Alla fine del Workshop si tirarono le somme. Il Comune, oltre alla promessa di fare alcuni interventi migliorativi sul territorio, rendeva disponibile gli edifici scolastici per tutte le iniziative ritenute valide dagli abitanti. Prometteva anche la concessione in comodato d’uso delle scuole e in cambio chiedeva solo che si creassero delle associazioni legalmente riconosciute che se ne facessero carico, con dei responsabili in grado di progettare attività di interesse socio-culturale condivise da tutti.
A chi aveva presidiato giorno e notte la scuola per evitare che fosse chiusa, questo nuovo atteggiamento dell’amministrazione comunale sembrò una vittoria di Pirro. Ma in fin dei conti, era meglio di niente in una guerra altrimenti perduta del tutto.
Oggi, a distanza di molti mesi, la situazione si presenta in forma abbastanza diversa tra le due frazioni collinari. A Ticciano l’associazione dei genitori non c’è ancora. I Ticcianesi hanno molte difficoltà soprattutto perché adiacente alla ex scuola esiste già da moltissimi anni l’edificio delle Acli dove tradizionalmente vengono creati degli eventi e non si sente in effetti la necessità di nuovi spazi ricreativi. Agli abitanti serviva una scuola, in realtà. L’attenzione dei cittadini perciò si è concentrata su altri possibili interventi da parte del Comune in un’area del territorio di Vico Equense da sempre abbandonata dalle istituzioni. E si attende che le promesse del geometra Iovine, dell’assessore De Simone e del Sindaco Cinque diventino realtà. Gli interventi del Comune dovrebbero interessare innanzitutto l’ampliamento delle stradine interne diventate ormai obsolete rispetto al transito quotidiano degli automezzi.
Nel frattempo e con il rammarico di tutti i Ticcianesi, l’ ex scuola elementare e materna versa in uno stato di vero abbandono e sta diventando fatiscente.
Molto diversa invece la situazione a Montechiaro, dove un gruppo di genitori si è attivato ed è riuscito a creare un’associazione. Nel mese di marzo è nata, infatti, l’AMI ( Associazione Montechiaro Insieme) che ha un proprio statuto, un Consiglio Direttivo e un Presidente. L’associazione che si autofinanzia è molto attiva e apre la scuola a occasioni pubbliche di vario genere che vanno dalla recente organizzazione della “Festa della Mamma”, fino alle gare culinarie. Partecipano tutti, genitori, bimbi e la comunità locale, e in qualche modo si fa rivivere l’ex scuola. Il consiglio direttivo si riunisce regolarmente e sta preparando un progetto da presentare alla Regione Campania per avere accesso ai Fondi Europei stanziati per questo tipo di iniziative.
Rimangono tuttavia delle preoccupazioni per i soci dell’AMI e per i cittadini di Montechiaro. L’edificio scolastico è infatti tuttora nell’elenco dei beni che il Comune ha messo in vendita e l’agognata concessione in comodato d’uso promessa dal Sindaco non è ancora arrivata. Inoltre, all’orizzonte rimane minacciosa l’ombra di un parcheggio interrato da fare proprio sotto la scuola e al quale pare che Gennaro Cinque non voglia assolutamente rinunciare.
Ex scuola elementare e materna di Montechiaro
Maria D'Ordia da "Il Gazzettino Vesuviano" - IGV
3 commenti:
La vere difficoltà di Ticciano non nascono dalla presenza delle Acli, ma dalla incapacità di fare gruppo e presentare progetti. Per creare una Associazione si è dovuto fare caseggiato,in alcuni casi promettendo mare e monti, ma purtroppo per chi ha capeggiato la rivolta è finito il "delirio" corrispondente ad un periodo di assenza di pensiero individuale, in molti si sono resi conto di essere stati presi in giro ,chi per un motivo chi per un altro, da Sindaco, Politici, Dirigenti, Insegnanti, Genitori e di aver perso l'opportunità di di partecipare a decisioni per il proprio furuto.
Ticciano e in particolare coloro che hanno capeggiato la rivolta si sono sempre distinti.Sin dall'inizio, mentre Montechiaro e Arola creavano associazioni per sensibilizare e aprire un dibattito,i Tetrarchi ticcianesi certi di possedere una investitura divina, procedevano con colloqui privati con le autorità convinti di riuscire la dove altri non sarebbero mai potuti arrivare, ma soprattutto fermamente convinti che il popolo non dovese essere coinvolto, tanto è vero che mai nulla è arrivato al popolo delle proposte avanzate dall'amministrazione se non dopo quando si sono resi conti che senza un esercito anche i faraoni non erano nulla, ecco allora che si sono aggregati ad Arola "insime per la scuola" che chiedeva una nuova scuola, solo che a loro non interessava una scuola nuova (la prova è nelle iscrizioni di quest'anno , tutti ad Moiano), loro volevano la loro bella scuola sotto casa dimenticando di dire al popolo che comunque il numero esiguo dei bambini e soprattutto il dimensinamento scolastico comunque ne avrebbe comportato la chiusura l'anno successivo quindi sono entrati in conflitto con questi ultimi quando questi hanno accettato il nuovo progetto, successivamente si sono accodati ad un ricorso pensato e presentato da Montechiaro, tanto è vero che i Ticcianesi risultavano inizialmente interventori e non ricorrenti, sempre con la "variante Ticcianese" Montechiaro protesta fuori la scuola e bambini sin dal primo giorno a scuola, Ticciano protesta dentro la scuola e bambini a scuola solo dopo la minaccia di denunzia da parte del dirigente. Si raggiunge un accordo Montechiaro costiusce una associazione,raccolgono iscritti, procedono alle elezioni con tanto di seggio ed eleggono i propri rappresentanti, Ticciano invece si scelgono i membri direttivi e poi si richiedono le sottoscrizzioni. I motivi delle difficoltà di Ticciano?
Nel momento in cui un ristretto numero di persone si attribuisce il monopolio della verità e della giustizia, automaticamente azzera la possibilità di ogni diaologo.
La colpa sia dei ticcianesi che dei montechiaresi è stata quella di aver dato ascolto ai Piddini vicani i quali non hanno fatto altro che cavalcare la protesta per propri interssi politici. Per spararsi la posa come si suol dire. Risultato: le scuole si sono chiuse. Ed aggiungo , per fortuna.
Posta un commento