mercoledì 29 settembre 2010

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MARICA ESPOSITO DIFFIDATA DALLA DOTT.SSA BENEDUCE E DAL DOTT. DE ROSA
di Marica Esposito







Ho ricevuto una intimazione e diffida dalla dott.ssa Flora Beneduce e dal marito dott. Armando De Rosa, tramite il loro avvocato, affinchè tolga dal sito idvpenisolasorrentina , la “Lettera Aperta” da me scritta prima delle elezioni regionali di Marzo 2010, perché il contenuto di una frase contenente il “richiamo di vicende vetuste nel tempo e che nulla hanno a che vedere con l’esperienza politica che la dott.ssa Beneduce sta svolgendo” è stato ritenuto “lesivo dell’onore e della reputazione del dr. Armando De Rosa” e della consorte. Inoltre, gli stessi si appellano al fondamentale diritto della persona al “diritto all’oblio”, ossia il diritto di ogni persona coinvolta in un procedimento penale, divenuto fatto di cronaca, ad essere dimenticata dopo che è trascorso un certo periodo di tempo”. Nella medesima diffida, però, è riportata una sentenza di Cassazione che definisce il diritto di cronaca quale diritto che “giustifica intromissioni nella sfera privata dei cittadini soltanto allorquando possano contribuire alla formazione di una pubblica opinione su fatti oggettivamente rilevanti per la collettività”. Questi i fatti.

Allora consentitemi, delle due l’una: da un lato vengo accusata di aver riportato agli onori della cronaca episodi lontani nel tempo, dall’altro loro stessi affermano che tali fatti possono essere importanti nella formazione di una pubblica opinione.
Mi domando, a questo punto, se i cittadini hanno diritto di crearsi una opinione fondata sulla conoscenza delle persone che si propongono quali loro rappresentanti politici o debbano votare a scatola chiusa, solo su impressioni indotte in campagna elettorale!?
Nel caso di specie, dunque, se pure ho evidenziato situazioni giudiziarie passate, relative al dott. De Rosa, tanto è stato provocato dal fatto che su internet si trovano tutta una serie di articoli dei principali quotidiani italiani, che vanno dal 1987 al 2010, nei quali sono riportate tutte le vicende giudiziarie che hanno interessato l’allora assessore regionale alla sanità, così come quelle di tanti altri illustri esponenti della prima repubblica: in tali articoli, anche di quest’anno, vengono richiamate le confessioni rese dal dott. De Rosa e le accuse che egli rivolse ad altri politici. Notizie riportate di nuovo in auge, nella pagina politica, proprio dalla decisione della moglie, dott.ssa Beneduce, di candidarsi nella stessa lista in cui era candidato il figlio del politico accusato proprio dal marito.
Fatti questi non contestabili, neanche dall’esito dei lunghi iter giudiziari successivi.
Di fatto non capisco come una candidata alla Regione Campania ed attivista del PDL, quotidianamente protagonista su internet e sulla carta stampata di iniziative in ogni campo dello scibile umano, ed un consigliere comunale possano appellarsi al “diritto all’oblio”; soprattutto dato che, nella lettera aperta da loro censurata, si riferiva soltanto di una “condivisione di fortune economiche e di esperienze positive ed anche negative relative alla carriera politica del dott. De Rosa”: anche questa circostanza inconfutabile, che la stessa dott.ssa Beneduce cita espressamente nel suo sito personale sul web, riferendo della “privilegiata posizione economica e sociale” sua e di suo marito.

E qui, se me lo consentite, siamo giunti alla critica politica, legittimata dalla libertà di espressione costituzionalmente garantita e che in “un sistema democratico trova uno dei suoi fondamenti proprio nella libertà dei cittadini di criticare l’operato di chi esercita un pubblico potere” (frase tratta da una sentenza della Cassazione penale).
Anche se non sono certo esperta nel campo, ho grandi difficoltà a capire come qualcuno che intenda rappresentare migliaia di persone che, tra l’altro, l’hanno votata al Consiglio Regionale come la dott.ssa Beneduce, ed un candidato a sindaco nelle ultime elezioni amministrative di Vico Equense ed attuale consigliere comunale, come il dott. De Rosa, possano invocare il diritto ad essere dimenticati, o meglio il diritto a far dimenticare agli altri alcuni aspetti della propria vita, che, sicuramente, hanno contribuito alla propria formazione, alla propria maturazione, ed alle attuali scelte politiche.
L’IDV ha imposto ai suoi rappresentanti politici di pubblicizzare il proprio curriculum vitae, poiché gli elettori devono sapere chi vanno a votare, che cosa hanno fatto in passato e come intendono affrontare le scelte per conto degli elettori e di tutti i cittadini. Credo che il “diritto all’oblio” non possa essere assolutamente richiesto da chi si offre come personaggio pubblico che intende partecipare attivamente ad amministrare la cosa pubblica. Immagino che chi intenda ricorrere all’oblio si ritiri a vita privata e non si candidi quale rappresentante del popolo.
Ciò, chiaramente, vale per tutti e non soltanto per la dott.ssa Beneduce ed il dott. De Rosa.
Allo stesso modo credo che già solo il fatto di intimare l’eliminazione dal web di una lettera aperta perché da parte di altri, quando è il mezzo comunicativo preferenziale scelto dalla stessa dott. Beneduce per la propria propaganda, in taluni casi anche molto accesa e critica nei confronti di altri esponenti politici, come nel caso di specie – dato che la lettera aperta in questione era scaturita in seguito a reiterati attacchi al presidente dell’IDV Di Pietro ed al partito stesso, del quale sono una rappresentante istituzionale, essendo vice coordinatrice della sede di Vico Equense e componente del coordinamento Provinciale – sia un espediente piuttosto bizzarro per arrogarsi il diritto di fare ciò che non si vuole facciano gli altri.
Infine gli stessi intimanti, dott.ssa Beneduce e dott. De Rosa, ci tengono a precisare che "in relazione alle citate notizie neppure si potrebbe rivendicare un diritto di “storia”, in quanto non può del pari sfuggire, che la “Storia” si fa con la Politica, la Cultura e l’Economia di un Paese e non certo con la cronaca giudiziaria, che per sua stessa natura dura lo spazio di un mattino".
Allora consentitemi di dire che quegli episodi, velatamente citati nella mia lettera aperta alla dott.ssa Beneduce di Marzo 2010, al di là di condanne o proscioglimenti che attengono alla sfera giudiziaria, sono stati fatti che hanno inciso nella Politica, nella Cultura e nell’Economia della Campania degli ultimi 20 anni, e che sono state le cause pregresse di ciò che è ora lo stato della Sanità, della Politica, della Cultura e dell’Economia in Campania e non solo.


