martedì 19 maggio 2015

La Riforma della Scuola... una boiata pazzesca


Sono stata talmente tanti anni nella scuola pubblica che non posso fare a meno di dire la mia su questa riforma iniqua e lontanissima dal risolvere i problemi di un’istruzione ormai asfittica e senza reali prospettive di rinnovamento.
Comincio col dire che non intravedo alcuna novità nella trasmissione del sapere. Gli insegnati continueranno ad avere difficoltà enormi dentro aule spesso sovraffollate e poverissime di strumenti innovativi: tecnologie obsolete, senza wi-fi,  collegate a internet con connessioni scagatissime e insufficienti, lavagne luminose inutilizzate, banchi traballanti, sedie scrostate, lavagne graffiate, gessi insufficienti e cassini sempre srotolati.
Ci si arrangia nelle scuole, e si continuerà a farlo, si arrangiano alunni e insegnanti costretti a rimanere legati indissolubilmente a programmi noiosi e sempre uguali nei secoli dei secoli, affossati nel  poco tempo a disposizione che si consuma soprattutto tra lezioni frontali, compiti in classe e interrogazioni più o meno aperte a nuove soluzioni. E come si potrebbe fare di più? Se la società pretende soprattutto il risultato finale, ammesso-non ammesso, come summa di tutto l’insegnamento-apprendimento che cavolo si vuole da un corpo docente che deve far leva principalmente sulla grande pazienza e capacità di attrazione verso la propria materia di insegnamento? Per loro, i docenti, non è prevista alcuna novità, tranne che il soggiacere tristemente al dirigente che da oggi in poi avrà più che mai il loro destino nelle mani.
Già il Dirgente… chi pensa che i dirigenti siano il meglio e il motore che muove la scuola italiana? O che siano degli esseri onesti mossi solo dall’amore per la cultura? Questa cosa la possono ipotizzare solo gli idioti o coloro che della scuola pubblica non sanno niente…
Salvando la pace di pochi elementi, i dirigenti scolastici hanno sempre e solo pensato ai fatti propri, ai propri interessi. C’è un corso di aggiornamento obbligatorio per i docenti? Ebbene i dirigenti si scambiano il favore: tu vieni da me e io vengo da te. E i soldi dei contribuenti servono anche a pagargli l’intero corso sia come esperto fuori della propria scuola che come direttore del corso nella propria. Ogni lezione da esperto viene pagata abbastanza bene da arrotondare le entrate, il compenso come direttore del corso è inferiore ma nessuno lo disprezza.
Naturalmente sono previsti anche scambi tra persone che si piacciono fisicamente, utile e dilettevole insieme… I fondi europei hanno dato un grande contributo a questi scambi, basta fare un progettino di massima ed entrare in gioco…
La stessa cosa sarà possibile anche per le assunzioni triennali che prevede la Riforma. Il Dirigente fa preparare dallo “staff” un progetto formativo magari più consono alle necessità di chi vuole assumere che a quelle dei ragazzi, lo sottopone al Collegio dei Docenti che avrebbe il potere di bocciarlo ma non lo fa mai per non allungare discussioni estenuanti e alimentare polemiche che potrebbero metterlo  in cattiva luce e dà il suo beneplacito. Il gioco è fatto. Io mi assumo tua nipote e tu ti assumi la mia amica, caro collega dirigente. Gli accordi saranno molteplici e il magna magna aumenterà in forma esponenziale.
Chi controllerà tutto ciò ancora non è chiaro, ma ci posso scommettere che la faccenda si dispiegherà come tutte le faccende italiane che si aggiustano sempre seguendo l’ordine gerarchico, basta che rimanga tutto in famiglia. E d’altra parte se si avvia una nuova cuccagna chi è che dovrebbe essere l’eroe senza macchia e senza paura??
Intanto gli insegnanti, come al solito, dovranno subire le scelte fatte dall’alto, dalla sera alla mattina senza nessuna consultazione sul campo, nessun approfondimento per entrare nel merito delle problematiche scolastiche vere. Dovranno sorbirsi un piano formativo che sta bene solo ai dirigenti e allo “staff” leccaculo e interessato quando avrebbero invece bisogno d’aiuto per dare a tutti gli alunni pari opportunità.
Pieni di sensi di colpa per non essere riusciti mai completamente a dare il massimo a tutti, i docenti sono persino incalzati dalle prove Invalsi che dovrebbero giudicare la bontà della loro opera. Quelle restano e la Riforma gli fa un baffo! Prove Invalsi avulse  dalla realtà, pretenziose, uguali per tutti. Arrivano a Scampia e ai Pairoli ineffabili e pesanti come macigni a sovrastare le vite e le menti come bulldozer di condanna. Perché sono sempre una condanna per docenti e discenti, come vanno vanno.
 Mattè ma va a farti friggere!

