Gennaro Cinque? L’ex sindaco se ne resta sornione a guardare gli avvenimenti. Pubblica sulla pagina fb le foto dei cantieri da lui aperti sul territorio, quelli delle acque bianche e nere sapientemente separate o quelli del restauro delle vie disastrate nelle varie frazioni in collina e non si pronuncia sugli eclatanti colpi di scena che gli girano attorno. Deluso dalla sua ex maggioranza per la manifesta incapacità di trovare un accordo, Cinque, dopo la caduta della candidatura Tortora, rimane in un eremo apparentemente estraneo a tutte le beghe elettorali paesane. Ma tutti si aspettano la zampata finale che, come al solito, spiazzerà e sorprenderà. Come un gatto sta giocando con il topolino che ha nelle grinfie e presto lo divorerà. Di una cosa si ha certezza, e cioè che piuttosto che cedere lo scranno a Maurizio Cinque è disposto a vendere l’anima al diavolo. 
Maria D’Ordia per "Il Gaazzettino Vesuviano"
Nella foto l'ex candidata Susi Tortora

 

 

mercoledì 23 marzo 2016

Vico Equense – Elezioni comunali, incertezza, disorientamento tra i contendenti e probabili rientri eccellenti


Nel tentativo di ricreare nuove condizioni politiche, a Vico Equense si cerca faticosamente la Grosse Koalition locale in grado di vincere le elezioni comunali nel prossimo mese di giugno.
Ci tentano tutti, sia a destra che a sinistra, senza badare troppo alle origini politiche di ciascuno e svuotando ulteriormente il pesante bagaglio storico culturale che ci si porta dietro.
Si consumano così incontri su incontri dalle sfaccettature per certi aspetti esilaranti. Vecchio e nuovo si confondono, stemperano i confini: giovani vecchi che si ripropongono come assolute novità, pronti a fare il patto col diavolo pur di riuscire nell’intento. Passaggi temerari da uno schieramento all’altro di volponi consapevoli di non avere i numeri per poter contare ma che, a loro dire, per il bene del paese si mettono a disposizione della comunità. Assoluto bisogno di gettare il cuore oltre l’ostacolo senza chiudersi in “recinti” dal sapore ideologico e assolutamente fuori moda. Scomparsa nel nulla, apparentemente, anche una possibile proposta del M5S locale.

A sentire gli umori della piazza, generalmente atti a veicolare la bufala quotidiana come assoluta verità, c’è da rimanere abbastanza smarriti: si dice del ritorno dell’avvocato Astarita e dell’ex Leader di Colline Vicane Giuseppe Guida, o della presenza incombente della signora Beneduce che insieme a ex fedelissimi di Gennaro Cinque sembra pronta a fare fuori qualsiasi candidato questi proponga. O, paradossalmente, anche a sostenerlo, viste alcune uscite in tal senso del rotocalco locale. Viene fuori anche la  candidatura di Matteo De Simone che gira come un mulino a vento tra i tavolini dei bar, che l’ex sindaco starebbe preparando in sordina con molta cura. Si racconta di transumanze di giovani ex sinistri nelle file destre di Gennaro Cinque e viceversa.
Quanto ci sia di vero non è ancora dato di sapere, soprattutto di fronte al persistente disorientamento di chi cerca disperatamente, e per ora infruttuosamente,  l’avallo di forze un tempo “nemiche” e oggi diventate inaspettatamente fondamentali a trovare uno straccio di bandolo della matassa per uscire dalla stagnazione Cinque.

Specchio di questa realtà frammentaria e senza obiettivi chiari è stato anche l’incontro tenutosi per gli elettori del Centrosinistra e organizzato dal Movimento per Vico e dall’ex segretario del pd, in cerca di una possibile convergenza con l’attuale dirigenza del partito, che qualcuno ha definito “partito ectoplasma”. Sarà per questo che, giusto per aumentare il disagio, la dirigente dott.ssa Franca Rossi ha abbandonato tutti senza dare alcun contributo all’incontro e senza profferire proposte di una qualche utilità.
Il punto in questione era lo stesso che gira un po’ ovunque e cioè andare con spirito corporativo con le proprie forze e un candidato simbolo oppure associarsi a un candidato tipo Maurizio Cinque o addirittura Andrea Buonocore, ex pd transumati a suo tempo nel centrodestra. Lo stesso Buonocore era presente all’incontro con spirito più che altro provocatorio.
Sulle due ipotesi le opinioni espresse si sono rivelate molto distanti. Difficile per un gruppo di area del Movimento  dare sostegno a un candidato come Maurizio Cinque, ma anche come Buonocore, portatori di messaggi vecchi, nonostante l’età. Qualcuno ha proposto delle primarie pensando, non si capisce perché, che gli attuali pretendenti al trono abbiano voglia di confrontarsi con i cittadini ancora prima delle elezioni vere. Altri hanno proposto un comitato di saggi esplorativo che mettesse insieme le varie anime presenti all’incontro.
Ha prevalso questa seconda ipotesi visti i tempi ristretti per organizzare delle primarie, ma sarà difficile riunire intorno a un tavolo persone totalmente distanti che negli anni hanno perso più tempo a farsi la guerra che a costruire certezze per il futuro.
L’incontro in definitiva è stato l’ennesimo esempio dell’assoluta incertezza che aleggia anche su questa fetta dell’elettorato, lasciato a piedi e senza leader propri in grado di risollevare la situazione. Proprio in questa ottica e guardano anche a un futuro prossimo, c'è chi pensa che sarebbe il caso di tentare di rimettere in campo, con un atto di coraggio, le proprie forze e buttarsi nella mischia con un candidato condiviso e orgoglioso delle sue radici, in grado di voltare pagina in una storia fatta più di lacrime e sangue che di politica vera e costruttiva, una persona capace di motivare una platea di elettori ormai disincantati e senza molte speranze in un vero cambiamento del destino della città.
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"

