Continua il botta e risposta tra nuovo C.d.A della SS Trinità e Paradiso di Vico Equense e Aniello di Vuolo, ex Presidente dell’Ente. In un documento diffuso qualche settimana fa, Di Vuolo ha risposto alle accuse al vetriolo lanciate contro di lui da Vincenzo Esposito, nuovo presidente della Ss Trinità, che lo accusava di interessi personali nella gestione del complesso monumentale, quale l’occupazione dei locali grazie a una fantomatica fondazione che serviva da paravento. L’intento di Di Vuolo, secondo Esposito, era di natura “eversiva”, in quanto tendeva all’appropriazione dell’intero Ente anche senza gestirne direttamente le attività di amministrazione. Inoltre Esposito lamentava un buco nei conti dell’Ente generato dall’incuria della precedente amministrazione.
A queste accuse molto gravi risponde punto per punto Aniello
Di Vuolo, il quale sottolinea anche che, a suo parere, ci sono segni evidenti della mala gestione di Esposito e dei
consiglieri di amministrazione Matteo De Simone e Claudia Scaramellino.
Innanzitutto Di Vuolo afferma di aver provveduto, negli anni
della sua gestione, al risanamento dei debiti. La SS Trinità aveva infatti un
debito di 1.200.000 €. Al momento della sua sostituzione l’ammanco si era più
che dimezzato e i debiti ammontavano a soli 300.000 € rateizzati e, addirittura,
nelle casse dell’Ente vi era una liquidità pari a circa 36.000 €.
Di Vuolo, tra l'altro, muove al nuovo C.d.A un’ accusa abbastanza grave.
Durante la sua gestione si era preoccupato di restaurare l’antico complesso
divenuto decadente e fatiscente. A tal uopo aveva provveduto a realizzare un
progetto di risanamento grazie al contributo gratuito di un architetto e di un
ingegnere che si erano ben volentieri prestati alla realizzazione tecnica del
progetto a proprie spese. Presentato alla Regione Campania il progetto fu
approvato e pubblicato sul BURC nel 2011. A causa delle complicate procedure
amministrative legate all’erogazione dei finanziamenti già stanziati, la nuova
dirigenza della SS Trinità avrebbe dovuto ripresentare il progetto, ottemperando a
un avviso pubblico della Regione stessa,
secondo il quale entro il 15 gennaio 2014, eventuali proposte
progettuali giacenti presso le strutture regionali che non risultavano ancora
avviati dovevano essere ripresentate.
Secondo Di Vuolo questa sollecitazione non c’è stata a causa
dell’incuria del nuovo C.D.A di Esposito ed è svanita definitivamente la
possibilità di un cospicuo finanziamento che avrebbe dato l’avvio a una
rinascita della SS Trintià.
Mentre Di Vuolo comunica azioni legali in risposta alle
accuse di Esposito, la SS Trinità rimane un complesso in molte parti fatiscente
e abbandonato a se stesso. Nel frattempo
si allontana sempre di più la possibilità dell’acquisizione al comune in quanto
il progetto di Legge dell’On. Bossa si è bloccato nelle procedure ministeriali
e fatica a prendere la via della conclusione. Nelle stanze del Comune, inoltre,
è chiara l’impossibilità di contribuire alla spesa per risolvere il problema.
Le sfibrate casse dell’erario non permettono di sostenere l’enorme costo che
tutta l’operazione richiederebbe.
In questa atmosfera
confusa e impantanata un gruppo di cittadini esponenti dell’” Associazione Amici di Mediaduemila”
ha organizzato un incontro per lunedì 14 aprile alle ore 18.30 presso la Sala
Consiliare in via De Feo, Vico Equense. Ospite la prima firmataria del progetto
di legge per l’acquisizone al Comune, Luisa Bossa. Nell’incontro si cercherà di capire quali
ostacoli si frappongono alla conclusione dell’iter ministeriale e quali
pericoli incombono realmente sul complesso monumentale amatissimo dalla
comunità vicana.
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"Nelle foto: Aniello Di Vuolo, Vincenzo Esposito, la SS: Trinità e Paradiso
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"Nelle foto: Aniello Di Vuolo, Vincenzo Esposito, la SS: Trinità e Paradiso
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