domenica 12 dicembre 2010

VICO EQUENSE – L’autorità di vigilanza sui lavori pubblici dà torto a Francesco Saverio Iovine

Anche se non vogliono prenderne atto, le autorità amministrative e politiche di Vico Equense dovranno fare i conti con la delibera dell’Avcp giunta da qualche giorno in comune. L’Avcp è un organo di vigilanza che controlla la bontà e la correttezza nelle procedure degli appalti pubblici e all’Avcp si erano rivolti alcuni consiglieri comunali della minoranza quando hanno ravvisato delle gravi irregolarità sul project financing relativo al parcheggio in piazza Kennady.
La storia del parcheggio Kennedy comincia più o meno ai tempi del commissario straordinario che sostituì l’ex sindaco Giuseppe Dilengite, nel 2001, una storia segnata da molte vicende, alcune delle quali ancora da chiarire. Scartabellando tra le infinite carte, si trovano documenti firmati via via nel tempo, già dai vari segretari dei partiti, ex ds e margherita, e dai consiglieri dell’opposizione De Martino, Buonocore, Cannavale, Cardone. Non si è venuti mai a capo di nulla, si potrebbe dire, fino alla delibera dell’Avcp di questi giorni che chiarisce, finalmente, quali sono le gravi magagne relative al progetto, all’appalto, alla vendita dei box, al numero dei posti destinati alla sosta a rotazione.
Ma procediamo con ordine.
L’Avcp, esaminando approfonditamente le carte giunte da Vico Equense per merito di alcuni consiglieri di opposizione, sostiene senza mezzi termini che il Parcheggio Kennedy, più che un’opera di pubblica utilità, sia diventata, grazie alle varie modifiche apportate al progetto originario, un affare soprattutto per Passarelli che si è aggiudicato tutti i lavori.
In primo luogo, l’abbassamento della piazza, quando fu inserita nel progetto, non era consentita dalla normativa e si commise un vero e proprio abuso edilizio.
L’Avcp, inoltre, si rivolge, tra gli altri, anche e direttamente al RUP, cioè il responsabile lavori pubblici in carica, Francesco Saverio Iovine. Iovine, secondo l’Avcp, non agì correttamente perché convocò tardivamente la Conferenza dei Servizi per i lavori di ampliamento del parcheggio, determinando così il ricorso alla variante in corso d’opera.
Proprio da questa variante, cosa ben più rilevante, derivò a sua volta la possibilità per Passarelli di raddoppiare il numero dei box in vendita e il dimezzamento dei posti di sosta a rotazione.
L’Avcp si pronuncia anche sulla quota caparra pretesa dalla ditta Passarelli al momento di vendere i box auto. Secondo L’Autorità di Vigilanza, infatti, tale pratica non poteva essere messa in atto perchè non rinvenuta né nella proposta originaria presentata da Passarelli, né, soprattutto, nella Convenzione originaria, dalla quale si evince chiaramente che il concessionario avrebbe realizzato e gestito il parcheggio con mezzi propri, senza alcun accenno a caparre di sorta.
Queste condizioni, secondo l’Avcp, hanno altresì ridotto la possibilità di offerte da parte di altri concorrenti, favorendo, in ultima analisi. l’unico promotore e concorrente, appunto, la ditta di Passarelli.
Per questi motivi, oltre ad indirizzare la delibera anche alla Procura regionale della Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata per le valutazioni del caso, l’Avcp chiede che gli amministratori di Vico Equense facciano conoscere all’autorità stessa quali misure intendono adottare per evitare in futuro gli errori marchiani commessi per il parcheggio Kennedy, onde evitare di favorire un privato a totale svantaggio della collettività.
Vedremo se almeno questa volta Iovine risponderà.

Maria D’Ordia per Il Gazzettino Vesuviano IGV

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