Ho visto "A proposito di Davis" nel multisala The Space di Salerno. Uno spazio per il cinema davvero all'avanguardia e ottimamente strutturato. Lo dico perché il film me lo sono goduto anche per la comodità della poltroncina che non costringe a rannicchiare impropriamente le gambe come avviene solitamente. Con uno schienale alto e una visuale perfetta, senza teste davanti a rompere l'omogeneità dello schermo. I multisala di Castellammare sono molto meno piacevoli e confortevoli, devo dire con rammarico. Un film deve essere goduto stando comodamente seduti. Come un bel quadro ha bisogno dei suoi spazi per dare il meglio di sè. Per cui fare l'autostrada è valsa la pena.
"A proposito di Davis" racconta la storia di un musicista cantante, Llewyn Davis, squattrinato e di buon talento che muoveva i suoi passi tra New York e Chicago in cerca di fortuna alla fine degli anni '60. Davis spera di rimanere autentico e di non contaminarsi commercialmente, pur avendo una necessità vitale di quattrini. Ma la sua musica non convince. La storia ripropone in maniera geniale il clima musicale dell'epoca, quando nessuno immaginava che il folk avrebbe cambiato il corso della musica pop, a partire da quella immensa stella che fu Bob Dylan. Davis non sfonderà nel mondo del nuovo folk e il film termina sulle note di una canzone di Dylan che suona nello stesso locale di Davis. Il quale tristemente prende atto che il suo essere talentuoso non gli basterà. Un film da vedere, per le esibizioni dal vivo dei cantanti e per capire un clima nel quale il genio musicale non era casuale e nemmeno frutto del talento, quanto piuttosto della capacità di vivere intensamente il proprio tempo e di coglierne meglio di tutti le sfumature esplosive. Bravissimi i registi e ottimo Oscar Isaac nei panni di Davis. Un film da vedere, senza dubbio alcuno.
ps, nel film si intreccia una curiosa storia di gatti rossi. Una vera chicca tipica dei fratelli Coen.
"Smetto Quando voglio" è la singolare storia di alcuni super-laureati.
Chimici, latinisti portentosi, matematici ed economisti di grande talento che hanno passato l'ultimo decennio come topi da laboratorio nelle università italiane. Ricercatori che, nonostante abbiano messo su lavori da nobel, non sono riusciti ad uscire dal circuito assurdo della ricerca universitaria italiana, poco incline ai contratti a tempo indeterminato e fucina di precariato. Su questo film non ho letto recensioni entusiaste, eppure posso assicurare che vale davvero la pena. Rasenta il paradosso, non tutti i ricercatori universitari sono a livelli tanto alti come i bravissimi interpreti del film, né tantomeno prendono la loro fantastica strada "professionale". Ma è molto significativo il racconto garbato della ricerca italiana che affossa anche i suoi migliori elementi scalzati dall'eterna piaga nazionale, la "raccomandazione", costringendoli a trovare sbocchi spesso assolutamente in contrasto con la loro preparazione e le loro competenze. E infatti i nostri eroi si inventano una sostanza stupefacente, non inserita in quelle ufficiali e illegali e spacciandola per discoteche si fanno una quantità enorme di soldi. La storia naturalmente non è a lieto fine. E scoprire che il grande trafficante con il quale entrano in contrasto altro non è che un ingegnere navale serve a chiudere il cerchio delle sorprese.