lunedì 11 maggio 2015

COMUNICATO STAMPA - Lavoratori ex EavBus da 2 anni in attesa del tfr. Diritti calpestati e atteggiamento pilatesco di vertici aziendali e regionali


Aspettano da 2 anni la restituzione della parte del loro salario accantonato per il trattamento di fini rapporto. Sono più di 80 i lavoratori ex eav bus in questa situazione, pure a fronte di precisi accordi, dal fallimento dell'azienda. E mentre l'amministratore di Eav Nello Polese perpetua un atteggiamento pilatesco, ancora restano tanti punti oscuri sull'anomala procedura di fallimento, nonostante una commissione d'inchiesta i cui risultati però non sono mai stati resi noti dall'attuale giunta regionale.
Una vicenda assurda per la quale, con il collega Mario Casillo, abbiamo richiesto l'interessamento e l'intervento del Parlamento nazionale.
Di seguito il comunicato stampa diffuso stamane:
«Sonopiù di ottanta i lavoratori dell’ex Eav Bus oggi in liquidazione che dal 2013, nonostanteprecisi accordi sottoscritti, attendono ancora di percepire il tfr maturato.Tra rimpalli di responsabilità e impegni mancati non solo si stanno calpestandoi sacrosanti diritti di questi lavoratori, ma si evidenzia una situazione chepresto coinvolgerà anche gli altri 1300 lavoratori ancora in attività» loafferma il consigliere regionale del PD Antonio Amato che, con il collega MarioCasillo ha inviato una specifica nota all’amministratore Unico di Eav NelloPolese e al Commissario liquidatore di EAV Bus Roberto Pepe «Le responsabilitàdi questa incredibile situazione coinvolgono il Commissario Liquidatore, la Curatela fallimentare, ilmanagement della EAV Holding, e più volte abbiamo cercato un’interlocuzione coni vertici EAV. A partire dal prof. Polese, però, ci siamo scontrati con un’inaccettabileatteggiamento pilatesco che non solo lascia irrisolta la vicenda ma sembraallontanare qualsiasi ipotesi risolutiva. In pratica, la società continuaindebitamente a non restituire la parte degli salari che negli anni hatrattenuto per il trattamento di fine rapporto, togliendo a più di ottantafamiglie la possibilità di fronteggiare un periodo di crisi così duro. Con ilcollega Casillo investiremo della vicenda il Parlamento nazionale, anche perchépersistono ancora oggi tanti, troppi lati oscuri sul fallimento di Eav Bus. Lostesso amministratore unico di Eav, nonché l’attuale presidente della giuntaregionale» continua Amato «in passato avevano manifestato grandi perplessitàsulle modalità con le quali si era giunti al fallimento, tanto che venneistituita anche una specifica commissione di inchiesta interna. Lavori ed esitidella commissione, se mai ci sono stati, restano sconosciuti, chiusi forse inqualche cassetto dell’assessore Vetrella. Così, mentre restano sconosciute eimpunite eventuali responsabilità di questo ennesimo sfascio dei trasporticampani, chi direttamente ne ha pagato e continua a pagarne le conseguenze, ilavoratori, si vede ancora negati i propri diritti, ciò che legittimamente glispetta. Una situazione non più tollerabile e a cui bisogna urgentemente porrerimedio»
 