Marica Esposito

9 commenti:

Anonimo ha detto...

De Rosa dovrebbe avere la bontà di stare zitto, di tenersi le critiche e di rifondere alla collettività quanto le ha sottratto in termini di immagine.
E presto.
Peppe Cuomo

franco cuomo ha detto...

Brava Marica! Alla faccia del bon ton finto ostentato dalla signora Beneduce. La signora ha affilato le sue unghie laccate ed ha graffiato come è nello stilo torvo e tronfio dei peggiori personaggi della vita pubblica: intimidazione tramite avvocato. La tua lettera è perfetta e trova tutta la mia solidarietà, condividendola tutta, come se l'avessi scritta io, dalla prima all'ultima parola. Questa gente deve sapere che non fa più paura a nessuno. Pretende "l'oblio storico" e poi è presente dappertutto e invece hai fatto bene cara Marica a ricordarlo quel passato perchè è giusto che si sappia. Fammi sapere se la cosa dovesse andare avanti, vorrei sostenerti come associazione VAS ( Verdi Ambiente e Società). La libertà di manifestare ed esprimere le proprie idee e le proprie opinioni non ce l'hanno ancora tolta anche se ci provano.

franco cuomo

franco Cuomo ha detto...

a proposito di Bufale, di disinformazione e di giornalisti della domenica, sulla SS. Trinità, che "Farebbero meglio a fiutare altro miez a funtana..." ti stai sicuramente riferendo ad Agorà, che pubblicò la "disinformazione" e forse, sicuramente mi sbaglio, la notizia la riportasti anche tu sul tuo blog quando intervistasti il professore Vincenzo Esposito, mi sbaglio?

mariad ha detto...

Purtroppo per me non ho mai intervistato il prof. Vincenzo Esposito. Ne pubblicai un'intervista fatta da altri e trovata sul web. Ma non si accennava alla "bufala" in questione.
Un abbraccio Frànco

mariad ha detto...

ps nella fattispecie mi riferivo ad atro "informatore" che ha pubblicato la bufala per ben 2 volte...

franco cuomo ha detto...

la notizia, per l'esattezza, fu riportata come dici tu 2 volte una prima volta dal corriere del mezzogiorno : un articolo di Fabrizio Geremicca, uscito a maggio scorso ( forse il 9)in cui, il giornalista riportava che c'erano state 2 interrogazioni: una di Piccolo e una del transfugo Nucara e una seconda volta da Positano news che pubblicò che pubblicò una sintesi di quell'articolo. :-)
ti abbraccio

mariad ha detto...

Frà le bufale trovano sempre spazio...
Io cerco di documentarmi quando devo dire qualcosa che diventa pubblico. Nel mio piccolo.
Avrei guardato nelle interrogazioni pubblicate sul sito della Camera, chiunque m'avesse dato la notizia. Soprattutto perchè sono di Vico Equense che è un paese piccolo dove ci conosciamo tutti, o quasi e non mi piace parlare di nessuno, nel bene e nel male, se non sono sicura di quello che scrivo.
Tu sai come la penso in merito perchè te l'ho detto varie volte.
Cmq l'"informatore" di cui parlo io può pure darsi che il sito se lo sia guardato e siccome cerca solo di gettare discredito su alcune persone e fatti lo abbia pubblicato lo stesso proprio per questo. Molti agiscono così perchè amano "informare" a modo loro...
Non è la prima volta che lo sgamo...

mariad ha detto...

ps
nella fattispecie non parlo nè del "corriere del mezzogiorno", nè di positanonews.
Credo che tu sappia a chi voglio riferirmi...
:)

franco cuomo ha detto...

no, non lo so, cmnq non fa niente