venerdì 16 ottobre 2009

Smetteremo di essere Tafazzi???

Domenica 25 ottobre i cittadini sono chiamati a scegliere il segretario nazionale del pd. Per la seconda volta nella storia di questo giovane partito non saranno i delegati nazionali a scegliere ma tutti i cittadini, anche quelli che tradizionalmente votano per altri partiti. Questa è una grande prova di democrazia perchè in qualche modo coinvolge e incuriosisce tutti e non esclude nessuno dalla scelta di un candidato che si prepara a diventare il leader nazionale di opposizione.
I candidati in gioco, come è noto, sono tre, Bersani, Franceschini e Marino. Tentiamo di fare un identikit di questi tre moschettieri.

Pierluigi Bersani, piacentino, 58 anni. Convinto fino al midollo che bisogna tornare a una politica delle alleanze, auspica insieme a D'alema, un governo di coalizione, alla Angela Merkel. Per Bersani bisogna "riaprire il cantiere dell'Ulivo, dialogando con le formazioni civiche e ambientaliste", ma anche pensare "a un progetto di alleanza con le forze fuori dal parlamento", tolta Rifondazione con cui su questo c'e' convergenza. Dunque dialogo con "tutti", partendo dal tema della legge elettorale "che deve consentire la scelta degli eletti insieme a un meccanismo che garantisca la stabilita' della maggioranza nella legislatura. Il più grande anti-berlusconiano è chi manda a casa Berlusconi" e per farlo serve appunto "una grande alleanza".
Per quanto riguarda le pensioni si dice favorevole ad innalzare l'età pensionabile, verificando però la possibilità di dare una pensione decente ai giovani fra trent'anni, scartando l'ipotesi dei sacrifici inutili.
Non si pronuncia sui diritti civili, glissa dicendo che "In Italia ci sono problemi da affrontare più urgenti del matrimonio tra gay "ma non disdegna una regolamentazione per le coppie di fatto.

Dario Franceschini, ferrarese, 51 anni. In grande contrapposizione al disegno di Bersani nell'ipotesi del futuro assetto politico: no grazie alle alleanze che 'fregano' gli italiani.
Dario Franceschini spiega qual è il tipo di futuro che vede per il Pd e afferma che si devono "preservare bipolarismo e alternanza", evitando di tornare al passato con un modello elettorale tedesco. "Aiutare la nascita di un centro con cui poi allearsi, che poi dopo la fine del berlusconismo va a destra, significa restare all'opposizione per 30 anni, non si puo' più fregare gli italiani: alleanze sì, senza ricomporre tutti quelli che ci stanno. Al modello 'da Diliberto a Mastella' dico no grazie".
Anche sulle pensioni fa un distinguo, sì all'innalzamento dell'età pensionabile, ma Franceschini propone un "patto tra generazioni" in cui si chieda "ai genitori di lavorare qualche anno in piu' in favore dei figli".
Esplicitamemente contrario al matrimonio o all'adozione da parte dei gay, Franceschini propone anche una regolamentazione della biomedicina ricordando che lo Stato deve rispettare la persona e la sua volontà.
Particolare piuttosto sconosciuto: Dario Franceschini è anche autore di alcuni romanzi...

Ignazio Marino, genovese, 54 anni. Chirurgo dei trapianti di fama internazionale.
Dice degli avversari: “Franceschini e Bersani hanno avuto un ruolo importante nel secolo scorso”.
Nettamente contrario alle alleanze con tutti, soprattutto con l'udc, è fautore di un'alleanza con l'ivd, pur non condividendone i toni esagerati. E usa l'espressione: "Nel partito userò il bisturi".
Ritiene che si debba alzare l'età pensionabile degli italiani perche' la vita media e' aumentata, ma con determinate garanzie per i lavori usuranti, le donne, i precari e i giovani
E' favorevole alle adozioni da parte dei single e afferma "Ci sono in tanti, tra i sostenitori di Franceschini, che voterebbero come la Binetti. Devo fare i nomi? Dorina Bianchi, Beppe Fioroni... E' facile parlare di laicità, ma poi bisogna metterla in pratica". Ignazio Marino non molla il tema del voto sull'omofobia e attacca l'attuale segretario del Pd. E considera negativa la presenza di correnti conservatrici sui temi etici che tanto infiammano il dibattito nel partito. Ma aggiunge: "Non solo laicità, anche economia, merito, ambiente, ricerca.

Venendo a temi più vicini a casa nostra, i tre candidati si sono espressi anche sulla figura istituzionale di Bassolino. "Non avrei mai messo Bassolino capolista alle primarie". Dario Franceschini attacca Pier Luigi Bersani, parla di rinnovamento della classe dirigente e ricorda tutti i volti giovani incontrati nel suo giro per l'Italia.
Immediata la replica di Bersani su Bassolino: "Lasciamo perdere questioni personali, perche' c'erano persone che quando sostenevano il segretario andavano bene. Io per primo sono andato in Campania e ho detto 'rinnovamento' e lo stesso ha detto Bassolino. Dobbiamo fare dei passi avanti, ci sono le condizioni per farlo".
Nettamente contrario a un ritorno al passato anche Ignazio Marino che sogna un grande rinnovamento politico in Campania.

Per quanto riguarda il mio parere personale posso aggiungere che i candidati sono tre belle persone, pulite, trasparenti, adatte a guidare un grande partito. Ma chi vincerà sarà capace di riaccendere la speranza negli elettori del centrosinistra? Perchè è fondamentale, per il futuro assetto politico, che il partito cominci a parlare una lingua chiara a tutti, che si ponga degli obiettivi precisi e condivisibili, che sappia trasformare la fredda alchimia delle alleanze a tavolino e i grigi ragionamenti sull'economia o sulla laicità in passione civile e voglia di tornare alle urne.

Eccoli i tre moschettieri in un'intervista alle iene






Domenica 18 ottobre 2009 alle ore 10,00 presso il Bar del Sole ci sarà un incontro pubblico a sostegno della Mozione Franceschini, candidato alla Segreteria Nazionale del Partito Democratico.
Partecipano
Leonardo Impegno, candidato alla Segreteria Regionale del PD,
Stefania Astarita e Nicola Corrado, candidati delegati all'Assemblea Nazionale del PD,
Virginia Giannico, candidata delegata all'Assemblea Regionale del PD.

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