Le accuse: Falso ideologico e violazione delle norme urbanistiche
Le ipotesi: interventi non previst dal progetto, espropri poco trasparenti
Torre Ann.ta - E' partito, dinanzi alla I Sezione del Tribunale di Torre Ann.ta, il processo a carico di Francesco Iovine, Luigi Salvato e Giovanni D'Angiolo, dirigenti del Comune di Vico Equense a giudzio per falso ideologico e violazioni delle leggi urbanstiche. L'accusa è quella di aver speculato sui lavori di ristrutturazione di alcune tra le strade principali della cittadina costiera.
Il procedimento con rito ordinario si è aperto con le deposizioni dei militari della Guardia di Finanza che condussero le indagini su delega del sostituto procuratore oplontino, Mariangela Magariello. Proprio rispondendo alle domande del PM, le Fiamme Gialle hanno ricostruito i fatti che hanno portato alla sbarra i tre dirigenti comunali. I lavori ritenuti irregolari risalgono al 2009 e riguardano le principali arterie della città: Via Bosco, Via Cirignano e Via Atigliana, tre strade che collegano il centro cittadino sottoposte a lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria. Nell'ambito di questi interventi, i militar della guardia di finanza hanno ravvisato rregolarità che riguardavano interventi non presenti nel progetto finanziato. A fronte di quanto prescritto nel Por concesso dalla provinca di Napoli, per un totale di 1.000.000 di €, erano state allargate le sedi stradali entro cui dovevano avvenire gli interventi. Una procedura che diede luogo ad una serie di espropri tutt'altro che trasparenti. In alcuni casi la documentazione catastale non corrispondeva in quella definita dalla rstrutturazone dando vita ad una serie di irregolarità e vedeva coinvolte persone che non avevano mai ceduto volontaramente la proprietà privata, altri le cui firme non corrispondevano con quelle originali delle carte di dentità ed altre ancora che avevano firmato pur non avendo alcun titolo di poprietà da cedere nelle aree afferenti ai lavori. A questo l'audizione del militare ha aggiunto anche l'accusa che i materiali utilizzati per la ristrutturazione non fossero quelli preventivati in fase di progettazione. Altri interventi, infine, come la realizzazione di impianti elettrici sotto la sede stradale, necessitavano di una regolare gara di appalto mai indetta.
Dinanzi ai giudici sono sfilati i firmatari delle prime denunce dell'accaduto, Pasquale Cardone e Consiglio Cannavale, già Ingegnere Capo del Comune, consiglieri di opposizione che all'epoca dei fatti denunciarono il "modus operandi" dei dirigenti comunali, di cui Salvato era il City Manager. Una sere di accuse che adesso dovranno essere provate o smentite nel corso del dibattimento che è stato rinviato a metà gugno.
Vincenzo Sbrizzi da "Il Mattino"
Foto dell'articolo pubblicato su "Il Mattino"
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