domenica 12 ottobre 2014

Libri: presentarli perchè?


Qualche tempo fa su fb c'è stata una catena molto carina, secondo me. Quella legata ai libri che abbiamo letto. La richiesta quando si veniva nominati era più o meno: quali libri hanno cambiato la tua vita? Un po' esagerata forse, perché purtroppo la vita non la cambiano i libri, sarebbe troppo facile, ma nello stesso tempo era una richiesta per me intrigante perché i libri mi fanno da sempre compagnia e sono una parte importante di me. Che fb si occupasse di libri poi e con tale successo di seguito mi ha fatto piacere in quanto credo che un social sia importantissimo per la diffusione della cultura, oltre che delle facezie che ciascuno di noi ci scrive sopra.
Grazie alla nomina del mio amico Silvio, avevo dunque fatto un elenco sommario. In fondo 10 titoli son pochi e alcuni non li ho inseriti per brevità. Per esempio Le memorie di Adriano e L'insostenibile leggerezza dell'essere. O il Maestro e Margherita, da ragazzina tutti i romanzi di Dickens, i classici russi, e poi Pavese, Moravia, Calvino, insomma vera letteratura, con la L maiuscola.
In un certo periodo della vita mi appassionai però agli autori ebrei americani leggendo decine di opere che parlavano di yiddish, pane azzimo, pulizie di pasqua e rituali ebrei. Tutti autori geniali che non sempre facevano letteratura ma cmq ottimi libri, piacevolissimi. E ho letto anche una gran quantità di narrativa varia che spesso mi ha intrigato senza che avessero a che fare con la letteratura.
Dico tutto ciò perché mi chiedo se un libro debba per forza fare lettaratura. Io direi di si se intendiamo la letteratura come un'arte. Un grande autore non può prescindere dal fare letteratura, altrimenti finisce nell'immenso calderone di scrittori che dicono poco e con parole e concetti più o meno semplici, passando come acqua sui sassi, senza lasciare traccia.
Altra cosa però è la piacevolezza del leggere che a volte con la letteratura non c'entra nulla. Alcuni libri sono vivaci, intriganti, interessanti senza avere la pretesa di essere opere d'arte. Altri possono essere noiosi e banali nella trama e nei contenuti e persino scritti male, eppure che qualcuno li legga magari con piacere è sempre un fatto positivo. A volte sento parlare di scrittura trash, come ad esempio le opere di Liala, i romanzetti rosa, la giallistica d'accatto, quasi con disgusto. Oppure quei libri scritti da personaggi del mondo dello spettacolo, della politica, del calcio. Io invece penso che non sia così. Se di più facile accesso ad una categoria di persone, ogni libro è benvenuto.
Un libro vale sempre la pena di leggerlo e tutto sommato anche di scriverlo. E il business legato all'editoria mi dispiace meno di quello per altre cose che ci telecomandano dalle alte sfere. Nè faccio distinzioni tra presentazioni di serie A e presentazioni di serie B. Distinguo solo tra quelle che mi piacciono  e quelle che non mi piacciono con la libertà che ognuno vada dove meglio si trova. Perché alla fin fine o presenti Umberto Eco, per dirne uno, o tutte le presentazioni sono uguali direi. E allora purchè si parli di un libro, che si presenti quello che si vuole col solo limite di non allontanarsi troppo dal comune senso della civiltà, perché di libri più se ne parla e meglio è.

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