Una campagna elettorale intensissima per Aldo Starace. A tratti mi ha ricordato quella per il compianto Fermariello, quando insieme alla speranza di veder cambiare il mio paese, c'era la stima profonda per lui, Carlo, un uomo e un politico fuoriclasse.
Anche allora sembrava una campagna perdente, sembrava che a Vico Equense, paese tradizionalmente democristiano, nulla potesse cambiare. Eppure il miracolo avvenne. Non poco contribuì la venuta dell'allora Ministro degli Interni Giorgio Napolitano, caro amico di Zio Carlo. Essì, lo abbiamo conosciuto di persona il nostro amato Presidente, grazie a quella campagna elettorale indimenticabile, nella quale Fermariello spese tutte le energie di cui disponeva.
Oggi la situazione politica a Vico Equense è totalmente diversa. Regna, è il caso di dire, un capopopolo bravissimo a tenere sotto controllo il territorio nella sua totalità. Gennaro Cinque, idolo delle folle vicane, ha saputo conquistarsi, nella sua ormai lunghissima carriera iniziata più di 20 anni fa, la fiducia incondizionata dei vicani, soprattutto in collina, nelle frazioni. C'è da ammettere che e stato bravo. Se il consenso che gli dimostra la gente è tale da intimorire qualsiasi avversario, vuol dire che in qualche modo è riuscito ad arrivare al cuore dei suoi concittadini, dei suoi "paesani". E non c'è dubbio che nel suo modo di essere e di fare sia inimitabile, unico. Questo bisogna ricoscerglielo.
Eppure, in questa campagna elettorale, Gennaro Cinque i suoi limiti li ha dimostrati, ha dimostrato di essere vulnerabile. Li ha dimostrati proprio col febbrile lavoro di restauro, in extremis, di alcuni punti strategici del territorio di Vico Equense. Dalla sera alla mattina ha fatto riordinare il piazzale della chiesa di San Ciro, la parrocchia. Ha messo su in poche ore un centinaio di pali della luce in pieno centro. Ha messo a punto le strisce bianche nel centro di Ticciano: la domenica mattina, l'8 maggio, non c'erano e per incanto, il giovedì successivo, le strisce erano là, dando alla strada un senso di ordine, di civiltà. Ecco, in queste precipitose azioni fatte con una fretta, un'ansia di finire tutto per tempo, c'è il limite di Gennaro Cinque. Un limite assolutamente culturale, che lo ha accompagnato per tutto il suo mandato e che oggi sembra essere la sua ossessione. Al punto da negarsi a ogni confronto pubblico con i suoi avversari temendo di non avere risposte adeguate da dare, mettendo in mostra il suo punto debole più angosciante.
Non riesce, Cinque, a dimostrare che la "sua" Vico Equense può essere l'unica possibile, non riesce a convincere che non ci sia una possibilità di cambiare rotta e destino alla città. Sente il peso di una guida raffazzonata e personalistica che non ha portato il paese da nessuna parte. Sente il peso della dispersione del danaro pubblico senza programmazione e senza costrutto per la collettività. E lo dimostra nelle rare interviste che concede ai pochi fortunati, nelle quali insegue affannosamente il suo rivale più temibile, Aldo Starace, che con grande caparbietà, ostinazione sarebbe il caso di dire, va nelle piazze a parlare di Vico città dei bambini e dei ragazzi, di Vico solidale con i più deboli e disagiati e con gli anziani, di Vico città dello sviluppo sostenibile, di Vico città europea.
Gennaro Cinque si sente in qualche modo vittima della "scopa e della cazzuola" contro le idee, l'intelligenza, la creatività, le competenze che Aldo Starace mette in campo.
Alla fine di questa intensa ed emozionante campagna elettorale il dubbio che non tutto sia scritto si è insinuato nel centro-destra di Gennaro Cinque. Ed è cresciuta la voglia di chi vuole provare a verificare la possibilità di cambiare rotta e stile di vita. E mentre a Moiano qualcuno ha scitto su uno striscione "5 Santo subito" , in tutta Vico Equense in tanti rispondono che in politica i miracoli sono possibili. Ma che, più modestamente, oggi bisogna eleggere solo un nuovo sindaco. Se Cinque vuole diventare santo, si accomodi, ma l'istanza deve rivolgerla in altri luoghi e per altre dimensioni.
8 commenti:
http://puntorossovicoequense.blogspot.com/2009/09/non-si-capisce-perche.html
http://puntorossovicoequense.blogspot.com/2009/09/non-si-capisce-perche.html
è ora che questa sinistra torni a parlare con la gente, il clientelismo non può essere la sola ragione del successo del sindaco Cinque. la politica lontana dalla gente, la politica fatta dietro le scrivanie o con blog non paga , come non paga il continuo e solo ricercare scontri o guerre di ideologie e posizioni. le persone hanno bisogno di sentire l'amministrazione vicina, di poter parlare liberamente con chi deve governare. se non si capisce tutto questo non si tornerà più a governare per molti anni.
Ora vorrei avere un tuo parere sul risultato,spero in un'analisi lucida e non demagogicamente di parte come fai sempre. Ti avevo preannunciato un invasione barbarica e come vedi è successo. Ti premetto che non sono affatto contento di questo risultato, le derive plebiscitarie incutono in me grande angoscia, una vera e sana opposizione è il sale della democrazia e della politica.Ora secondo me se esiste nel PD vicano una dignità politica tutti dovrebbero rassegnare le dimissioni dalle loro cariche per manifesta incapacità e lasciare spazio ad una nuova e giovane classe dirigente capace di riportare entusiasmo politico nel popolo della sinistra che vuole assolutamente un ricambio generazionale ed è oramai stanca del POLITBURO VICANO.
c'è spazio per tutti, caro anonimo...
lasciamo alle "manifeste capacità" di altri l'opera di ricostruzione. Fatti largo, mi raccomando. Da quello che scrivi si intuisce che sei un ganzo...
