martedì 28 maggio 2013

Vico Equense - Passa il Consuntivo tra sceneggiate e coups de thèatre


Un Consiglio Comunale pieno di coups de thèatre, come al solito. Ormai viene voglia di comprare i pop corn quando ci si avvia verso l'Aula Consiliare. E’ successo anche il 24 maggio scorso, quando c’era in ballo l’approvazione del consuntivo e la sopravvivenza stessa della Giunta Cinque. Già dalle prime avvisaglie l’aria si era fatta carica di mille suggestioni. Cosa succederà? Verranno o non verranno quelli della maggioranza? Convocato in prima seduta alle ore 18.00, alle 19.00 ancora non si era visto quasi nessuno lasciando tutti gli interrogativi sospesi. Per una moltitudine di minuti i banchi sono rimasti occupati solo dalle minoranze che, per tutta la mattinata, avevano confabulato vistosamente in piazza e negli uffici privati, scambiandosi non troppo convintamene delle pacche sulle spalle.
A sorpresa, ormai perse le speranze e giusto per confermare l’inattendibilità di qualunque previsione, alle 19,00 inoltrate, si presenta la maggioranza al completo accompagnata dagli assessori tornati in carica dopo il putiferio delle settimane scorse. Il primo ad arrivare è Andrea Buonocore, il Presidente del Consiglio trombato un mese fa dalla maggioranza disfatta. Poi, uno dopo l’altro, arrivano tutti, persino il Sindaco. La scena che si para davanti al pubblico attonito non è priva della tensione popolare delle sceneggiate, in puro stile partenopeo. Il Sindaco siede platealmente lontano dall’inviso Maurizio Cinque votato ed eletto pdc in una seduta “contro natura”, mettendo subito in chiaro la sua posizione politica. Il reo Maurizio Cinque siede al suo posto, ma appare isolato anche dai “suoi”, che arrivano separatamente e sembrano prendere le distanze. Manca il Segretario Generale Salvati che si presenta quando sono ormai quasi le 19.15. Nonostante il deplorevole ritardo di tutti, dopo l’appello del presidente, nessuno chiede che il consiglio venga rimandato per aver disatteso il regolamento. Anzi tutti si apprestano al loro show personale, ormai stanca routine di queste paradossali e grottesche riunioni di pseudo-politica.
Gli interventi si susseguono secondo il normale clichè. Veementi, roboanti, vissuti, sofferti. La minoranza di Starace spiega fino all’assenza di saliva come mai nella seduta precedente non voleva mandare il Sindaco Cinque a casa. La maggioranza sbugiarda chi sosteneva che Gennaro Cinque volesse a tutti i costi il commissariamento del comune al fine di ricandidarsi nonostante sia al secondo mandato inoltrato. 
Da parte sua il sindaco ascolta tutti annuendo vistosamente, allargando le braccia, talvolta sogghignando. “Un gattone che gioca coi suoi topini”, lo ha definito felicemente Franco Cuomo, presidente dei Vas di Vico Equense, e che sornione resta nel suo abituale rigoroso silenzio, molto più eloquente di qualunque “arringa”.
Sembra, a tratti, anche il teatro dell’assurdo, dove diventa facile persino spiegare perché oggi si vota contro un consuntivo quando quindici giorni fa si erano perse tutte le energie per approvarlo. La disinvoltura del dott. Maresca nel voler a tutti i costi dimostrare il suo teorema è davvero disarmante. In verità, la seduta precedente si era conclusa con un nulla di fatto, disertata dagli assessori dimissionari e da una grandissima parte della maggioranza. Sarebbe stato “perverso” approvare un consuntivo in quelle condizioni, nessuna “ragion di stato” avrebbe giustificato una tale scelta. E sembra persino ovvio ricordare che non è stata ancora dimostrata l’effettiva volontà di Gennaro Cinque di far cadere la sua Giunta, per ora tale ipotesi sembra piuttosto una congettura.
La discussione non serve nemmeno a capire perché l’elezione di un Presidente del Consiglio in un democratico consesso, sia pur controverso, possa spingere la maggioranza a delle reazioni tanto esasperate. La responsabilità sbandierata che ha indotto i consiglieri fidati di Gennaro Cinque a venire finalmente in aula per approvare il consuntivo non è tardiva? Tenere in ostaggio l’intero consiglio comunale serviva solo ad ottenere la testa di Maurizio Cinque? A beneficio di cosa? Maurizio Cinque, a sua volta, non farebbe meglio a spiegare perché ha deciso di mettere in difficoltà il suo Sindaco?
Restano, insomma, tutti apertissimi e insoluti i problemi nati nella maggioranza che resta dilaniata e traballante.
Passa così in secondo piano persino il contenuto di un consuntivo dalle falle macroscopiche che avrebbero avuto bisogno di qualche spiegazione, giusto per ricordare che i cittadini meriterebbero maggior rispetto, da parte di tutti.
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"
Nella foto: Maurizio Cinque e Gennaro Cinque prendono posto nell'Aula Consiliare

mercoledì 15 maggio 2013

Vico Equense - Per il ritorno alla normalità Gennaro Cinque chiede le dimissioni di Maurizio Cinque