Chimici, latinisti portentosi, matematici ed economisti di grande talento che hanno passato l'ultimo decennio come topi da laboratorio nelle università italiane. Ricercatori che, nonostante abbiano messo su lavori da nobel, non sono riusciti ad uscire dal circuito assurdo della ricerca universitaria italiana, poco incline ai contratti a tempo indeterminato e fucina di precariato. Su questo film non ho letto recensioni entusiaste, eppure posso assicurare che vale davvero la pena. Rasenta il paradosso, non tutti i ricercatori universitari sono a livelli tanto alti come i bravissimi interpreti del film, né tantomeno prendono la loro fantastica strada "professionale". Ma è molto significativo il racconto garbato della ricerca italiana che affossa anche i suoi migliori elementi scalzati dall'eterna piaga nazionale, la "raccomandazione", costringendoli a trovare sbocchi spesso assolutamente in contrasto con la loro preparazione e le loro competenze. E infatti i nostri eroi si inventano una sostanza stupefacente, non inserita in quelle ufficiali e illegali e spacciandola per discoteche si fanno una quantità enorme di soldi. La storia naturalmente non è a lieto fine. E scoprire che il grande trafficante con il quale entrano in contrasto altro non è che un ingegnere navale serve a chiudere il cerchio delle sorprese.
Qui trovate il cast al completo. Davvero di gran classe
Altri film
"Sotto una buona stella" di e con Carlo Verdone. Un film delicato con una brava Cortellesi. Narra la vicenda di un uomo rimasto vedevo della ex moglie, caduto in disgrazia economica e costretto a doversi occupare di due figli quasi adulti e assolutamente incomprensibili per lui. Una commedia italiana come tutte quelle a cui ci ha abituato Verdone, gentile, mai invasiva o con tratti pesanti. Da vedere solo se piace Verdone, senza infamia e senza lode.
"Monuments man" Buona idea ma scadente sceneggiatura per un cast di primo livello direi assolutamente sprecato. Troppe stelle e strisce e retorica americana d'accatto. Sembra girato sulle orme di "Salvate il soldato Ryan": stesso sbarco in Normandia ma senza sangue, stessa ricostruzione degli ambienti. Ma la stoffa di Spielberg era di tutt'altra qualità.
"Pompei" Per goderlo bisogna andarci con la curiosità dei ragazzini. Storicamente inattendibile, anche nelle facce troppo americane, narra le vicende di alcuni gladiatori che si esibivano in un circo assolutamente improbabile nella Pompei antica. E della storia d'amore tra un celta nerboruto, con antichi e feroci rancori verso i Romani, e una fanciulla di patrizie origini. Il tutto mentre il vulcano dà segni di turbolenze fino alla catastrofe finale. Catastrofe resa in maniera un po' approssimata e molto fantasiosa.
Altri film
"Sotto una buona stella" di e con Carlo Verdone. Un film delicato con una brava Cortellesi. Narra la vicenda di un uomo rimasto vedevo della ex moglie, caduto in disgrazia economica e costretto a doversi occupare di due figli quasi adulti e assolutamente incomprensibili per lui. Una commedia italiana come tutte quelle a cui ci ha abituato Verdone, gentile, mai invasiva o con tratti pesanti. Da vedere solo se piace Verdone, senza infamia e senza lode.
"Monuments man" Buona idea ma scadente sceneggiatura per un cast di primo livello direi assolutamente sprecato. Troppe stelle e strisce e retorica americana d'accatto. Sembra girato sulle orme di "Salvate il soldato Ryan": stesso sbarco in Normandia ma senza sangue, stessa ricostruzione degli ambienti. Ma la stoffa di Spielberg era di tutt'altra qualità.
"Pompei" Per goderlo bisogna andarci con la curiosità dei ragazzini. Storicamente inattendibile, anche nelle facce troppo americane, narra le vicende di alcuni gladiatori che si esibivano in un circo assolutamente improbabile nella Pompei antica. E della storia d'amore tra un celta nerboruto, con antichi e feroci rancori verso i Romani, e una fanciulla di patrizie origini. Il tutto mentre il vulcano dà segni di turbolenze fino alla catastrofe finale. Catastrofe resa in maniera un po' approssimata e molto fantasiosa.
2 commenti:
Brava Maria! Mi piace in questa veste e condivido pienamente le tue attente recensioni.
....posso aggiungere due titoli che meritano?!
"Osange county" (con una Streep da urlo!!!)e il "Passato".
Anch'io mi associo a Franco....brava Maria!!!
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