La lucida analisi la lascio a te e a quelli come te, dignitosamente
Basta con politici che fanno piazza, basta con politici che sanno solo fare opposizione, basta con politici che fanno demagogia, basta con politici che fanno politica scrivendo sui blog, basta ragazzini che studiano scienze politiche e credono di di saperequali sono i problemi reali e sprattutto come risolveri.C'è bisogno di fare politica attiva, una politica radicata sul territorio, una politica capace di ascoltare e che si faccia carico dei problemi reali, una politica capace di prendere decisioni a volte anche impopolari ma necessarie. bisognava capire che il successo del sig. Cinque non poteva essere il risultato di solo clientelismo e favoritismo.
Ora ti propino la mia modesta ed assolutamente personale opinione di questa bruciante sconfitta
Si è cercato in tutti i modi di far credere che Cinque avesse una visione dispotica della politica locale. La battaglia politica all’insegna della cultura, della civiltà, del buon governo, non doveva essere contro tutto quello che era stato fatto nei cinque anni precedenti. Non dimentichiamoci che gran parte dei cittadini continua a guardarvi con sospetto additandovi come i difensori di un ambientalismo ottuso, i nemici delle infrastrutture e della modernità, gli spioni dell’abusivismo. Dovete sfatare questi tabù, per non apparire come i nemici del paese. Bisogna assolutamente passare ad una fase nuova che come dice il sindaco di Firenze Renzi si chiama ROTTAMAZIONE. Bisogna rottamare la vecchia idea di una politica estremamente ideologizzata che si discosta dall’esigenza di concretezza di cui ha bisogno la gente. Per rottamare un’idea devi per forza di cosa rottamare anche il suo portatore, che a volte anche per motivi puramente anagrafici non ha la capacità di rinnovarsi, anzi tende a conservare gelosamente il suo ideale di politica anche a discapito di sconfitte brucianti come quella del 16 maggio. Dovete capire perché è fondamentale per il futuro, che non siamo, di fronte a un mestierante, ma ad un intellettuale nazionalpopolare (Passami la definizione) che usa sapientemente le sue armi per attirare consenso, e che inoltre ed è innegabile, si spende con passione per il suo paese. Mi dirai “ ma lo fa in modo clientelare” ed allora il clientelismo, finalizzato ad attirare consenso e non per malaffare è un capolavoro della politica, Vedi io paragono Cinque al Giovanni Giolitti (irriverente paragone) che fece del trasformismo parlamentare e del clientelismo la sua arma vincente fino all’avvento del fascismo. Concludendo e per non annoiarti ti dico aprite un grande tavolo di confronto con chi vuole realmente contribuire a migliorare Vico, con persone portatrici di idee e non di ideologie, cercate in questi anni di formare una classe dirigente capace di arrivare preparata alla prossima sfida e questo può avvenire solo ed esclusivamente passando attraverso una vera e sana rottamazione.
Grazie di leggermi
caro anonimo credo di riconoscerti, ehehe
cmq ok e con me sfondi una porta aperta. Io grazie a dio non faccio politica, sto a latere ...per così dire. Il mio blog puntorosso è nato solo per informare la gente su cosa si faceva in consiglio comunale, spulciare tra le delibere strane, scorrette. E qualche volta anche sulla vita del pd locale. Diciamo che in molti casi in merito al pd ci azzeccavo, e i FATTI lo dimostrano. Quanto all'andare in mezzo alla gente e ascoltare ed essere attivi nella realtà, quello è diventato difficilissimo... Si è alzato un muro di incomunicabilità. Cinque è entrato in sintonia col popolo, noi no. E quando dico noi, intendo tutti. Spero che la lezione sia chiara per il futuro e per chi di dovere. Perchè salire in cattedra e giudicare è facile, darsi da fare battendo il territorio da sopra e da sotto e uccidersi di fatica per dimostrare di avere qualcosa di meglio nel piatto lo è un po' meno.
TVB e lo sai... :)
Gennaro esce da un quinquennio di strapotere e si sapeva benissimo come andava a finire, perchè nel 90% dei casi e a meno di disastri eclatanti che fanno male, in genere la rielezione è scontata. Magari non ci si aspettava una sconfitta così bruciante, ma che si perdeva si sapeva.
Adesso però è spuntata una bella novità che sono i giovani, qualcuno non eletto per un pelo. Ecco includendo questi giovani nella politica paesana ci sono delle speranze. Questi ragazzi, alcuni che piaccia o no anche espressione del pd, sono fantastici perchè si sono sovraesposti con le mani nude, nude nel senso che non avevano altro se non se stessi. Essi dovranno fare esperienza e capire che la politica non si fa solo con le idee ma anche con le braccia, con la fatica. Perchè carto anonimo, qua casca l'asino. Non si improvvisa nulla. Gennaro (non ti passo le definizioni usate da te... :)) conosce e fatica. Fatica come un ciuccio.
Lui sa che ci sono persone che come primo problema hanno la strada fuori casa che è impraticabile. Prima di scendere nella ss trinità di sapore estero, essi devono affrontare la dura prova di raggiungere una strada carrabile... magari in pieno centro
voglio dire, ma quale rottamazione! Ci vogliono persone capaci di capire e comunicare coi mezzi migliori, quelli che vanno al cuore dei problemi. Per vincere le elezioni a vico bisogna conoscere e faticare più di Cinque, che non è un capolavoro della politica, ma il prototipo del vicano doc che conosce fino in fondo il suo ambiente, ci si muove con destrezza e soprattutto ama faticare più che parlare.
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