“Non c’è niente da fare. Maurizio Cinque deve dimettersi” Esordisce per primo con queste parole l’assessore Antonio Di Martino nell’ascensore del comune. “Quello che è successo è inaccettabile e chi ha deciso di rompere la maggioranza e venire meno a un patto politico deve assumersi le sue responsabilità.” E’ amareggiato e molto arrabbiato Di Martino, tornato in carica da qualche giorno dopo il gravissimo strappo nella maggioranza e l’elezione a sorpresa di Maurizio Cinque a Presidente del Consiglio. Tutti gli assessori si erano dimessi in segno di protesta e nell’ultimo consiglio comunale, quando c’era da approvare il bilancio consuntivo, l’aula era rimasta semideserta. Mancando il numero legale l’assemblea consiliare si era sciolta con un nulla di fatto.
“Tutti noi assessori siamo rientrati in Giunta su invito del Sindaco perché c’è troppo lavoro da fare, per senso del dovere "-continua Di Martino, prendendo posto nel suo ufficio- "E per smentire chi dice che il sindaco sta manovrando per il commissariamento del Comune o che ci avesse lui stesso imposto le dimissioni. Voglio ricordare a chi fa queste insinuazioni che i giochetti li hanno fatti gli altri. Se ci si trova in questa situazione la responsabilità non è del Sindaco che avrebbe voluto Andrea Buonocore alla carica di Presidente. Tutto è precipitato a causa delle manfrine che si sono viste in Consiglio Comunale e che sono sotto gli occhi di tutti. Se ne deve prendere carico Maurizio Cinque, che, tra l’altro, per quanto ne so, in questi giorni è stato isolato anche dal suo stesso gruppo.”

Mentre Di Martino racconta la sua versione dei fatti arriva nell'ufficio il sindaco, Gennaro Cinque. Sembra tranquillo e assolutamente in pace con se stesso, disponibile a parlare di quanto è successo. “Anche io ho sbagliato, lo ammetto - esordisce- Forse a dicembre avrei dovuto accettare la nascita di un nuovo Gruppo Consiliare evitando di considerare ufficialmente Balestriere, Maurizio Cinque e Cristallo fuori dalla maggioranza, questo sicuramente è stato un errore. Ma non giustifica comunque il comportamento doppiogiochista che hanno assunto i tre consiglieri. Maurizio Cinque, poi, prima ancora che la maggioranza, ha tradito il suo amico del cuore Buonocore, al quale egli stesso aveva chiesto di candidarsi nelle lista “Colline Vicane". Per come la penso io, doveva dimettersi dopo l’ultimo consiglio comunale. Preso atto che non c’era il numero legale o rinviava la discussione ad altra data o si dimetteva per il fallimento di una pseudo-strategia. Invece non l’ha fatto”.
Come al solito il sindaco diventa un fiume di parole. “Non ho accettato le dimissioni degli Assessori e li ho sollecitati tutti a rientrare. La diffida del Prefetto è arrivata molti giorni dopo il Consiglio Comunale e c’erano problemi urgentissimi da affrontare che non potevano aspettare i canonici venti giorni per la convocazione di una nuova Assise. Non ho avuto nessuna “strigliata” dal Prefetto, mi ha spinto solo il senso di responsabilità verso i cittadini e le istituzioni. Altro che voglia di commissariamento!”. E affonda: “Quello che è successo somiglia alla pedofilia, cioè la cosa più disgustosa che esiste. Contatti segreti, riunioni nascoste, accordi sottobanco, tresche. Tutto alle mie spalle nella speranza di piegarmi alla volontà altrui. Questa non è politica, è un gioco immondo.”

Non prende in considerazione il Sindaco che Maurizio Cinque è stato eletto in un consesso democratico. “Ma quale democrazia? Io non posso sedere al fianco di una persona sapendo che per sua volontà ogni delibera messa ai voti può essere stravolta o soggetta a ricatti politici.  Non mi si può chiedere di lavorare nella precarietà perché questo produrrebbe il vero danno con la paralisi di tutte le iniziative. Sono stato eletto con un grande consenso.Chi mi ha votato ha avuto fiducia in me e nella maggioranza che io ho proposto. Non si può pretendere di annullare la volontà degli elettori con dei trucchetti indegni. Questa sarebbe la democrazia? Maurizio Cinque prenda atto della situazione e rassegni le sue dimissioni. – conclude Cinque - Poi potremo concordare, anche con le minoranze, un nuovo Presidente del Consiglio, e lui stesso potrebbe essere designato, ma su questo passaggio non si può transigere. Ne va della dignità mia, della Giunta e dei cittadini che ci hanno dato fiducia.”
Maria D’Ordia per "Il Gazzettino Vesuviano"
Nelle foto: Antonio Di Martino; Gennaro Cinque; Maurizio Cinque
Foto di Maria D'Ordia