Un Consiglio Comunale pieno di
coups de thèatre, come al solito. Ormai viene voglia di comprare i pop corn
quando ci si avvia verso l'Aula Consiliare. E’ successo anche il 24 maggio scorso,
quando c’era in ballo l’approvazione del consuntivo e la sopravvivenza stessa
della Giunta Cinque. Già dalle prime avvisaglie l’aria si era fatta carica di
mille suggestioni. Cosa succederà? Verranno o non verranno quelli della
maggioranza? Convocato in prima seduta alle ore 18.00, alle 19.00 ancora non si
era visto quasi nessuno lasciando tutti gli interrogativi sospesi. Per una
moltitudine di minuti i banchi sono rimasti occupati solo dalle minoranze che,
per tutta la mattinata, avevano confabulato vistosamente in piazza e negli
uffici privati, scambiandosi non troppo convintamene delle pacche sulle spalle.
A sorpresa, ormai perse le speranze e giusto per confermare
l’inattendibilità di qualunque previsione, alle 19,00 inoltrate, si presenta la
maggioranza al completo accompagnata dagli assessori tornati in carica dopo il
putiferio delle settimane scorse. Il primo ad arrivare è Andrea Buonocore, il Presidente del Consiglio trombato un mese fa dalla maggioranza disfatta. Poi,
uno dopo l’altro, arrivano tutti, persino il Sindaco. La scena che si para davanti al pubblico
attonito non è priva della tensione popolare delle sceneggiate, in puro stile
partenopeo. Il Sindaco siede platealmente lontano dall’inviso Maurizio Cinque
votato ed eletto pdc in una seduta “contro natura”, mettendo subito in chiaro
la sua posizione politica. Il reo Maurizio Cinque siede al suo posto, ma appare
isolato anche dai “suoi”, che arrivano separatamente e sembrano prendere le
distanze. Manca il Segretario Generale Salvati che si presenta quando sono
ormai quasi le 19.15. Nonostante il deplorevole ritardo di tutti, dopo l’appello
del presidente, nessuno chiede che il consiglio venga rimandato per aver
disatteso il regolamento. Anzi tutti si apprestano al loro show personale,
ormai stanca routine di queste paradossali e grottesche riunioni di
pseudo-politica.
Gli interventi si susseguono
secondo il normale clichè. Veementi, roboanti, vissuti, sofferti. La minoranza
di Starace spiega fino all’assenza di saliva come mai nella seduta precedente non voleva mandare il Sindaco Cinque a casa. La maggioranza
sbugiarda chi sosteneva che Gennaro Cinque volesse a tutti i costi il
commissariamento del comune al fine di ricandidarsi nonostante sia al secondo
mandato inoltrato.
Da parte sua il sindaco ascolta
tutti annuendo vistosamente, allargando le braccia, talvolta sogghignando. “Un
gattone che gioca coi suoi topini”, lo ha definito felicemente Franco Cuomo,
presidente dei Vas di Vico Equense, e che sornione resta nel suo abituale
rigoroso silenzio, molto più eloquente di qualunque “arringa”.
Sembra, a tratti, anche il teatro
dell’assurdo, dove diventa facile persino spiegare perché oggi si vota contro
un consuntivo quando quindici giorni fa si erano perse tutte le energie per
approvarlo. La disinvoltura del dott. Maresca nel voler a tutti i costi
dimostrare il suo teorema è davvero disarmante. In verità, la seduta precedente
si era conclusa con un nulla di fatto, disertata dagli assessori dimissionari e
da una grandissima parte della maggioranza. Sarebbe stato “perverso” approvare
un consuntivo in quelle condizioni, nessuna “ragion di stato” avrebbe
giustificato una tale scelta. E sembra persino ovvio ricordare che non è stata
ancora dimostrata l’effettiva volontà di Gennaro Cinque di far cadere la sua Giunta,
per ora tale ipotesi sembra piuttosto una congettura.
La discussione non serve nemmeno
a capire perché l’elezione di un Presidente del Consiglio in un democratico
consesso, sia pur controverso, possa spingere la maggioranza a delle
reazioni tanto esasperate. La responsabilità sbandierata che ha indotto i
consiglieri fidati di Gennaro Cinque a venire finalmente in aula per approvare
il consuntivo non è tardiva? Tenere in ostaggio l’intero consiglio comunale
serviva solo ad ottenere la testa di Maurizio Cinque? A beneficio di cosa? Maurizio Cinque, a sua volta, non
farebbe meglio a spiegare perché ha deciso di mettere in difficoltà il suo
Sindaco?
Restano, insomma, tutti apertissimi e insoluti i problemi nati nella maggioranza che resta dilaniata e traballante.
Restano, insomma, tutti apertissimi e insoluti i problemi nati nella maggioranza che resta dilaniata e traballante.
Passa così in secondo piano persino
il contenuto di un consuntivo dalle falle macroscopiche che avrebbero
avuto bisogno di qualche spiegazione, giusto per ricordare che i cittadini
meriterebbero maggior rispetto, da parte di tutti.
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"
Nella foto: Maurizio Cinque e Gennaro Cinque prendono posto nell'Aula Consiliare