domenica 7 febbraio 2016

Vico Equense – Elezioni Comunali, il Sindaco Migliaccio:”Andrea Buonocore è stato affidabile e leale ed è giusto che si giochi le sue carte.”

Nella prossima primavera a Vico Equense si dovrà votare per scegliere il nuovo Sindaco. La situazione politica è ancora magmatica e poco chiara per quanto riguarda i candidati e le coalizioni che scenderanno in campo. Unica certezza la candidatura a sorpresa di Maurizio Cinque ex Presidente del Consiglio Comunale entrato in rotta di collisione con la maggioranza di cui faceva parte e che ora sfida apertamente lo schieramento del centro-destra per il governo della Città.
Al momento i riflettori sono puntati però proprio sul centrodestra che sta vagliando la situazione in attesa di tirare le somme e trovare il cavallo vincente. L’avv. Migliaccio, che ha sostituito l’ex Sindaco Gennaro Cinque negli ultimi mesi, potrebbe essere uno dei candidati, ma non si sbilancia e non dà nulla per scontato. Non si risparmia però su alcuni colpi messi a segno dall’amministrazione, soprattutto per il rilancio culturale di Vico Equense -:”I nostri sforzi per puntare sull’Economia del Paesaggio produrranno effetti molto positivi sul turismo di qualità. Non si tratta di monumentalizzare i paesaggi ma di far rivivere le tradizioni che sono alla base della nostra cultura e vanno recuperate. Abbiamo scelto un’opera di Ugo Marano sul Casaro Errante, che richiama l’antica consuetudine della transumanza. Inoltre prossimamente verrà a Vico lo chef giornalista Kumalè che con la collaborazione di Gennaro Esposito ed altri importanti esponenti del mondo culturale realizzeranno un ambizioso progetto che farà di  Vico Equense  uno dei poli di attrazione della cultura Mediterranea.”
Eppure Vico Equense rimane un paese di individualisti. Le eccellenze che pure esistono sul territorio rimangono circoscritte e non creano sviluppo.
“Questo è vero e si deve fare di tutto per avviare intorno alle attività territoriali trainanti, penso ad esempio alla Gelateria Gabriele, alla Pizza a Metro, a Gennaro Esposito, una serie di iniziative culturali per aprire gli orizzonti  e creare un brand di Vico Equense riconosciuto e apprezzato per tutto quanto si produce sul territorio.”
Sindaco,  nella maggioranza c’è già il nome di chi dovrà portare avanti questi progetti? La stampa locale parla di una cena molto animata nella quale si è stroncata sul nascere l’auto-candidatura di Andrea Buonocore.
“Non c’e nulla di vero. Io ero seduto a quel tavolo e posso assicurare che si è trattato dell’amplificazione giornalistica di uno sfottò conviviale che non aveva nemmeno come oggetto la candidatura a Sindaco.”
Ma se Buonocore si fosse auto-candidato la maggioranza come l’avrebbe presa?
“La maggioranza ha stretto un patto al suo interno, ovvero, quando i tempi saranno maturi, si ascolteranno le varie proposte e si metterà in campo quella vincente. Questa maggioranza ha avuto il 70% dei consensi  e penso proprio che si riconfermerà alla guida di Vico Equense”
Maurizio Cinque a un certo punto ha deciso di rompere con la maggioranza e addirittura si è candidato.
“Maurizio Cinque ha tradito soprattutto il suo caro amico Buonocore.”
Entrambi, a suo tempo si coalizzarono e portarono scompiglio anche nel centrosinistra
“ Andrea  con noi è stato di una lealtà impressionante. Credo sia giusto che si giochi le sue carte perché lo considero una persona affidabilissima.”
Lei è convinto che se non fosse lui il prescelto rimarrebbe fedele alla causa del centrodestra?
“Penso che il confronto anche acceso faccia parte del gioco della democrazia. Io mi fido molto di Andrea e sono sicuro che capirebbe altre scelte al momento insondabili  perché il dibattito è ancora in corso. Il futuro candidato comunque si sentirà parte di un progetto comune e, ripeto, ritengo Buonocore una persona affidabilissima.”
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"
Nella foto: il Sindaco Benedetto Migliaccio, Andrea Buonocore.