sabato 9 maggio 2015

Vico Equense - Le mani sulla città di Rosa Maria Dilengite


Noi migranti siamo accomunati da un sentimento schizofrenico rispetto ai nostri luoghi d’origine. Un sentimento che confonde l’amore, la nostalgia, il sincero legame con le nostre radici, con una rabbia cieca per tutto quello che quei luoghi non sono riusciti a darci.
È quello che succede sia a chi, come me, di andarsene lo ha scelto soprattutto per noia e per amore dell’ignoto, e per chi, invece, vi è stato costretto, per mancanza di opportunità in patria.
Quando si ha la sfortuna tremenda di essere nati in un posto bellissimo, la rabbia e la frustrazione sono dilatati.
Andando via ho scoperto che nel resto di Italia, come forse nel resto del mondo, per andare al mare non devi pagare. Avete capito bene amici vicani, il biglietto di ingresso in spiaggia esiste solo da noi! Certo, possiamo vantare una certa inventiva nella gestione dei beni pubblici e non manchiamo di originalità nel monopolizzare ciò che è naturalmente di tutti e giuridicamente definito come demanio. Le spiagge della Costiera Sorrentina  sono il primo specchio limpido delle acque della provincia di Napoli, che, a causa di altre incurie e disastri che si sono susseguiti e stratificati nel corso degli anni, sono balneabili a zone alterne.
Motivo per cui raccolgono i bagnanti (o aspiranti bagnanti), non solo dei nostri Comuni, ma anche di quelli del resto della provincia . Proprio per questo le spiagge dovrebbero garantire una totale fruibilità, soprattutto da parte di chi, non potendo permettersi vacanze altrove, trova nel nostro mare l’unica valvola di sfogo estivo. La Guardia Costiera prescrive la necessità di lasciare liberi dai 3 ai 5 metri di bagnasciuga, di modo da poter liberamente deambulare su di esso. La soluzione trovata dai Comuni del resto di Italia, penso alle spiagge del Conero, dell’Abruzzo, della Versilia, della Calabria, coerentemente a quanto prescritto dalla legge, è di far pagare solo gli eventuali servizi forniti dai concessionari delle spiagge, senza imporre un biglietto per il semplice accesso alla stessa.
L’unica spiaggia liberamente accessibile a tutti rimane quella delle Calcare, ferma restando l’impossibilità per i bagnanti di passeggiare lungo il bagnasciuga dell’intera spiaggia di Seiano, o di poter addirittura nuotare al confine con lo stabilimento privato, chic e raffinato che protegge le sue acque con un serpentone di gomma nera. Il confine tra le due spiagge, quella libera e popolare, e quella dal biglietto di ingresso di euro 25, è infatti ribadito da : un muretto in pietra, una grata ricoperta da canne di bambù (di modo che nessuno veda lo scempio della plebe che fa il bagno dall’altro lato) e da un bagnino che intima ad allontanarsi non appena la “proprietà privata” sembra minacciata. Insomma, più che andare al mare sembra di andare ad Alcatraz.
Altro straordinario evento realizzatosi nella mia città, coerentemente con l’idea che la res publica sia una barzelletta da poter farsi propria non appena lo si voglia, è stata la chiusura al pubblico della Torre Barbara e della strada per raggiungerla.
La torre di Via Punta la Guardia, detta Torre Barbara, è il mio luogo del cuore. Una torre del 1800,immersa in un uliveto centenario, a picco sul mare, sulla cima di una altissima scogliera di calcare. La torre ha due piani, è malmessa, istoriata al suo interno dalle bombolette e dai pennarelli di avventori poco romantici, ma che lo diventano quando, affacciandosi dai balconi cigolanti godono della distesa del mare e del Vesuvio in lontananza.
Di questo spettacolo non potrò godere più, e come me gli altri vicani, perché un giorno qualcuno si è svegliato ed ha deciso che la strada fosse propria, così come la Torre, bene artistico appartenente al patrimonio culturale e come tale demaniale.
Pensavo fosse finita, pensavo che non ci fosse più nulla da prendere. Le colline sono state prese tempo fa,  fatte oggetto degli scempi dell’abusivismo edilizio su cui il comune chiude non uno, ma entrambi gli occhi. E invece …
Poco tempo fa, trovandomi al Nord Italia dove attualmente vivo, leggo su Facebook della proposta di chiudere in una cupola di vetro la piazza di Vico Equense per farne una sorta di centro commerciale. Ho compreso allora che quando credi che le cose più brutte ed inutili siano già state partorite, ci sarà sempre qualcuno a voler fare di peggio. Ci avevano tolto il mare, le colline, i panorama, volevano toglierci anche il cielo.
Non deludermi Vico Equense, fammi arrabbiare ancora di più e la prossima volta che torno a casa fa sì che qualche altra cosa sia stata rubata, monopolizzata, distrutta.
Rosa Maria Dilengite
                                                                                                
                                                                                                                              
 

giovedì 7 maggio 2015

Vico Equense – Gennaro Cinque, sindaco decaduto, si candida alla regione. Nella lista di Forza Italia anche Flora Beneduce


