mercoledì 6 marzo 2013

Vico Equense – Elezioni, boom di Grillo. In netto calo il PD, dimezzati i consensi al PDL

Grillo ha conquistato anche la cittadina vesuviana. Con i 2.009 voti raccolti alla Camera e i 1.667 al Senato si attesta come il terzo partito politico dopo PDL e PD. Un boom davvero inaspettato che ha fatto saltare tutte le possibili previsioni pre-elettorali, lasciando a piedi le due principali coalizioni che perdono voti e si fermano a percentuali fuori dalle previsioni.
Il risultato ha colto tutti di sorpresa, soprattutto perché Vico Equense non si è mai presentata in veste di terra di frontiera, rivoluzionaria e contestataria. Si è sempre docilmente affiancata al potere, ne ha colto le opportunità, affidando le sue sorti sostanzialmente a forze moderate.
Questa volta invece il M5s ha aperto una falla nell’elettorato che ha disertato per la prima volta massicciamente i partiti tradizionali, con conseguenze poco decifrabili anche per il futuro politico della città.

Altro evidente dato elettorale per niente scontato è il calo drastico del centrodestra che in questa tornata passa da un 53,16% del 2008 a un ben più magro 43,22, con una perdita secca del 10%. Una gran parte dei voti grillini ha certamente contribuito al flop elettorale del centrodestra e le cause possono essere molteplici ma tutte ipotetiche. L’abbattimento di un’abitazione abusiva a Moiano e altri abbattimenti in programma a Vico, per esempio, possono aver contribuito alla perdita di consensi. I cittadini hanno forse percepito un allentamento nella tolleranza finora tenuta sul territorio nei confronti dell’abusivismo, hanno perso un po’ di fiducia negli amici di sempre e hanno voluto dare un sonoro avvertimento. Qualcuno vagheggia di abbandono soprattutto da parte di una fetta della maggioranza che si sarebbe schierata contro il Sindaco con la stessa disinvoltura con la quale, a suo tempo nelle elezioni comunali, lo sostenne.
Ma, il calo del centrodestra ha risentito sicuramente anche della campagna elettorale sottotono tenuta sul territorio. Gennaro Cinque, grande sostenitore del Cavaliere, si è limitato a lanciare messaggi in Internet, tenendosi un po’ ai margini, come semplice osservatore, senza sentirsi, apparentemente, parte in causa. Ha stupito anche il silenzio di Giuseppe Guida, attuale Presidente del Parco Monti Lattari, ex grande elettore del centrodestra. Non si sono visti Gioacchino Alfano né altri big della Campania. E, cancellato dalla lista un nome stimato e molto rappresentativo della Penisola Sorrentina, quello dell’ex Senatore PDL Raffaele Lauro, non è rimasto assolutamente nessuno a rappresentare il centrodestra politicamente isolato sul territorio.
Se il centrodestra piange, non ride il centrosinistra. Netto calo delle preferenze anche per il PD che perde meno del PDL, ma perde comunque sonoramente il 4% dei consensi, passando da un già esiguo 24,49% del 2008, al 20,16 di questi giorni. Il confronto con i dati di area del 2008 risulta un po’ più complesso in quanto nel 2008 non facevano parte della coalizione i voti della sinistra cosiddetta radicale ma era presente Di Pietro con IDV. Tuttavia, assimilando a un ipotetico centrosinistra anche la lista di Ingroia, che ha totalizzato 254 consensi, l’intero bacino di voti oggi ammonta al 33% delle preferenze a fronte del 30% del 2008. Insomma un esiguo bottino che dimostra il sostanziale stallo del centrosinistra vicano che si attesta su valori piuttosto bassi e ancora troppo poco competitivi nei confronti del centrodestra.
Non è bastato al pd avere una candidata concittadina per rialzare l’asticella dei consensi. La candidatura Durazzo non ha pescato nelle liste avversarie, non ha rappresentato la marcia in più che il pd napoletano si aspettava dal territorio. Non sono bastati nemmeno gli appelli giunti da ex piddini passati in altre liste alle comunali e improvvisamente riconvertiti. Hanno contribuito, forse, a confondere ancor di più un elettorato già largamente stanco di logiche politiche ambigue ed opportunistiche. Anche a Vico come in tutta la Campania, si è sentita, insomma, la mancanza di una politica nuova, moderna e culturalmente avanzata, all’altezza delle aspettative di un elettorato di sinistra che chiedeva risposte serie e urgenti di cambiamento e di argine alla terribile crisi economica che stanno attraversando le famiglie, gli imprenditori, i giovani. E’ indubbio che Grillo abbia pescato anche su questo fronte, in misura minore che nel cd ma comunque incisiva. Il PD perde alla Camera 759 voti e 475 al Senato, troppi per poter dire che la ferita, qua come altrove, non sia gravissima.
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"
Nella foto: Liste elettorali al Senato-Campania

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