Ci sono voluti tre Consigli Comunali per sancire a rigor di legge la decadenza di Gennaro Cinque, Sindaco  di Vico Equense. Grazie a un marchingegno burocratico Giunta e Consiglio Comunale restano al loro posto e Gennaro Cinque potrà correre per le elezioni regionali senza passare per le dimissioni. Al suo posto farà da Sindaco Benedetto Migliaccio che già si è insediato sullo scranno di primo cittadino.
Sulla decadenza l’opposizione si era espressa con dure proteste, soprattutto del Consigliere Dilengite che in aula aveva criticato fino all’ultimo le modalità di tutta l’operazione politica messa in atto, ritenendole ai limiti della legalità. Anzi aveva detto a chiare lettere che il contenzioso aperto dal sindaco con l’amministrazione comunale era stato creato a bella posta per evitare le dimissioni di tutto il Consiglio Comunale e la nomina di un Commissario Straordinario, imitando altri sindaci dell’area campana candidati alle regionali.
Ma a nulla sono valse le proteste e i voti contrari o le assenze dell’opposizione. Nonostante una nota inviata da Gennaro Cinque al funzionario competente con la quale si impegna a rimuovere le cause del presunto abuso per cui si era avviato il contenzioso col Comune, il Consiglio Comunale ha approvato la delibera di decadenza.  Decadenza verso la quale, secondo il Segretario Generale Luigi Salvato, lo stesso Gennaro Cinque potrà fare ricorso, se lo deciderà, per rientrare al suo posto.
Ormai libero da vincoli, l’ex Sindaco si è lanciato nella sua campagna elettorale per le regionali aprendo vari  comitati sul territorio vicano, in centro e sulle colline. Correrà per Stefano Caldoro nella lista di Forza Italia. Forte di un indiscusso consenso che lo portò alla vittoria in qualità di primo cittadino con più del 70% dei voti, Gennaro Cinque mira allo scranno regionale anche se la sfida è durissima. Nella lista di Forza Italia dovrà vedersela anche con un osso duro come la dott.ssa Flora Beneduce, anch’essa di Vico Equense, consigliere regionale uscente, che non sembra disposta a restare a becco asciutto. Eletta in seconda battuta alle passate regionali, la Beneduce ha già sparso per Napoli e dintorni le sue gigantografie di propaganda esibendo il suo faccione sorridete e ammiccante. “Io sono voi” ci manda a dire da un lenzuolo a colori da molte migliaia di euro.
Di sicuro c’è che difficilmente saranno eletti entrambi, al momento pare che non figureranno nemmeno in tandem come si usa per favorire la parità di genere. Gennaro Cinque punta sulla collaborazione di Fulvio Martusciello che gli garantirebbe una copertura nei comuni dell’interland di Napoli, associandosi in tandem alla giovane Francesca Salatiello che pare essere la nuova pupilla del potente parlamentare europeo. In cambio Gennaro Cinque potrebbe garantire una decina di migliaia di voti sparsi in Penisola Sorrentina, concentrati in massima parte a Vico Equense, suo paese natale.  Flora Beneduce molto forte nei comuni di S.Antimo e Villaricca rischia invece un flop a Vico Equense proprio grazie all’ex sindaco che probabilmente non muoverà un dito in suo favore garantendo i voti per la corrente di Martusciello.
Queste sono le prime indiscrezioni di chi sembra ben informato dei fatti anche se non tutto potrebbe andare secondo logica. Le divisioni del centro destra a livello nazionale potrebbero influire anche sul voto regionale. Qualche vecchio fedelissimo di Gennaro Cinque pare sia confluito nel NCD e non è detto che sia disposto a dare appoggio all’ex sindaco. Anche una parte della sua ex maggioranza potrebbe voltargli le spalle disperdendosi nelle liste che appoggiano Stefano Caldoro.
Insomma Gennaro Cinque forse si è imbarcato in una avventura un po’ troppo complicata e senza le sufficienti garanzie per cavarsela. E il rischio per i due candidati di Vico Equense, se di rischio si può parlare per gli elettori, è che restino entrambi fuori dai giochi. Tanto più se si pensa che Stefano Caldoro non primeggia nei sondaggi e potrebbe avere una brutta sorpresa. In questo caso per l’ex sindaco, ma anche per Flora Beneduce, non ci sarebbe scampo.
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"